levo95
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sabato 9 luglio 2011
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ingenuo ma splendido
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Un padre ed una figlia sono in fuga da un'agenzia governativa che li vuole catturare per condurre esperimenti su di loro. Charlie (Drew Barrymore) appicca fuochi con il pensiero e il papà (David Keith) è capace di prendere il controllo delle menti altrui. La sceneggiatura come la regia sono molto semplici. Tutto il successo del film si basa sugli attori. David Keith non convince più di tanto, ma la presenta di Martin Sheen nel cast la dice lunga, e Drew Barrymore è semplicemente straordinaria. L'inizio è lento e fin troppo debole, si concentra sulla relazione tra Charlie e suo padre, ma Keith non è capace di sostenere la parte. Successivamente tutto diventa interessante e si focalizza sulla piccola protagonista.
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Un padre ed una figlia sono in fuga da un'agenzia governativa che li vuole catturare per condurre esperimenti su di loro. Charlie (Drew Barrymore) appicca fuochi con il pensiero e il papà (David Keith) è capace di prendere il controllo delle menti altrui. La sceneggiatura come la regia sono molto semplici. Tutto il successo del film si basa sugli attori. David Keith non convince più di tanto, ma la presenta di Martin Sheen nel cast la dice lunga, e Drew Barrymore è semplicemente straordinaria. L'inizio è lento e fin troppo debole, si concentra sulla relazione tra Charlie e suo padre, ma Keith non è capace di sostenere la parte. Successivamente tutto diventa interessante e si focalizza sulla piccola protagonista. Se si è capaci di assaporare un po' di vintage si amerà questo film, altrimenti si faticherà a capirlo. Insomma per chi ama il genere o vorrebbe incominciare a conoscerlo.
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paolp78
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martedì 18 agosto 2020
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che spreco!
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Film commerciale che ha al centro della trama una bambina con poteri paranormali.
Non si distinguerebbe da numerose altre pellicole del genere, se non fosse perché il soggetto e la sceneggiatura sono tratti da un romanzo di Stephen King, nonché per l'utilizzo di un cast pieno zeppo di attori famosi e di indubbio valore. Purtroppo però questi due elementi, che avrebbero potuto fare le fortune della pellicola, sono decisamente male impiegati.
Quanto al cast, non si comprende perché due grandi attori e premi Oscar come Art Carney e Louise Flatcher debbano essere così malamente sfruttati in ruoli marginali, per i quali sarebbero andati bene dei comunissimi caratteristi.
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Film commerciale che ha al centro della trama una bambina con poteri paranormali.
Non si distinguerebbe da numerose altre pellicole del genere, se non fosse perché il soggetto e la sceneggiatura sono tratti da un romanzo di Stephen King, nonché per l'utilizzo di un cast pieno zeppo di attori famosi e di indubbio valore. Purtroppo però questi due elementi, che avrebbero potuto fare le fortune della pellicola, sono decisamente male impiegati.
Quanto al cast, non si comprende perché due grandi attori e premi Oscar come Art Carney e Louise Flatcher debbano essere così malamente sfruttati in ruoli marginali, per i quali sarebbero andati bene dei comunissimi caratteristi. Al contrario la parte del protagonista viene lasciata al molto meno dotato David Keith, che infatti si produce in una prova non soddisfacente. Meglio sicuramente Martin Sheen in un ruolo ampiamente nelle sue corde. Bravo come al solito George C. Scott, ma stavolta penalizzato da un ruolo che non gli si adatta per età e stato di forma.
Il ruolo della piccola protagonista è ricoperto Drew Barrymore, che era già una star da bambina (nel proseguo della sua carriera solo sporadicamente raggiungerà gli stessi livelli di successo avuti in giovanissima età).
La storia poteva essere molto meglio valorizzata con una regia più incisiva; al contrario il film non riesce mai a spaventare, né tantomeno ad appassionare, sicché anche il lavoro di King viene svilito, completando lo spreco.
Gli effetti speciali sono robetta, soprattutto se paragonati a quelli di cui si può disporre oggi giorno. Se questo non deve essere rimproverato più di tanto al regista, il rimpianto maggiore è nell'incapacità di rendere sullo schermo le giuste atmosfere e la giusta tensione, in definitiva mai presenti.
Resta l'amaro in bocca per la netta sensazione che si potesse fare molto meglio.
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