Un poliziotto scomodo |
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Un film di Stelvio Massi.
Con Massimo Serato, Olga Karlatos, Mario Feliciani, Maurizio Merli, Nello Pazzafini.
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Poliziesco,
durata 91 min.
- Italia 1978.
- VM 14 -
MYMONETRO
Un poliziotto scomodo
valutazione media:
2,17
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Strano "poliziottesco" a episodidi woody62Feedback: 6249 | altri commenti e recensioni di woody62 |
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sabato 3 settembre 2022 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Nel panorama del genere anni '70, “Un poliziotto scomodo” è un film singolare. Stelvio Massi, uno dei maestri del “poliziottesco”con Lenzi, De Leo, Tessari, Castellari, realizza una sceneggiatura (con Capone e Agrimi) che struttura il film in due episodi. Il primo, nel solco della tradizione, è ambientato a Roma e vede il Commissario Olmi – interpretato dal collaudato Maurizio Merli – mettere in atto i suoi modi rudi e violenti per combattere i malviventi autori di crimini efferati. Queste azioni però lo espongono alle critiche dei suoi superiori e sopratutto non gli consentono di arrestare il vero mandante – un potente direttore della dogana interpretato da Massimo Serato – che riesce a fuggire grazie alla copertura fornita da una alto magistrato connivente. Di qui l'autonoma scelta di Olmi di essere trasferito. E siamo al secondo episodio, almeno all'inizio più leggero originale. Ambientato a Civitanova Marche – paese natale di Massi – in una prospettiva turistica e balneare, vede Olmi alle prese con una tranquilla realtà di provincia, ove trova anche l'amore nella maestra Anna – la bella Olga Karlatos -. Anche qui però l'istinto del poliziotto lo porta a scoprire e debellare un traffico di armi che dal mare coinvolge pescatori, trasportatori e un ricco e insospettabile editore. La trama che anticipa alcuni episodi della saga di Montalbano, vira poi nuovamente nella violenza cieca, quando Olmi deve liberare l'amata Anna e i suoi alunni tenuti in ostaggio a scuola dai malviventi ormai disperati, con un finale comunque prevedibile. Nel complesso un film dignitoso ma nulla di più. Massi al minimo sindacale, con interpreti validi, buona fotografia, buon montaggio e le musiche del maestro Cipriani.
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