All'Ovest niente di nuovo |
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Un film di Lewis Milestone.
Con Louis Wolheim, Lew Ayres, John Wray, Arnold Lucy, Ben Alexander.
continua»
Titolo originale All Quiet on the Western Front.
Guerra,
Ratings: Kids+13,
b/n
durata 116 min.
- USA 1930.
MYMONETRO
All'Ovest niente di nuovo
valutazione media:
4,67
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Bianco e nero e tutti i toni del grigiodi QueztalFeedback: 0 |
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sabato 3 gennaio 2009 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Possibile che nessuno ancora abbia recensito questo film? Allora siamo pronti per la terza guerra mondiale. Se dopo questa pellicola ci fu la riedizione di quel massacro su scala mondiale e con nuovi e più micidiali strumenti di morte questo significa che l' arte non serve a niente, solo a provocare emozioni in qualche anima candida nutrita da maestri virtuali. Oggi che la guerra è indiretta e delocalizzata come ogni forma di produzione la Grande Guerra rimane l' ultima epopea eroica, l' ultimo atto epico e mitologico della modernità, quando ancora si affrontava il "nemico" corpo a corpo e lo si doveva infilzare con la baionetta nel fango di una trincea strappata ai topi. Noi siamo nati dopo e non sappiamo di guerre, ma possiamo redimerci in parte con questa opera restaurata alla perfezione (un piccolo segno di speranza nell' umanità) dove tutto è sobrio e scarno e incredibilmente realistico. Noi assuefatti agli effetti speciali e alla realtà virtuale dobbiamo proprio incocciare in questo film di quasi 80 anni fa per capire la potenza espressiva del cinema quand' era ancor giovane. Mi sono sorpreso spesso a spiare i movimenti delle migliaia di comparse usate in questo colossal e sembrava tutto naturale e fluido come se ognuna di esse stesse recitando alla pari dei protagonisti. E' una full immersion nella prima guerra mondiale, più vera del vero e così finta che siamo disposti a crederci senza riserve. Uno dei rarissimi casi dove il libro e il film si nutrono a vicenda, attingendo l' uno dalla potenza dell' altro e sopperendo l' altro là dove il primo deve fermarsi per specificità di linguaggio. La verità della guerra nel suo assurdo massacrare per sopravvivere, dimentichi ormai del motivo scatenante. La presa di coscienza di un' intera classe di giovani di belle speranze, aizzati al combattimento dai loro professori in nome di una patria che perde sempre più senso nelle buche scavate dagli obici a fianco del nemico colpito col pugnale che ci mette troppo a morire. Cos' ha in tasca se non la foto dei suoi affetti più cari come tutti in quella spianata maledetta scandita dal ritmo bombardamento-contrattacco? Penso che il piano sequenza dell' assalto all' arma bianca nella trincea sia un' evento irripetibile, ineguagliabile, un tòpos dell' immaginario occidentale che trova in questa pellicola alcuni degli stilemi che giustificano ancora la necessità della settima arte. Per rappresentare e per fissare e per sublimare l' animo umano, non solo per ricordare quella generazione perduta.
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