Il grande capo |
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Un film di Lars von Trier.
Con Jens Albinus, Peter Gantzler, Fridrik Thor Fridriksson, Benedikt Erlingsson, Iben Hjejle.
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Titolo originale Direktøren for det hele.
Commedia,
durata 99 min.
- Danimarca, Svezia 2006.
- Lucky Red
uscita venerdì 5 gennaio 2007.
MYMONETRO
Il grande capo
valutazione media:
3,15
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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leggerezza e cinismo di un maestro del cinemadi dankorFeedback: 0 |
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giovedì 25 gennaio 2007 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Non c'è nel film alcuna volontà moralistica di denunciare i biechi rapporti di forza che operano nel mondo del lavoro. Von Trier non intende costruire un film di denuncia e del resto personaggi così grotteschi e poco realistici non si presterebbero affatto a tale scopo.Tutt'al più c'è un'evidente presa in giro dell'egocentrismo degli attori , della loro maniacalità che il regista sfrutta per sviluppare la sua idea di "commedia" ; quali ingredienti siano necessari perchè lo spettatore riesca a cogliere l'essenza di questo tipo di passatempo ed uscire dalla sala di proiezione soddisfatto di ciò che ha visto: un cinismo, quello di Von Trier, stupefacente. Utilizza brillantemente una tecnica di montaggio frammentaria che ,insieme all'uso di riprese casuali servono a disorientare lo spettatore ed in questo a rendere il film più vicino alla vita quotidiana ,fatta di un tessuto narrativo privo di omogeneità e ,come ogni film che si rispetti, assolutamente imprevedibile .L'impianto di base è tipicamente quello del film nel film , ovvero il rifiuto netto di qualsiasi traccia di realismo , perchè una commedia deve essere esclusivamente autoreferenziale e la stessa dichiarazione dell'io narrante ,all'inizio del film, appare quasi superflua; ci accorgiamo subito che i personaggi sono delle macchiette , che non sono volutamente realistici , e rappresentano le classiche maschere della commedia tradizionale che il regista utilizza perchè il suo prodotto funzioni secondo i suoi schemi prestabiliti, mettendo in luce una logica dell'irrazionalità dei comportamenti umani. Von Trier copisce con il suo straordinario sarcasmo l'unico che sappiamo essere un attore( quindi reo due volte rispetto ai suoi inconsapevoli colleghi) e di lui mostra tutte le incongruenze , le contraddizioni, anche se nel corso del film lo presenta comme un personaggio in fondo positivo , di buon cuore; con il colpo di scena finale ribalta l'impressione suscitata fino ad allora nello spettatore, trasformandolo in un voltagabbana che si vende per dar sfogo alla sua vanità repressa, anche a costo di rovinare delle persone che fino a poco prima voleva difendere. Per Von Trier il male non si situa nell'ambito dei rapporti di forza economico sociali( quelli per lui sono scontati e non ha il piglio del sociologo) ma è insito nell'animo umano ed è caratterizzato dalla massima imprevedibilità delle nostre azioni così come è fuori da ogni logica il comportamento del suo protagonista.In Dogville c'era il dramma scarnificato ,ridotto all'osso nelle sue dinamiche , qui c'è la commedia che si presenta ugualmente con pochi ingredienti di base , ma che mescolati con maestria da Von Trier lasciano sullo spettatore un effetto di disincanto e di divertimento davvero di alto livello.
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