marco michielis
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domenica 14 agosto 2011
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un'ambientazione insolita
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I temi che si ritrovano in "Tamburi lontani" sono comuni a gran parte dei western, il conflitto tra i nativi e gli yankees, la vittoria di quest'ultimi grazie al solito eroe (in questo caso Gary Cooper) che trionfa nel duello con il capo dei pellerossa, e l'amore per una donna appena conosciuta; quello che di particolare ed atipico si riscontra in questo film è sicuramente l'ambientazione, una Florida ancora selvaggia e incontaminata, in cui la giungla e le paludi costituiscono un arduo banco di prova per il contingente di soldati americani impegnato nella fuga dai Seminole. Serpenti velenosi, alligatori affamati e corsi d'acqua affatto sicuri sembrano essere più adatti a un bel film d'avventura all'Indiana Jones, per intenderci, non certo a un western in cui si vuole raccontare l'ennesimo capitolo dell'infinito scontro tra indiani e bianchi: Walsh è però abile nell'evitare che il suo film si tramuti in un improbabile susseguirsi di scontri tra l'uomo e la natura, portati fino al limite estremo.
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I temi che si ritrovano in "Tamburi lontani" sono comuni a gran parte dei western, il conflitto tra i nativi e gli yankees, la vittoria di quest'ultimi grazie al solito eroe (in questo caso Gary Cooper) che trionfa nel duello con il capo dei pellerossa, e l'amore per una donna appena conosciuta; quello che di particolare ed atipico si riscontra in questo film è sicuramente l'ambientazione, una Florida ancora selvaggia e incontaminata, in cui la giungla e le paludi costituiscono un arduo banco di prova per il contingente di soldati americani impegnato nella fuga dai Seminole. Serpenti velenosi, alligatori affamati e corsi d'acqua affatto sicuri sembrano essere più adatti a un bel film d'avventura all'Indiana Jones, per intenderci, non certo a un western in cui si vuole raccontare l'ennesimo capitolo dell'infinito scontro tra indiani e bianchi: Walsh è però abile nell'evitare che il suo film si tramuti in un improbabile susseguirsi di scontri tra l'uomo e la natura, portati fino al limite estremo. Le peripezie dei soldati nella palude, infatti, non occupano un grande intervallo di tempo all'interno della pellicola, d'altro canto sono costantemente accompagnate dal suono dei tamburi dei Seminole, che non sempre è lontano, come recita il titolo, bensì a volte pare esserlo, causando dunque il panico tra le fila delle truppe americane che si vedono piombare addosso all'improvviso i pellerossa, esperti del territorio, ma soprattutto di gran lunga superiori di numero. Per quanto concerne la dinamica dei frequenti scontri, è importante rilevare che raramente si assiste ad uccisioni, perchè la più grave disfatta dei soldati avviene lontano dal raggio d'azione della cinepresa, e se ne apprendono i dettagli solamente dal racconto dello scout, personaggio tra l'altro designato dal regista come portatore di una certa dose di comicità, che si evince in particolar modo nelle esilaranti ed interminabili strette di mano (spassosa soprattutto quella alla fine del film). Il capitano Quincy, infine, è un personaggio alla Tex Willer, se così si può definire, sempre giusto ed imparziale nelle sue valutazioni anche a proposito dei nemici, e soprattutto leale e fedele nei confronti del suo Paese, che, seppur in maniera indiretta, gli ha causato il grave lutto della perdita della moglie indiana. Alla fine, anche lui verrà ricompensato con l'amore di un'altra donna, mentre il tenete Tufts, voce narrante del film, se ne tornerà a casa sua, avendo imparato molto da questa esperienza, e con una bella storia da raccontare al figlioletto. E a noi.
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daniela macherelli
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venerdì 29 novembre 2013
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tamburi lontani: un avventuroso percorso interiore
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Film efficace, dalla sceneggiatura che scorre liscia, con attori sempre all'altezza della situazione, Tamburi lontani immerge lo spettatore in un'atmosfera a metà tra l'avventuroso e il fiabesco, in un'ambientazione (una palude in Florida) fuori dal consueto per un western.
I protagonisti, il capitano Quincy e Judy, una prostituta, hanno entrambi subito un grave torto: al primo è stata uccisa la moglie indiana e, forse, anche il suo bimbo, mentre Judy è stata illusa e poi lasciata. L'attraversamento della palude, a cui sono costretti per sfuggire agli indiani, pieno di difficoltà e di insidie, è insieme angoscioso e affascinante e può essere interpretato come metafora di un loro percorso interiore, che porterà l'uno e l'altra ad avere di nuovo fiducia nel futuro, Quincy ritrovando il suo bambino che egli credeva morto e Judy abbandonando i suoi propositi di vendetta verso l'uomo che l'aveva ferita, e fidanzandosi con Quincy.
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Film efficace, dalla sceneggiatura che scorre liscia, con attori sempre all'altezza della situazione, Tamburi lontani immerge lo spettatore in un'atmosfera a metà tra l'avventuroso e il fiabesco, in un'ambientazione (una palude in Florida) fuori dal consueto per un western.
I protagonisti, il capitano Quincy e Judy, una prostituta, hanno entrambi subito un grave torto: al primo è stata uccisa la moglie indiana e, forse, anche il suo bimbo, mentre Judy è stata illusa e poi lasciata. L'attraversamento della palude, a cui sono costretti per sfuggire agli indiani, pieno di difficoltà e di insidie, è insieme angoscioso e affascinante e può essere interpretato come metafora di un loro percorso interiore, che porterà l'uno e l'altra ad avere di nuovo fiducia nel futuro, Quincy ritrovando il suo bambino che egli credeva morto e Judy abbandonando i suoi propositi di vendetta verso l'uomo che l'aveva ferita, e fidanzandosi con Quincy. E' evidente, inoltre, il contrasto civiltà-natura, la prima spesso menzionata attraverso la città di Savannah, che Judy vive come il suo habitat ideale, mentre, nonostante la palude sia simbolo di una natura matrigna e ostile, Quincy sa destreggiarsi in essa molto bene ed uscire vincente da tutte le insidie che essa gli tende. Entrambi, comunque, escono rigenerati da questa situazione, happy end che stempera la tensione che pervade tutto il film, mentre molti degli altri personaggi trovano la morte.
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samanta
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sabato 3 agosto 2019
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l'urlo di guglielmo!
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E' un film di Raoul Walsh girato 6 anni dopo Operazione Burma (da me recensito) di cui rieccheggia la trama e anche alcuni episodi. Il film è ambientato nel 1840 in Florida passata dalla Spagna agli USA nel 1819 e ancora selvaggia e teatro di una sanguinosa guerra con gli indiani Seminole. Il film è interpretato da Gari Cooper all'apice di una carriera ormai trentennale, ma girerà ancora molti film , il successivo sarà Mezzogiorno di fuoco con cui conseguì il secondo Oscar, verranno poi ancora altri film (tra cui: Il prigioniero della miniera, Vera Cruz, Arianna con Audrey Hepburn, Cordura), morirà ancora giovane nel 1961.
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E' un film di Raoul Walsh girato 6 anni dopo Operazione Burma (da me recensito) di cui rieccheggia la trama e anche alcuni episodi. Il film è ambientato nel 1840 in Florida passata dalla Spagna agli USA nel 1819 e ancora selvaggia e teatro di una sanguinosa guerra con gli indiani Seminole. Il film è interpretato da Gari Cooper all'apice di una carriera ormai trentennale, ma girerà ancora molti film , il successivo sarà Mezzogiorno di fuoco con cui conseguì il secondo Oscar, verranno poi ancora altri film (tra cui: Il prigioniero della miniera, Vera Cruz, Arianna con Audrey Hepburn, Cordura), morirà ancora giovane nel 1961.
Un gruppo di rangers comandati dal Capitano Wyatt (Gary Cooper) accompagnati da un ufficiale di marina Tufts (Richard Webb) che ha il compito di trasportarli su una barca attraverso un lago per distruggere un forte di contrabbandieri che rifornivano di armi gli indiani in guerra con gli americani. L'attacco riesce, vengono liberati anche i prigionieri tra cui una giovane donna Judy(Mari Aldon), ma la ritirata è ostacolata dai Seminole che tagliano la via di fuga e i rangers sono costretti a fuggire attraverso le paludi immense della Florida.La vicenda finisce bene con gravi perdite tra i soldati, ma l'uccisione del capo dei Seminole, il figlio di Wyatt, che il capitano aveva avuto da una principessa indiana che era stata uccisa, viveva al limite della palude, scomparso e creduto morto viene ritrovato e Wyatt trova l'amore di Judy.
Il film è diretto con maestria da Walsh regista esperto nei film di azione e quindi che si trova a suo agio a dirigere con scioltezza un film di questo tipo. L'ambientazione è particolarmente suggestiva: le immense paludi dell'Everglades, infestate da coccodrilli, le scene di guerra sono di buon livello (ad esempio quella nel cimitero indiano) ed ottimo il duello finale subacqueo tra il Capo indiano e il capitano. E' presente anche la tensione morale, la pietà e il perdono, con il capitano Wyatt che ha perdonato e rinunciato alla vendetta nei confronti di 2 giovani soldati ubriachi e inesperti che gli avevano ucciso la moglie credendola una nemica, così convince Judy a rinunciare alla vendetta verso l'uomo che l'aveva rovinata. La vicenda pur non originale dell'avventuriera che trova l'amore nell'uomo forte e giusto (ricordate Un Dollaro d'onore?), è raccontata con delicatezza, così come è raccontato senza ideologismi il rapporto tra bianchi e indiani spesso turbolento.
Il film è passato nella storia cinematografica perché per la prima volta venne utilizzato il c.d. Wilhelm Scream un urlo tragico e potente di una persona che sta per morire (nel film un soldato che rimane inchiodato ad un albero da un machete lanciato da un indiano), questo effetto cinematografico venne poi ripreso in film come Guerre Stellari e poi anche in molte altre pellicole (Il Signore degli Anelli, La Bella e la Bestia)
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[+] mari
(di samanta)
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domenico rizzi
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domenica 15 dicembre 2013
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seminole come vietcong nelle paludi della florida
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Western acquatico del maestro Raoul Walsh, con un Gary Cooper già cinquantenne ma in gran forma, nella parte del misantropico capitano Wyatt. Il tema è la guerra contro la tribù dei Seminole che si annidano nelle paludi dell'Everglades, valendosi di preziosi alleati come gli acquitrini, le sabbie mobili, gli alligatori, i serpenti e le zanzare. Soltanto un ufficiale dell'esercito che vive nella regione insieme ad un figlio avuto da una donna indiana può guidare la duplice spedizione, dapprima contro i trafficanti d'armi spagnoli che hanno come base un'antica fortezza, poi contro gli spietati guerrieri di Ocala, che dimostrano di non avere alcuna pietà per i nemici catturati: memorabile la scena della fossa in cui gli alligatori si cibano dei poveri soldati catturati.
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Western acquatico del maestro Raoul Walsh, con un Gary Cooper già cinquantenne ma in gran forma, nella parte del misantropico capitano Wyatt. Il tema è la guerra contro la tribù dei Seminole che si annidano nelle paludi dell'Everglades, valendosi di preziosi alleati come gli acquitrini, le sabbie mobili, gli alligatori, i serpenti e le zanzare. Soltanto un ufficiale dell'esercito che vive nella regione insieme ad un figlio avuto da una donna indiana può guidare la duplice spedizione, dapprima contro i trafficanti d'armi spagnoli che hanno come base un'antica fortezza, poi contro gli spietati guerrieri di Ocala, che dimostrano di non avere alcuna pietà per i nemici catturati: memorabile la scena della fossa in cui gli alligatori si cibano dei poveri soldati catturati. L'ambiente ricorda molto da vicino - benchè il film sia stato girato nel 1951, quando la guerra nel sud-est asiatico riguardava ancora la Francia - quello del Vietnam e la marcia della colonna militare - di cui fanno parte un giovane ufficiale di marina (il tenente di vascello Tufts, interpretato da Richard Webb) una caustica donna del Sud (Judy Beckett, attrice Mary Aldon) fatalmente votata all'amore con il vedovo Wyatt e l'immancabile trapper Hunk (Arthur Hunnicut) che dev'essere nato anziano con l'abito da trappolatore indosso (ricordate: "Il grande cielo", di Howard Hawks?) - presenta analogie con qualche moderno film di guerra. Fra mille peripezie, scontri a fuoco e fughe nelle paludi, uno sparuto drappello riuscirà a riportare intatta la propria pelle sulla spiaggia del mare. Quando il grosso dell'esercito arriverà in suo aiuto, il prode Cooper avrà già risolto la questione alla sua maniera di rude uomo della Frontiera. Un duello, anch'esso atipico - ma non più di tanto, perchè sono parecchi i western in cui i due avversari si affrontano nell'elemento liquido - in cui prevalgono la forza e il coraggio nelle limpide acque che circondano la Florida. L'immagine pulita e solare del finale corona i buoni propositi di tutti, restituendo a Wyatt la gioia di una famigliia. Una volta tanto, anche gli Indiani si inchinano al vincitore, ripiegando nel loro regno liquido dopo avere perso il proprio condottiero. "Tamburi lontani" - soggetto di Niven Busch, un altro grande del cinema - è uno dei pochi film che ritraggono la cruenta campagna degli Stati Uniti contro i Seminole, che si difesero per anni sotto la guida dei capi Osceola e Micanopy. Quest'ultimo guidò addirittura il massacro della colonna del maggiore Francis L. Dade nel 1835, sterminata quasi al completo: 107 morti e solo 3 sopravvissuti. Le missioni come quella descritta nel film vennero compiute congiuntamente da truppe di terra e marines sbarcati dalle navi sulla costa, ma i Seminole resistettero ostinatamente anche dopo aver perso il loro leader Osceola. Oggi vivono ancora, almeno in parte, in queste terre inospitali che difesero con tanta tenacia.
Domenico Rizzi, scrittore.
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