samanta
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martedì 15 dicembre 2020
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lo scontro tra gli allevatori ...
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E' un western che ripropone lo scontro non già tra gli allevatori di bestiame e gli agricoltori, ma tra i grandi allevatori ovvero tra un grande allevatore come in questa vicenda, e i piccoli allevatori di bestiame (un classico è Chisum). Il film in technicolor uscito nel 1954, è diretto Stuart Heisler un discreto artigiano di Hollywood molto versatile nei diversi generi (Il magnifico avventuriero, Una donna distrusse) senza mai raggiungere vette particolari.
Il film inizia (la scena è molto efficace) con l'assassinio a tradimento di 3 individui di un uomo intento a lavorare. Il fratello dell'ucciso Trace (Tab Hunter) accorre subito dopo e scopre le tracce lasciate dagli assassini che hanno rubato anche dei cavalli marchiati.
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E' un western che ripropone lo scontro non già tra gli allevatori di bestiame e gli agricoltori, ma tra i grandi allevatori ovvero tra un grande allevatore come in questa vicenda, e i piccoli allevatori di bestiame (un classico è Chisum). Il film in technicolor uscito nel 1954, è diretto Stuart Heisler un discreto artigiano di Hollywood molto versatile nei diversi generi (Il magnifico avventuriero, Una donna distrusse) senza mai raggiungere vette particolari.
Il film inizia (la scena è molto efficace) con l'assassinio a tradimento di 3 individui di un uomo intento a lavorare. Il fratello dell'ucciso Trace (Tab Hunter) accorre subito dopo e scopre le tracce lasciate dagli assassini che hanno rubato anche dei cavalli marchiati. Trace rintraccia la refurtiva e scopre che gli assassini sono il figlio e 2 uomini di Joe Sutton (Ray Teal) un grande allevatore, Trace va da lui che nega di essere coinvolto e lo caccia, ma cerca di ucciderlo a tradimento, Trace viene ferito ma riesce a fuggire dopo averlo ferito gravemente a sua volta. Trace si rifugia nelle colline in una vecchia miniera, qui viene curato da Maria -Christina Colton (Natalie Wood) mezzo sangue messicano e irlandese che vive in una capanna vicina con il fratellino e lo zio e il cui padre, piccolo allevatore, era stato ucciso da Sutton per impadronirsi delle sue terre. Sutton incarica il figlio Jack (Skip Homeier modesto caratterista: I 3 banditi, Alba di fuoco) di trovare con i suoi uomini Trace ma mette a capo del gruppo il suo capoccia Ben (Claude Akins buon caratterista: L'ammutinamento del Caine, Un dollaro d'onore), tra gli inseguitori c'è uno degli assassini Mort (Earl Holliman buon attore: Il pianeta Proibito, Sfida all'O.K. Corral). Gli uomini di Sutton scoprono il nascondiglio, ma Trace riesce a fuggire, Ben viene ucciso da Jack che non voleva che picchiasse la ragazza, la quale con un trucco mette nel caffè un prodotto vegetale che fa dormire e riesce a fuggire e raggiungere Trace, entrambi sono inseguiti, ma poco alla volta si riduce il numero degli inseguitori anche perchè sono attaccati dai Comanche, rimangono in tre: Jack, un suo uomo e la guida mezzo indiana Jacob (Edurd Franz). Trace riesce a uccidere Jack e il suo uomo, ma Jacob non lo ferma perché disgustato da Jack, Trace e Maria-Christina rimarranno insieme innamorati.
Il film ha una trama che seppure non proprio originale, è abbastanza interessante basandosi su un romanzo di Louis L'Amour, la psicologia dei protagonisti è sufficientemente delineata, gli scontri a fuoco sono diretti abilmente. Natalie Wood ancora giovane: 18 anni (l'anno prima aveva girato Gioventù Bruciata l'anno dopo sarà interprete di Sentieri Selvaggi), mostra già la grinta della brava professionista che era (West Side Story, Splendore nell'erba) ebbe solo 3 nomination all'Oscar e mori tragicamente a 43 anni in circostanze misteriose (omicidio o suicidio?). Purtroppo riesce a reggere solo parzialmente il film, perché l'altro protagonista Tab Hunter si rivela una nullità nella recitazione, sembra che sia capitato per caso nel set. La regia si rivela corretta, come l'ambientazione suggestiva degli esterni, specie nella scena finale tra le cascate.
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elgatoloco
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martedì 31 marzo 2020
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qualche motivo d'interesse, comunque c'è
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"THe Burning Hills"(Stuart Heisler, 1956, sceneggiatura di Irving Wallace dal romanzo omonimo di Louis L'Amour)è un film western modesto, vagamente pre-kennwdyano, insomma con aperture anche verso chi non è WASP, insomma verso i"mezzosangue"di padre americano e di madre mexicana, come la protagonista femminile del film, la bellisima e sfortunata(nella vita più che sul set, come noto)Natalie Wood, purtroppo un po'mal turccata nel film, con un rossetto troppo rosso(perché imbattarle di rosso le labbra, se non per far risaltare il colore che è Technicolor d'antan, comuqnue a suo modo molto efficace, qausi"risonante?),ma oltre alla Wood(Tab Hunter, invece, protagonista maschile, è francamente molto modesto, inespressivo e quasi"bolso") c'è un altro elemento interessante: la lortta dei piccoli proprietari nel West(periodo storico non chiaramente descritto o delimitato)contro le angherie dei grandi latifondisti, quando comunque si voleva"regolarizzare", nonmalizzare , istituzionalizzare anche la piccola proprietà agraria.
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"THe Burning Hills"(Stuart Heisler, 1956, sceneggiatura di Irving Wallace dal romanzo omonimo di Louis L'Amour)è un film western modesto, vagamente pre-kennwdyano, insomma con aperture anche verso chi non è WASP, insomma verso i"mezzosangue"di padre americano e di madre mexicana, come la protagonista femminile del film, la bellisima e sfortunata(nella vita più che sul set, come noto)Natalie Wood, purtroppo un po'mal turccata nel film, con un rossetto troppo rosso(perché imbattarle di rosso le labbra, se non per far risaltare il colore che è Technicolor d'antan, comuqnue a suo modo molto efficace, qausi"risonante?),ma oltre alla Wood(Tab Hunter, invece, protagonista maschile, è francamente molto modesto, inespressivo e quasi"bolso") c'è un altro elemento interessante: la lortta dei piccoli proprietari nel West(periodo storico non chiaramente descritto o delimitato)contro le angherie dei grandi latifondisti, quando comunque si voleva"regolarizzare", nonmalizzare , istituzionalizzare anche la piccola proprietà agraria. UNa sfida che poi si risolse anche postivamente, in questo senso, ma dopo vario tempo e varie lotte, come noto. Decisamente una scelta difficile, anche politicamente ma soprattutto a livello sociale, per un governo ancora in via di formazione, la difficoltà di raggiungere certe località del"Wild West", quando proprio a livello di trasposrti il probelma si creava. Qui, comunque, è l'ingiustizia subita dal protagonista, appunto Hunter..., che ha visto il fratello ucciso solo per aver difeso la sua terra dalle provocazioni di un uomo del"signorotto"locale a dover essere vendicata e tutti/e applaudono il finale da"Happy End"quando la giustizia trionfa e la love story si corona e realizza in pieno. Ma la superficilità del film è palese; del resto che cosa ci si poteva aspettare da un soggetto di Louis L'Amour, autore di romanzetti western che si proponeva quasi di essere uno scrittore"epico"mitizzando un periodo che di per sè epico, francamente, non riusiva ad esserlo, a quanto sappiamo dalla storiografia più attendibile? Meglio accontentarsi del bel perosnaggio disegnato dalla Wood, di ragazza forte e coraggiosa, intrepida e combattiva... Se il pendant maschile fosse stato all'altezza, sarebbe stato meglio, ma questo era ciò che passava il convento... El Gato
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