gigi de grossi/red
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martedì 26 febbraio 2008
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un moderno parsifal
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Con Shane, del 1953, il mito dell'Ovest americano ripercorre le tracce di un altro mito geograficamente più lontano e cronologicamente più antico: il mito di Parsifal del "ciclo bretone", ovvero del cavaliere senza macchia, portatore di valori sacri, come la pace, la giustizia, la solidarietà, l'amore per la terra. Shane, cavaliere nomade, mette fine ai soprusi e riporta la concordia nella valle, tra le montagne incontaminate del Wyoming. Moderno Parsifal dal passato misterioso - si intuisce che ha già ucciso - crede di aver trovato il luogo eletto dove vivere e lavorare onestamente, ma sa bene che se così accadesse, ruberebbe l'amore della moglie e del figlio al leale agricoltore che gli ha dato fiducia, ospitalità e amicizia.
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Con Shane, del 1953, il mito dell'Ovest americano ripercorre le tracce di un altro mito geograficamente più lontano e cronologicamente più antico: il mito di Parsifal del "ciclo bretone", ovvero del cavaliere senza macchia, portatore di valori sacri, come la pace, la giustizia, la solidarietà, l'amore per la terra. Shane, cavaliere nomade, mette fine ai soprusi e riporta la concordia nella valle, tra le montagne incontaminate del Wyoming. Moderno Parsifal dal passato misterioso - si intuisce che ha già ucciso - crede di aver trovato il luogo eletto dove vivere e lavorare onestamente, ma sa bene che se così accadesse, ruberebbe l'amore della moglie e del figlio al leale agricoltore che gli ha dato fiducia, ospitalità e amicizia. Perciò deve andarsene: il suo cammino e il suo destino sono già tracciati dalla legge degli uomini che egli ha infranto, sia pure a fin di bene. Indimenticabile e struggente l'addio gridato del ragazzo mentre Shane si allontana, scomparendo nel nulla dal quale era venuto. Geniale e innovativa la scenografia, voluta da Stevens, della città costruita su un solo lato per accrescere il senso di desolazione, con i due alberi come porta di ingresso. Un grande Alan Ladd, malinconicamente nobile, apparentemente mperturbabile,irraggiungibile nelle sue pause e nei suoi silenzi. Bravissimi tutti gli altri attori tra cui l'esordiente Jack Palance, splendido cattivo, che Stevens mise in sella a un cavallo di piccola taglia per rendere più minacciosa la sua figura. A quanti rimproverano al film un troppo evidente accademismo o l'esaltazione di valori conservatori come la terra e la famiglia, rispondo con le parole di Woody Allen (che ama questo film): "è solo poesia".
Oscar a Loyal Griggs per la fotografia. Musica di Victor Young.
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raffaele
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sabato 2 settembre 2006
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mitico
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Arioso come il paesaggio - acque tranquille, cime montane quasi metafisiche, grandi spazi - su cui cavalcano, melanconici e fiduciosi insieme, gli ideali e i sogni di un western armonioso e musicale come un concerto d'altri tempi.
Lo vidi che ero bambino. Ogni volta che lo rivedo ritrovo lo spirito dell'infanzia, una "grande frontiera" aperta sull'avvenire che sembra evocare lo stesso fascino e le stesse metafore.
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samanta
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domenica 21 ottobre 2018
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un uomo ha la sua via tracciata
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Shane (Alan Ladd) è un pistolero, ma come un cavaliere medievale errante (ma non alla cerca del Graal o di qualcosa) o come un Ramingo del Signore degli Anelli va da un posto all'altro, il suo passato non lo conosciamo, ma sappiamo che sta dalla parte dei deboli e degli oppressi. In questo film Shane arriva nella Teton Valley e si ferma per bere nella fattoria di Joe Starret (Van Heflin) che vive con la moglie Marian ((Jean Arthur) e con il figlio di 10 anni Joey (Brandon De Wilde), invitato a pranzo, finisce con il rimanere e lavora nella fattoria. Gli Starrett come gli altri contadini della valle sono vessati dai fratelli Ryker grandi allevatori di bestiame che li vogliono cacciare dalle loro terre colpendoli con atti violenti.
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Shane (Alan Ladd) è un pistolero, ma come un cavaliere medievale errante (ma non alla cerca del Graal o di qualcosa) o come un Ramingo del Signore degli Anelli va da un posto all'altro, il suo passato non lo conosciamo, ma sappiamo che sta dalla parte dei deboli e degli oppressi. In questo film Shane arriva nella Teton Valley e si ferma per bere nella fattoria di Joe Starret (Van Heflin) che vive con la moglie Marian ((Jean Arthur) e con il figlio di 10 anni Joey (Brandon De Wilde), invitato a pranzo, finisce con il rimanere e lavora nella fattoria. Gli Starrett come gli altri contadini della valle sono vessati dai fratelli Ryker grandi allevatori di bestiame che li vogliono cacciare dalle loro terre colpendoli con atti violenti. Shane li difende e capendo che devono trovare uno che sia al suo livello, assoldono un feroce pistolero Wilson (Jack Palance) che per dare un esempio uccide un contadino. Joe vuole andare dai Ryker per chiarire la situazione. ma Shane che ha saputo che è un agguato, lo ferma con la forza va all'appuntamento e provocato uccide il pistolero e i fratelli e riparte da dove era venuto, invano seguito da Joey che si era affezionato a lui.
Il film diretto da un grande regista George Stevens (2 Oscar per Un posto al Sole e Il Gigante) è uno dei capolavori del cinema e uno dei migliori western. E' un film di struggente poesia in cui l'azione si svolge con lo scenario dei grandi monti Teton che incombono, pochi primi piani e le scene spesso girate con quelle meravigliose montagne (il regista per aumentare la vicinanza usò particolari macchine da ripresa) sullo sfondo. L'ambiente del 1890 è ricostruito con fedeltà, le case sono rustiche, i vestiti sono lisi e rozzi, Marian per andare al ballo del 4 luglio userà il vestito da sposa, ma l'ambiente è di gente semplice e onesta che con il duro lavoro cerca di assicurare un avvenire migliore ai figli e questo conquista Shane. C'è una storia di amore tra Shane e Marian ma è sottintesa, tra loro c'è solo il ballo del 4 luglio e una stretta di mano, ed è per questo che il nostro eroe non vuole fermarsi sapendo che romperebbe gli equilibri di una famiglia felice e che il suo destino è di non fermarsi in alcun luogo. La fotografia particolarmente curata ed in Technicolor è splendida (ricevette un Oscar), la colonna sonora non è roboante ma semplice e tradizionale e avvolge lo spettatore che rimane coinvolto in un altra epoca e in un altro mondo. Quanto alla recitazione Alan Ladd fece una prestazione di valore assoluto, le sue pause valgono più di un dialogo, era un attore sfruttato dalla Paramount che gli faceva fare film a basso costo e di grande successo, il film fu la sua grande occasione, morirà nel 1964 suicidandosi. Ottime le prestazioni di Jean Arthur (l'attrice preferita di Frank Capra e questo sarà il suo ultimo film) e di Van Heflin, sbalorditiva la prestazione del piccolo Brandon de Wilde, rimarrà sempre impressa la scena in cui insegue Shane gridando "ritorna".
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muttley72
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venerdì 24 gennaio 2014
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film manieristico se visto oggi: ma è un classico
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Questo film western è un film (normalmente) valutato 4-5 stelle dalla critica. Visto e rivisto più volte.... posso esprimere la mia opinione. Il film è molto "asciutto", nel senso di semplice (come storia), prevedibile (nello svolgimento e nell'epilogo) ed oggi sarebbe definibile anche come un film "perbenista" (con il cavaliere-paladino che arriva, sistema le cose e poi se ne va senza nulla chiedere), ma al tempo stesso bisogna riconoscere che il "film western classico" era anche (o proprio) questo negli anni '50 in cui il film fu girato, quindi chi ami il "western classico" non potrà non apprezzare il film per come esso è, a prescindere dal fatto che oggi (...negli anni 2000), il film appaia "datato" o, come è ben detto nella recensione del Morandini, troppo "manieristico", con ad es.
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Questo film western è un film (normalmente) valutato 4-5 stelle dalla critica. Visto e rivisto più volte.... posso esprimere la mia opinione. Il film è molto "asciutto", nel senso di semplice (come storia), prevedibile (nello svolgimento e nell'epilogo) ed oggi sarebbe definibile anche come un film "perbenista" (con il cavaliere-paladino che arriva, sistema le cose e poi se ne va senza nulla chiedere), ma al tempo stesso bisogna riconoscere che il "film western classico" era anche (o proprio) questo negli anni '50 in cui il film fu girato, quindi chi ami il "western classico" non potrà non apprezzare il film per come esso è, a prescindere dal fatto che oggi (...negli anni 2000), il film appaia "datato" o, come è ben detto nella recensione del Morandini, troppo "manieristico", con ad es. un Alan Ladd che sembra un impiegato di banca col suo modo (troppo) educato di muoversi e parlare (...basta mettergli una giacca doppio petto al posto dell'abito da cowboy) e poco credibile (...ma con gli occhi di oggi nel 2014, non all'epoca del film) per essere un uomo del far west. Idem per Jack Palance che interpreta il cattivo-killer con le 2 pistole (non 1 sola). Ma poi bisogna anche ammettere che in quegli anni il "film western" era proprio cosi e per quell'epoca questo film, come "storia edificante", era uno dei migliori film sulla piazza. Voglio dire: se oggi ad es. il "killer cattivo" vestito in un certo modo (poi copiato negli spaghetti western e nei film commedia ambientati nel west di Bud Spencer e Terence Hill) sembra uno "stereotipo" è proprio, perché nasce e viene creato nei film come questo ("Shane"). Con i tutti i suddetti limiti, quindi, il film (nel suo genere) merita dunque le 4 stelle, è un classico.
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