"L'Anticristo" è talmente inquietante che non si capisce neppure se è brutto o bello.Se avesse, la suo tempo, avuto delle intenzioni di plagio dall'americano L'esorcista, non è neanche da chiederlo. Tuttavia, oggi che il film di Friedkin è passato alla moda eche, forse, non terrorizza più come negli anni della sua uscita, le differenze che colgono tra questa e quella paura, sono tante e, forse, fondamentali. Qui, il demonio è più astratto e concreto al tempo stesso. Ciò che il Maligno fa fare alla Gravina è, forse per mancanza di mezzi o di idee originali, molto meno scioccante di quello che faceva con la Blair. Ma , in compenso, ci riscattiamo nel linguaggio, "colorito" a tal punto da sfiorare il buffo. Inoltre, è inoppugnabile che questa pellicola, molto più di quella di Friedkin, e per alcune scene veramente folgoranti (la santina con l'immagina del Cristo deformata, il posseduto che corre per cinque minuti buoni e poi si precipita nel baratro, o il rospo con la testa mozzata in mezzo ai calici e le ostie)e per gli ambienti bizzarramente vividi e colorati, che sembrano nacondere dietro la scelte un Dario Argento alle prime armi, s'imprime molto facilmente nella memoria, nel mio caso con l'insperato effetto di veglia atroce, per la prima notte.Recitazione impeccabile, musiche di Morricone, e una buona regia. Tutto la scia sperare in un capolavoro, ma... Sarà per la regia troppo immatura, per l'irritante tentativo di plagio de "l'esorcista", questo film non da il meglio che può; comunque gradevole, simpatico, non inutile. Semmai strano, un misto fra "L' insegnate" di Cicero e "Suspiria". Un film, più che horror, grottesco, ma che comunque sa il fatto suo.
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