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Lo sfacelo dell''Italia tra neorealismo e noir Valutazione 4 stelle su cinque

di woody62


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domenica 8 agosto 2021

Il quinto film di Lattuada, dopo il successo de “Il Bandito” del 1946, ripropone i temi dello sfacelo morale e materiale nell'Italia dell'immediato dopo guerra. Qui siamo a Livorno dove la presenza dei militari americani convive con la diffusa attività malavitosa, fatta di contrabbando, furti, prostituzione, in un clima di generale anarchia che sfrutta l'assenza dello Stato e dove l'unica autorità è quella della Polizia Militare americana. In questo ambiente dissoluto si sviluppa la storia della protagonista Angela, - una giovane e intensa Carla Del Poggio – che, partita da Firenze alla ricerca del fratello, viene invischiata nel mondo della prostituzione e della malavita, controllato da Pierluigi, viscido e inquietante boss vestito curiosamente di bianco. Trova un po' di sostegno in Marcella – giovane prostituta ben interpretata da Giulietta Masina - e soprattutto in Jerry, un militare americano di colore che si innamora di lei e per aiutarla finisce in guai seri. Proprio questo aspetto della sceneggiatura di Pinelli e Fellini aggiunge all'opera il tema della discriminazione razziale, nel malvisto rapporto tra Jerry ed Angela, con le considerazioni ignobilmente razziste del capitano argentino, figlio di mercanti di schiavi, che a Livorno fa affari con la malavita. Certo la storia di Jerry ed Angela non avrà un lieto fine, ma segna comunque il riscatto per entrambi rispetto ad una vita altrimenti indegna di essere vissuta. Il film assolutamente riuscito, con l'ottima fotografia di Aldo Tonti e la bella colonna sonora di Nino Rota, ebbe in Italia una buona accoglienza da parte del pubblico, mentre la critica fu meno favorevole. In Francia e nel resto d'Europa invece il film fu molto apprezzato. Un'ultima annotazione: Lattuada e Fellini, assieme alle rispettive mogli/muse (Alberto sposò Carla Del Poggio nel 1945, Federico la Masina nel 1943), furono un quartetto di amici e colleghi molto affiatati fino al 1950, quando la non felice esperienza di co-regia e coproduzione di “Le luci del varietà”, primo film ufficiale di Fellini, segnò la fine del sodalizio.

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