danilodac
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venerdì 22 ottobre 2010
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l'allegro cinismo
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Il cadavere di un uomo viene sotterrato e dissotterrato quattro volte da un gruppo di persone che ha qualcosa da nascondere.
Nella sua calcolata mistura di comico e tragico, è una commedia caratterizzata da un umorismo nero, affidato in gran parte a una serie di avvenimenti paradossali. Una delle rare commedie di Hitchcock, contiene in sé quell’aria tipicamente british, che il regista ha saputo conservare nonostante la trasferta a Hollywood, accompagnata da una dose di sano cinismo. La trama, affollata da personaggi in gran parte stravaganti, è il pretesto per raccontare la “normalità del delitto”, che poi qui non esiste.
Quasi tutti i personaggi tendono a nascondere la verità, seppur innocua, all’interno di una cornice elegantemente autunnale, dai colori forti e accesi della fotografia di Robert Burks.
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Il cadavere di un uomo viene sotterrato e dissotterrato quattro volte da un gruppo di persone che ha qualcosa da nascondere.
Nella sua calcolata mistura di comico e tragico, è una commedia caratterizzata da un umorismo nero, affidato in gran parte a una serie di avvenimenti paradossali. Una delle rare commedie di Hitchcock, contiene in sé quell’aria tipicamente british, che il regista ha saputo conservare nonostante la trasferta a Hollywood, accompagnata da una dose di sano cinismo. La trama, affollata da personaggi in gran parte stravaganti, è il pretesto per raccontare la “normalità del delitto”, che poi qui non esiste.
Quasi tutti i personaggi tendono a nascondere la verità, seppur innocua, all’interno di una cornice elegantemente autunnale, dai colori forti e accesi della fotografia di Robert Burks.
Attraverso le peripezie di una sgangherata squadra di falsi colpevoli, assistiamo ad una ballata macabra dal tocco decisamente ironico e leggero, dove la suspense fa da contorno e assume, per la prima volta in Hitchcock, un incarico secondario. Non è, per chi conosce il regista e la sua maestria narrrativa, un difetto, ma un metodo alternativo per raccontare, con allegra sfacciataggine, la paura che l’uomo possiede della colpa, anche se quest’ultima non esiste.
Un’ottima squadra di attori, tra cui una Shirley Mclaine adorabile nel suo ruolo di bizzarra ragazza di campagna. E’ un film di puro divertimento, assistito dall’angelo custode dell’ironia.
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andrea
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sabato 2 giugno 2001
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hitch si trastulla 1
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Autentico e sottovalutato (a parte i sei mesi d’incantamento-permanenza nelle sale parigine alla sua uscita) gioiello macabro-grottesco del regista e suo film più “superficialmente personale” con una già splendida, pur se al suo esordio, Shirley MacLaine ventenne ed un Gwenn delizioso (al quarto e ultimo film con il regista dopo “Fiamma d’amore” del ’31 [film che Hitchcock congeda lapidariamente con: «Non merita che se ne parli» nel celeberrimo libro-intervista di Truffaut], il deludente musical senza musica “Vienna di Strauss” e il prodotto minore “Il prigioniero di Amsterdam”). Divertissement hitchcockiano in cui la morbosità è temperata/nascosta nei volutamente “impressionisti” oro e rosso (in Vistavision) dell’autunnale New England fotografato da Burks (suo direttore della fotografia per tutto il memorabile periodo ’50 -’64, fatta eccezione per “Psycho”) e nelle focaccine delle signora Gravely.
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Autentico e sottovalutato (a parte i sei mesi d’incantamento-permanenza nelle sale parigine alla sua uscita) gioiello macabro-grottesco del regista e suo film più “superficialmente personale” con una già splendida, pur se al suo esordio, Shirley MacLaine ventenne ed un Gwenn delizioso (al quarto e ultimo film con il regista dopo “Fiamma d’amore” del ’31 [film che Hitchcock congeda lapidariamente con: «Non merita che se ne parli» nel celeberrimo libro-intervista di Truffaut], il deludente musical senza musica “Vienna di Strauss” e il prodotto minore “Il prigioniero di Amsterdam”). Divertissement hitchcockiano in cui la morbosità è temperata/nascosta nei volutamente “impressionisti” oro e rosso (in Vistavision) dell’autunnale New England fotografato da Burks (suo direttore della fotografia per tutto il memorabile periodo ’50 -’64, fatta eccezione per “Psycho”) e nelle focaccine delle signora Gravely. Prima delle otto straordinarie partiture composte da Herrmann per Hitchcock dove il compositore-direttore da prova del suo enorme potenziale (del quale aveva già incominciato a dare abbondante esemplificazione in “Quarto Potere”) non solo nel dolcissimo motivo degli archi per le sequenze sentimentali ma anche e soprattutto negli interventi dei corni e nel gioco contrappuntistico tra clarinetti e fagotti che sottolineano i momenti più macabri. Né bisogna dimenticare la calibratissima scelta di Herrmann di smorzare la musica ad ogni tentativo di spostare Harry, quasi per permettere allo spettatore di udire il delicato e “rasserenante” fruscio delle foglie autunnali. Nel suo insieme la partitura fornì a Herrmann anche l’ispirazione per realizzare un perfetto ritratto musicale del regista con la suite intitolata appunto “Portrait of Hitch”.
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andrea
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sabato 2 giugno 2001
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hitch si trastulla 3
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Soffermandosi sull’associazione Harry-diavolo il nome è, non a caso, quello che la falsa veggente Madame Blanche (Barbara Harris) dà al suo “Caronte ultraterreno” nell’ultimo film hitchcockiano “Complotto(congiura!) di famiglia”. La possibilità di girare televisivamente (curiosità: il pittore [John Forsythe] vedrà avviarsi con questo film la sua carriera televisiva che avrà il suo culmine in “Dinasty”) in forma di lungometraggio un soggetto così esile ed ottenerne gli effetti più affascinanti è la “molla” che Hitchcock sceglie per stimolare le proprie capacità (vengono immediatamente alla mente le ripetute dissertazioni del regista sull’importanza del “più piccolo” rispetto al “più grande”).
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Soffermandosi sull’associazione Harry-diavolo il nome è, non a caso, quello che la falsa veggente Madame Blanche (Barbara Harris) dà al suo “Caronte ultraterreno” nell’ultimo film hitchcockiano “Complotto(congiura!) di famiglia”. La possibilità di girare televisivamente (curiosità: il pittore [John Forsythe] vedrà avviarsi con questo film la sua carriera televisiva che avrà il suo culmine in “Dinasty”) in forma di lungometraggio un soggetto così esile ed ottenerne gli effetti più affascinanti è la “molla” che Hitchcock sceglie per stimolare le proprie capacità (vengono immediatamente alla mente le ripetute dissertazioni del regista sull’importanza del “più piccolo” rispetto al “più grande”). Questa “molla” lo porterà a raggiungere i massimi risultati espressivi nel ’60 con “Psycho”, girato con un cast tecnico sostanzialmente “preso in prestito” dalle sua serie tv “Alfred Hitchcock presents”, produzione televisiva il cui spirito dissacratore e spietato sarà ereditato proprio da quello dominante nella “Congiura” (con quest’ultima, girata nel ’54, Hitchcock spendendo un milione di dollari anticipa inoltre il meraviglioso “L’infernale Quinlan” di Welles, girato nel ’57 con la stessa cifra, nell’associazione “regista di serie A e budget da B-movie”). La prima immagine che viene in mente pensando al film: i piedi (progressivamente con scarpe, calze e nudi come a suggerire la progressiva spoliazione-putrefazione del corpo abbandonato dalla vita) di Harry sono, forse, un modo (per un regista che “impressionando la vita sulla pellicola ha raccontato la morte più di qualsiasi altro”) di 15mostrare, attraverso la parte meno nobile del corpo, la volgarità, la bassezza della morte che colpisce quando meno ce l’aspettiamo.
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samanta
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lunedì 4 marzo 2019
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un'allegra compagnia
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Il film è da considerarsi un "divertissement" di Hitchcock un'evasione dal cliché che gli era stato dato di maestro del thriller e della tensione. In realtà Hitch non era un regista monotono, ma spesso gli piaceva divagare dai temi consueti, ad esempio pensiamo a Gli uccelli o a Marnie, insomma non era un regista monotomo o legato ad una tematica unica, ma al contrario gli piaceva divagare con le storie e i personaggi.
Il film è stato girato immediatamente dopo Caccia al ladro e precede il Ladro e La donna che visse due volte, appare evidente la diversità di contenuto, di storia e di interpreti, la bionda virginale con gli occhi azzurri non c'é più, Grace Kelly è impegnato dopo una pausa dal lavoro con il Cigno, successivamente Hitch utilizzerà due bionde Vera Miles e Kim Novak con la prima lavorò bene, con la secondo ebbe invece scontri sul set per la diversità di idee.
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Il film è da considerarsi un "divertissement" di Hitchcock un'evasione dal cliché che gli era stato dato di maestro del thriller e della tensione. In realtà Hitch non era un regista monotono, ma spesso gli piaceva divagare dai temi consueti, ad esempio pensiamo a Gli uccelli o a Marnie, insomma non era un regista monotomo o legato ad una tematica unica, ma al contrario gli piaceva divagare con le storie e i personaggi.
Il film è stato girato immediatamente dopo Caccia al ladro e precede il Ladro e La donna che visse due volte, appare evidente la diversità di contenuto, di storia e di interpreti, la bionda virginale con gli occhi azzurri non c'é più, Grace Kelly è impegnato dopo una pausa dal lavoro con il Cigno, successivamente Hitch utilizzerà due bionde Vera Miles e Kim Novak con la prima lavorò bene, con la secondo ebbe invece scontri sul set per la diversità di idee. In questo film la protagonista è la castana Shirley McLaine (Jennifer Rogers) ai suoi esordi cinematografici, che vive in un villaggio idilliaco in mezzo alla campagna del New England. Giocando il suo piccolo figlio Johnny trova nel bosco un cadavere, in un succedersi di eventi comico drammatici il cadavere di cui non si vede mai il volto è ritenuto che sia stato ucciso dal capitano Wiles (Edmund Gwenn famoso caratterista Le chiavi del Paradiso, il miracolo della 34^ strada) per un errore di caccia, da Jennifer che per difendersi da un marito violento che l'aveva abbandonata gli aveva rotto in testa un vaso, la signorina Gravely (Mildred Natwick) attempata zitella che lo ha colpito in testa con il tacco a spillo della scarpa perché aggredita. Interviene perché innamorato di Jennifer il pittore vagabondo Marlowe (John Forsythe , A sangue freddo, Topaz, diventato celebre per la serie televisiva Dynasty) che aiuta i malcapitati e nascondere il corpo aiutato da Wiles, il cadavere verrà sepolto e disseppellito più volte, anche per sfuggire alle indagini del vice-sceriffo un pò inetto, finché il medico chiarirà che è morto per un infarto.
E' un film in cui i toni ironici e comici prevalgono sulla storia, la recitazione come al solito è ben diretta e di ottimo livello, i personaggi sono caratterizzazioni un pò divertenti del mondo piccolo borghese di un paese di campagna , bellissima la fotografia autunnale della campagna, accurati i costumi realizzati dalla fedele sarta di Hitch Edit Head. In conclusione un film che a distanza di oltre 60 anni (è reperibile in DVD) si vede e fa sorridere volentieri per il garbo e l'umorismo che lo impregna
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andrea
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sabato 2 giugno 2001
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hitch si trastulla 2
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La perturbante sfaccettatura della realtà hitchcockiana è resa al suo meglio quando la “signorina” (zitella) Gravely pronuncia (in ironico contrasto con la sua secondaria importanza nel film) la battuta: «E’ accaduto forse qualcosa, capitano?» rivolta a Gwenn che sta cercando di fare uscire di scena Harry teatralmente “con i piedi in avanti”. In questa battuta Hitchcock vedeva giustamente il baricentro, l’essenza, sia sonora che tematico-linguistica aggiungerei, del film. Sonora poiché è pronunciata dalla Natwick con quel distacco e soprattutto con quella lentezza tipici del mondo inglese al quale ci si vuole richiamare e tematico-linguistica perché afferma l’understatement tanto caro e congeniale al regista.
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La perturbante sfaccettatura della realtà hitchcockiana è resa al suo meglio quando la “signorina” (zitella) Gravely pronuncia (in ironico contrasto con la sua secondaria importanza nel film) la battuta: «E’ accaduto forse qualcosa, capitano?» rivolta a Gwenn che sta cercando di fare uscire di scena Harry teatralmente “con i piedi in avanti”. In questa battuta Hitchcock vedeva giustamente il baricentro, l’essenza, sia sonora che tematico-linguistica aggiungerei, del film. Sonora poiché è pronunciata dalla Natwick con quel distacco e soprattutto con quella lentezza tipici del mondo inglese al quale ci si vuole richiamare e tematico-linguistica perché afferma l’understatement tanto caro e congeniale al regista. Proprio la miscela perfetta dei due fulcri principali: la lentezza e l’understatement rendono unica nella cinematografia questa pellicola e ne fanno un importante tassello del testamento mentale composto da Hitchcock attraverso la sua produzione cinematografica (e, con evidente inferiorità artistica, televisiva). Per spendere qualche parola su Harry che può apparire il protagonista ma che è solo il pretesto-elemento scatenante-falsa pista (il “Mac Guffin” direbbe Hitchcock) che dà avvio alla “storia” egli può avere qualche pregnanza come simbolo: l’incognito ( x ), l’imprevisto ma anche, in quanto potenziale elemento sovvertitore, il diavolo (“Harry” in inglese ha anche questo significato!) che tutti vogliono rimuovere (fisicamente e figurativamente) ma della cui morte, paradossalmente, si sentono, vogliono essere, al tempo stesso, responsabili.
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(di muriel)
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elgatoloco
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sabato 25 maggio 2019
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grande hitchcock, sempre, più surreale stavolta
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A metà anni 1950 scherzare con e sulla morte(il cadavere di uno"sconosciuto"trovato in un bosco)come in"THe Trouble with Harry"(Alfred Hitchcock, 1955)era"scandaloso"e provocatorio e sir Alfred lo sa e lo riconosce espressamente nefl libro scritto con François Truffaut, meglio rispondendo alle questioni(molto tecniche ma anche complessivamente importanti)di Truffaut, "Le cinéma selon Hitchock". La provocazione, poi, è all'ennesima potenza, se consideriamo che tutto si svolge come fosse il recirpoco comico-satirico-grottesco-surreale di "Rashomon"di Akira Kurosawa(1950), ossia una riflessione sulla realtività totale dei punti di vista su un fatto tragico come la morte di un uono-là, però, è un omicidio con ulteriori complicazioni, qui.
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A metà anni 1950 scherzare con e sulla morte(il cadavere di uno"sconosciuto"trovato in un bosco)come in"THe Trouble with Harry"(Alfred Hitchcock, 1955)era"scandaloso"e provocatorio e sir Alfred lo sa e lo riconosce espressamente nefl libro scritto con François Truffaut, meglio rispondendo alle questioni(molto tecniche ma anche complessivamente importanti)di Truffaut, "Le cinéma selon Hitchock". La provocazione, poi, è all'ennesima potenza, se consideriamo che tutto si svolge come fosse il recirpoco comico-satirico-grottesco-surreale di "Rashomon"di Akira Kurosawa(1950), ossia una riflessione sulla realtività totale dei punti di vista su un fatto tragico come la morte di un uono-là, però, è un omicidio con ulteriori complicazioni, qui... non voglio sottrarre capacità di intuizione e di detection a chi legge... I punti di vista, qui, sono appunto, assolutamente grotteschi, con il vecchio marinaio convinto di averlo colpito col fucile quando andava a caccia, la signora che gli avrebbe dato un colpo involontaria, la giovane ex-moglie che poco tempo prima gli aveva(avrebbe, meglio)dato una bottigliata in testa, e via dicendo. Ma ognuno, poi, formula ipotesi più o meno fantastiose sull'accaduto, in realtà dando scarso valore alla morte di uno sconosciuto, che in realtà non è neppure tale, per molti di questi personaggi(pochi di numero, ma rappresentanti di varie maniere di vedere il mondo). E'assolutamente vero che questo sia il"più inglese dei film americani di Hitchcock"(ma idem vale per"Rope"), ma è anche vero che Hitchcock, prendendo spunto(non sappiamo però fino a che punto)da un romanzo di Jack Trevor Story, contestualizza il tutto nella provincia rurale USA. Dunque un'altra provocazione, sapendo il gap culturale che separa i due stati, meglio l'ex-madre patria dall'ex-colonia... Sequenze elegiache nelle quali si insinua la visione macabra, in perfetto english style, id est Hitchock style and touch, dove la musica di Bernard Herrmann, stavolta a base di retoriche marcette trionfalistico-comiche, rappresenta un ulteriore contrappasso al tutto. Ottimi interpreti Edward Gwenn, John Forsythe, una giovane e avveenente Shirley Mac Laine, ma anche gli altri/le altre qui non menzionati/e. Da vedere e rivedere assolutamente, tassativamente, scoprendo ogni volta qualcosa di nuovo..: El Gato
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aristoteles
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sabato 15 agosto 2015
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un alfred veramente originale
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Fantastica fotografia della campagna inglese con colori autunnali che incantano.
Colpi di scena continui attraverso un gruppo di protagonisti simpaticissimi,sopratutto il capitano Wiles.
La trama è originalissima ,alla ricerca di un assassino e di una morte misteriosi.
I dialoghi sono raffinati,ma non raggiungono il livello di altre opere del maestro,questo perchè volutamente annaffiati da un ficcante humor inglese,
Non che disturbi,anzi,il film si regge proprio su questo,però può piacere o non.
In alcune sequenze l'ho trovato fantastico,sopratutto quando si parla della vita e della morte davanti al "classico" tè delle cinque,in altre si eccede, come per esempio in tutta la scena del dottore.
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Fantastica fotografia della campagna inglese con colori autunnali che incantano.
Colpi di scena continui attraverso un gruppo di protagonisti simpaticissimi,sopratutto il capitano Wiles.
La trama è originalissima ,alla ricerca di un assassino e di una morte misteriosi.
I dialoghi sono raffinati,ma non raggiungono il livello di altre opere del maestro,questo perchè volutamente annaffiati da un ficcante humor inglese,
Non che disturbi,anzi,il film si regge proprio su questo,però può piacere o non.
In alcune sequenze l'ho trovato fantastico,sopratutto quando si parla della vita e della morte davanti al "classico" tè delle cinque,in altre si eccede, come per esempio in tutta la scena del dottore.
Chi,come me,ama il maestro dovrebbe dargli un'occhiata.
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lorenzodv
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domenica 5 gennaio 2020
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bungiorno signora è suo questo cadavere?
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Un cadavere è ritrovato nel bosco e tutti i ritrovatori sono nella circostanza di averlo ucciso. Non è un tutti contro tutti, al contrario ciascuno sospetta di sé: uno l'aveva colpito con una bottigliata, un altro con una scarpa dal tacco di ferro, un altro si dilettava nella caccia ma in pratica spara in giro a vanvera. I vicini quasi sconosciuti iniziano a frequentarsi per interesse, nascondono il cadavere, dopo credono che sia più opportuno farlo riapparire, dopo lo nascondono ancora e questo vai e vieni della salma che non ha pace plasma questa umanità così cinica da risultare divertente ma non troppo caricaturale.
E' un riuscitissimo film a tema sui rapporti di vicinato e sull'umanità delle persone, con un piccolo colpo di scena quando si avrà la soluzione del caso ma che del resto non è l'elemento centrale.
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Un cadavere è ritrovato nel bosco e tutti i ritrovatori sono nella circostanza di averlo ucciso. Non è un tutti contro tutti, al contrario ciascuno sospetta di sé: uno l'aveva colpito con una bottigliata, un altro con una scarpa dal tacco di ferro, un altro si dilettava nella caccia ma in pratica spara in giro a vanvera. I vicini quasi sconosciuti iniziano a frequentarsi per interesse, nascondono il cadavere, dopo credono che sia più opportuno farlo riapparire, dopo lo nascondono ancora e questo vai e vieni della salma che non ha pace plasma questa umanità così cinica da risultare divertente ma non troppo caricaturale.
E' un riuscitissimo film a tema sui rapporti di vicinato e sull'umanità delle persone, con un piccolo colpo di scena quando si avrà la soluzione del caso ma che del resto non è l'elemento centrale.
Non ho visto Hitchcock seduto da qualche parte e se questo venisse confermato si direbbe che gli abbia portato sfortuna perché il film è stato accolto malissimo alla sua uscita.
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carloalberto
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martedì 7 settembre 2021
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humor inglese datato, si salva la fotografia
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Intrisi di tipico humor inglese anni cinquanta, dalla prima all’ultima sequenza, i dialoghi risultano troppo inglesi e troppo datati per divertire un pubblico moderno non anglosassone e come commedia nera il film strappa al massimo, ogni tanto, qualche sorriso. Chi si aspetta il classico giallo alla Hitchcock rimarrà profondamente deluso. A parte la perfezione della fotografia e la bellezza dei colori, che fanno di ogni scena dei piccoli quadretti alla Turner o alla Constable, con i suggestivi paesaggi autunnali di un boschetto del Vermont, più interessanti dello stesso plot, il film, a dispetto di una critica generalmente positiva, è purtroppo noioso e segnato dal tempo, a differenza dei capolavori del maestro del brivido, a tutt’oggi attuali e godibili, quasi fossero stati girati ieri, come La finestra sul cortile o Delitto perfetto.
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Intrisi di tipico humor inglese anni cinquanta, dalla prima all’ultima sequenza, i dialoghi risultano troppo inglesi e troppo datati per divertire un pubblico moderno non anglosassone e come commedia nera il film strappa al massimo, ogni tanto, qualche sorriso. Chi si aspetta il classico giallo alla Hitchcock rimarrà profondamente deluso. A parte la perfezione della fotografia e la bellezza dei colori, che fanno di ogni scena dei piccoli quadretti alla Turner o alla Constable, con i suggestivi paesaggi autunnali di un boschetto del Vermont, più interessanti dello stesso plot, il film, a dispetto di una critica generalmente positiva, è purtroppo noioso e segnato dal tempo, a differenza dei capolavori del maestro del brivido, a tutt’oggi attuali e godibili, quasi fossero stati girati ieri, come La finestra sul cortile o Delitto perfetto. Il film è comunque ancora guardabile grazie ad un cast formato da ottimi attori inglesi in cui spiccano Edmund Gwenn, nella parte dell’attempato capitano di lungo corso a riposo, che alla fine si scoprirà aver pilotato soltanto rimorchiatori,e Mildred Natwick, la vecchia zitella, scampata fortunosamente allo stupro, desiderosa di trovare marito. Da segnalare il brillante esordio sul set di una giovanissima Shirley MacLaine che interpreta la moglie un po’ svampita dell’uomo ritrovato cadavere nel bosco, vero motore immobile di tutto il film, intorno a cui ruotano e si intrecciano tutte le storie dei personaggi.
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