Paolo Barca, maestro elementare, praticamente nudista |
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Un film di Flavio Mogherini.
Con Janet Agren, Renato Pozzetto, Magali Noël, Miranda Martino, Paola Borboni.
continua»
Commedia,
durata 110 min.
- Italia 1975.
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Uno strano maestro milanese a Cataniadi woody62Feedback: 6249 | altri commenti e recensioni di woody62 |
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giovedì 16 aprile 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Lo scrittore Ugo Pirro ed il regista e sceneggiatore Francesco Massaro realizzano questo soggetto per il terzo film da regista di Flavio Mogherini (qui anche sceneggiatore). L'idea è interessante: un giovane maestro milanese aperto e disinibito (ma poi nemmeno tanto), viene catapultato nel profondo sud, a Catania, dove affronterà prevedibili difficoltà con i colleghi docenti, con il direttore, con gli alunni e i loro genitori. Lo scontro frontale è con una morale arretrata e sessuofobica, ove i comportamenti pubblici sono basati sull'ipocrisia e quelli privati sulla trasgressione. Famosa la butta di Pozzetto che nel corridoio chiede ingenuamente ad una collega “Signorina Cacchiò cos'è la minchia?” nella incredulità e nell'imbarazzo generale. Quando qualche alunno chiede al maestro cosa è “l'orgasmo”, il giovane milanese avvia una serie di lezioni in materia di educazione sessuale, provocando lo sconcerto tra i colleghi, il direttore e soprattutto i genitori inferociti. In realtà Paolo Barca qualche problema di relazione con le donne ce l'ha, frutto di un rapporto conflittuale e irrisolto con la dispotica nonna (la grande Paola Borboni), che gli fa preferire storie veloci con donne mature. Solo l'incontro con la bella Giulia, giovane collega italo americana, gli farà superare questi complessi con una vera storia d'amore. Il film si regge molto sulla comicità surreale di Renato Pozzetto, su una recitazione originale e sospesa, comunque efficace nel contesto generale. Mogherini ricorre spesso a visioni oniriche quasi psichedeliche, che fanno da contraltare alle vicende narrate. Nel rapporto del docente con gli alunni si anticipa qualche atmosfera di “Io speriamo che me la cavo” (1992) diretto da Lina Wertmuller, dove Paolo Villaggio si confronta con bambini napoletani in una realtà molto complessa. Ottimo il cast con Stefano Satta Flore – il direttore -, Magali Noel e Valeria Fabrizi - le docenti mature – e la svedese Janet Agren giovane e bella. Un film godibile, forse un po' sottovalutato.
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