mauridal
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venerdì 15 settembre 2017
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un cartoon di guappi
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La scuola napoletana di cartoons si conferma con questo film, una eccellenza nel settore animazione cinematografica, e i suoi autori delle ottime presenze nel settore che daranno filo da torcere alle varie produzioni americane e giapponesi. Questa è semplicemente una considerazione che si trae dopo la visione del geniale film di Rak tratto da una favola antica , ma che riesce a raccontare una storia ambientata in una realtà dove la fantasia lascia il posto ad una cruda verità, la malavita esiste ed è presente ormai nelle vite delle persone che vivono in questo determinato contesto, pur non facendone parte.
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La scuola napoletana di cartoons si conferma con questo film, una eccellenza nel settore animazione cinematografica, e i suoi autori delle ottime presenze nel settore che daranno filo da torcere alle varie produzioni americane e giapponesi. Questa è semplicemente una considerazione che si trae dopo la visione del geniale film di Rak tratto da una favola antica , ma che riesce a raccontare una storia ambientata in una realtà dove la fantasia lascia il posto ad una cruda verità, la malavita esiste ed è presente ormai nelle vite delle persone che vivono in questo determinato contesto, pur non facendone parte. La città di Napoli è un esempio di contesto deviato , e nel film viene trasposta come metafora in una grande nave da crociera dismessa ancorata nel porto ma ancora sede di presenze e personaggi che come fantasmi o meglio come proiezioni di ciò che furono la abitano e agiscono in un tempo indefinito. la storia di cenerentola è una falsariga per raccontare come i personaggi di una antica favola , vestendo i panni di una realtà contemporanea possono ricreare la stessa magia e la stessa emozione infantile che le favole senza età sempre producono. Le animazioni e la tecnica del film aiutano , assieme alle collaudate voci degli attori che doppiano i cartoni, a portare lo spettatore in una dimensione di favola seppure nera e non a lieto fine, un genere già affrontato da Tim Burton tra horror e dark. Un felice futuro agli autori e alla gatta, cartoon napoletano.(mauridal)
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vanessa zarastro
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lunedì 18 settembre 2017
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napoli è protagonista
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La gatta cenerentola che conoscevo già era l’opera teatrale di De Simone scritta nel 1976. L’Opera riprendeva la fiaba de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, arricchendola di varie altre versioni scritte o tramandate oralmente.
Protagonista indiscussa delle varie versioni è la città di Napoli, vittima del potere di una perversa matrigna e di occupanti stranieri. «Chillo o ninno è niro niro, niro niro cumm’a che!» recitava a proposito degli Americani la Tamurriata nera. Napoli però presenta luci e ombre: è la delinquenza, la corruzione e il malaffare, ma è anche generatrice di menti geniali (Vittorio Basile e il Museo della scienza) e di musica eccelsa.
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La gatta cenerentola che conoscevo già era l’opera teatrale di De Simone scritta nel 1976. L’Opera riprendeva la fiaba de Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, arricchendola di varie altre versioni scritte o tramandate oralmente.
Protagonista indiscussa delle varie versioni è la città di Napoli, vittima del potere di una perversa matrigna e di occupanti stranieri. «Chillo o ninno è niro niro, niro niro cumm’a che!» recitava a proposito degli Americani la Tamurriata nera. Napoli però presenta luci e ombre: è la delinquenza, la corruzione e il malaffare, ma è anche generatrice di menti geniali (Vittorio Basile e il Museo della scienza) e di musica eccelsa. Il canto di questa straziata e derelitta città è affidata al “cattivo” della storia: Salvatore Lo Giusto detto ‘O Re, un geniale e “mariuolo” fabbricante di scarpe, nonché trafficante di coca. La storia di questo film d’animazione, presentato a Venezia nella sezione Orizzonti, è ambientata ai tempi nostri o meglio, in un immediato futuro. Pressoché tutto il film è girato all’interno della Megaride l’enorme nave super-tecnologizzata, cioè i suoi rottami, tuttora ancorata nel porto di Napoli. Le visuali in prospettiva sono quasi sempre con il punto di vista dal basso. Forse quello di Mia bambina?
L’armatore e scienziato Vittorio Basile, con la figlioletta di tre anni, aveva costruito questa nave come polo tecnologico, una sorta di archivio digitale che mediante vari ologrammi mantenesse la memoria delle cose e degli eventi interni alla nave. Si sta per sposare con Angelica, una bella cantante napoletana che ha già sei figli, ma la prima notte di nozze Basile sarà ucciso da Salvatore Lo Giusto, segretamente, amante di Angelica. L’obiettivo è di impadronirsi di tutti gli averi del ricco armatore e ampliare il traffico di droga. Passano quindici anni e la vedova Angelica ha trasformato la nave in un night club un po’ equivoco, in attesa di Salvatore assente da allora. La piccola Mia sta per diventare maggiorenne ma dal giorno dell’uccisione del padre non parla più avendo subìto un forte shock. Tutta la vicenda verrà sbrogliata dal poliziotto primo Genito già fedele scorta di Basile. Ma non voglio qui raccontare tutta la storia, il film va gustato nelle sue immagini un po’ sott’acqua accompagnate da canzoni bellissime composte da Antonio Fresi e Luigi Scialdone. Chi non ha pensato a Reginella quando la cattivissima Angelica chiede a Mia di liberare il pappagallo per salvargli la vita? «Nun ‘o vvide aggio aperta ‘a cajuola, Reginella è vulata? e tu vola! vola e canta…e nun chiagnere ccà».
Bravissimo Massimiliano Gallo a dare voce a Salvatore ‘O Re, e spicca la voce di Primo Genito doppiato da Alessandro Gassman se non altro perché è l’unico italiano che non parla napoletano, ma ha un accento romanesco.
Il film d’animazione La gatta cenerentola, anche se costruito con un badget contenuto, può competere alla pari con produzioni internazionali. Ha già ottenuto vari premi tra cui il Premio Speciale Francesco Pasinetti, e il Premio Future Film Festival Digital Award.
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sandrasiriannni
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mercoledì 20 settembre 2017
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niente di scontato
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Per primo pensi a De Simone. A quanto l'avevi sentito magnificare da ragazza, pur non avendo mai visto l'opera e ai ritmi antichi e ai suoni limpidi della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Poi ti documenti e viene fuori Basile, e allora è inevitabile ricordare il fascino del film di Garrone che, unico, è riuscito a stregarti col fantasy. Appena le luci si spengono ti accorgi di essere completamente fuori strada. I disegni dai volti spigolosi evocano semmai Pratt, e anche il mare, da cui si parte e a cui si torna, è amaro come quello della "Ballata del mare salato". La Napoli ferita e vitale è quella di Gomorra, del porto dei traffici, del tessuto sociale infiltrato dal marciume ma anche pieno di dignità,che ha raccontato Saviano quando sapeva raccontare.
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Per primo pensi a De Simone. A quanto l'avevi sentito magnificare da ragazza, pur non avendo mai visto l'opera e ai ritmi antichi e ai suoni limpidi della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Poi ti documenti e viene fuori Basile, e allora è inevitabile ricordare il fascino del film di Garrone che, unico, è riuscito a stregarti col fantasy. Appena le luci si spengono ti accorgi di essere completamente fuori strada. I disegni dai volti spigolosi evocano semmai Pratt, e anche il mare, da cui si parte e a cui si torna, è amaro come quello della "Ballata del mare salato". La Napoli ferita e vitale è quella di Gomorra, del porto dei traffici, del tessuto sociale infiltrato dal marciume ma anche pieno di dignità,che ha raccontato Saviano quando sapeva raccontare. I colori rapiscono, cambiano veloci, definiscono atmosfere. E poi c'è la musica. Non antica, ma di sicuro legata alla tradizione napoletana, nella sua capacità di cavarti di il cuore dagli occhi.
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feliciar
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mercoledì 20 settembre 2017
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una gatta cenerentola antica e nuova
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Avevo molti motivi per vedere il film- cartoon "" Gatta Cenerentola"".
Sono amica del produttore, mi interessa la creativa Factory napoletana, giovanissima, ebbi la fortuna di assistere al Teatro San Ferdinando a ""Gatta Cenerentola"" del Maestro De Simone, con un cast stellare ( lo spettacolo piu' bello che abbia mai visto).
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Avevo molti motivi per vedere il film- cartoon "" Gatta Cenerentola"".
Sono amica del produttore, mi interessa la creativa Factory napoletana, giovanissima, ebbi la fortuna di assistere al Teatro San Ferdinando a ""Gatta Cenerentola"" del Maestro De Simone, con un cast stellare ( lo spettacolo piu' bello che abbia mai visto).
Non sarebbe onesto il paragone tra l'opera di De simone e il film- cartoon, il raffinato musicologo tolse e limò testi del '600, altri ne scrisse, compose musiche, inventò il napoletano universale, una lingua accessibile a tutti,su fonemi del 600, chiamò i migliori del tempo, dette vita ad uno spettacolo impareggiabile che riscosse successo da Mosca a Brodway, lavorando su un testo di Basile (il "" Cunto de li cunti""), che pochi conoscevano.
Il film- cartoon è un'altra cosa ed è bellissimo: un gioiello di raffinatezza, di musica antica e nuova, di personaggi che non sono cartoni animati ma uomini e donne, grazie alle voci di superbi doppiatori ( tra cui Gassmann).
L'operazione non era facile ed è riuscita: la storia si svolge su una nave, simbolo della scienza e del progresso, Cenerentola, è una fanciulla muta ( per lo shock), quasi ridotta in schiavitu', le sorellastre sono sei ( come nella fiaba di Basile) anzi 5 piu' il femminiello ( ""chill' ch' tene 'o mbruglio""), la matrigna una sorta di neo melodica napoletana, una Jessica Rabbit mora, cui non manca umanità, in fondo vittima dell'amore di un delinquente ( 'o Rè).
Sullo sfondo una Napoli che doveva rinascere e che è ostaggio di malavitosi di ogni genere ( russi, americani, arabi), avvolta in una atmosfera fascinosa, sospesa tra bene e male, una città cupa che naviga ( dall'inizio alla fine) in un acquario, affollata e affamata.
Il delitto c'è; il padre di Cenerentola viene ucciso per loschi intrighi, la napoletanità diviene melodramma corrotto, animato dai mercanti, dalle sorelle maligne, da una donna tradita e venduta, dai traffici illeciti, dal denaro sporco.
Da questo inferno si salverà solo la Gatta Cenerentola, cogli occhioni smarriti, grazie all'aiuto di un devoto amico del padre. La nave esploderà ma.... ci sarà vita nuova per Napoli?
Come in ogni melodramma a far da contrappunto, nei momenti salienti, le canzoni, alcune bellissime e nuove, altre note.
Molto altro potremmo dire: la grafica dei personaggi maschili rende omaggio a Corto Maltese, il cartoon è fedele alla Napoli disegnata da Basile ( il nome dell'imprenditore illuminato), anche nella novella del 600 non son rose e fiori( Cenerentola è un'assassina ) ma, in fondo, ciò che conta è che l'ingegno della Factory napoletana ha inventato un genere, colto e popolare nello stesso tempo, fatto da uomini/ fumetto.
Da tempo non si vedeva un film cartoon cosi' innovativo, da tempo non si creava un genere: quest'opera non ha a che vedere con la deliziosa fiaba di Disney, qui c'è il dolore di Napoli e, forse, la speranza di un giorno senza cupezze.
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roggianese
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giovedì 21 settembre 2017
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noir animato nostrano suggestivo e riuscito
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La trama è completamente inedita e solo vagamente ispirata alla favola di Cenerentola. La sceneggiatura è solida e affatto scontata. La pellicola è caratterizzata da una scelta cromatica calda e opprimente, dai toni cupi e dall'atmosfera sporca e tesa. I personaggi sono ben caratterizzati e tutt'altro che bidimensionali. È intriso di napoletanità ed è evidente la cura per i dettagli inerenti l'ambientazione. Il tutto è condito con un sottofondo musicale di prim'ordine e interpretazioni strabilianti da parte dei doppiatori. Non è meramente un Gomorra a cartoni animati benché le scene forti gli siano costate un VM14.
Come note negative, esclusivamente tecniche, ho riscontrato la qualità delle animazioni (non dei disegni, ma soltanto di come questi si muovono) perché è un po' a scatti.
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La trama è completamente inedita e solo vagamente ispirata alla favola di Cenerentola. La sceneggiatura è solida e affatto scontata. La pellicola è caratterizzata da una scelta cromatica calda e opprimente, dai toni cupi e dall'atmosfera sporca e tesa. I personaggi sono ben caratterizzati e tutt'altro che bidimensionali. È intriso di napoletanità ed è evidente la cura per i dettagli inerenti l'ambientazione. Il tutto è condito con un sottofondo musicale di prim'ordine e interpretazioni strabilianti da parte dei doppiatori. Non è meramente un Gomorra a cartoni animati benché le scene forti gli siano costate un VM14.
Come note negative, esclusivamente tecniche, ho riscontrato la qualità delle animazioni (non dei disegni, ma soltanto di come questi si muovono) perché è un po' a scatti. Non guasta per il genere di film, però unito allo stile grafico scelto ricorda la grafica dei video nei videogiochi anni 2000. Anche i primi piani non risultano all'altezza, con personaggi che lì paiono finti anche se sostenuti dal calore delle voci.
Malgrado questi limiti, il risultato finale è davvero riuscito e piacevole. Una piccola perla d'animazione tutta italiana.
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robert eroica
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martedì 5 settembre 2017
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gatta cenerentola
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#Venezia74. GATTA CENERENTOLA. In concorso ad "Orizzonti" il cartoon diretto a otto mani da Alessandro Rak , Ivan Cappiello, Marino Guarnieri e Dario Sansone. Favole e camorra, parilacce a tutto spiano e una vena poetica che non sconfina nel futuribile e rimane attaccata alla realta' del quotidiano. Forse un anricipo di "Ammore e malavita", sicuramente un film che stentera' a trovare un pubblico, troppo ose' per i bimbi, troppo lineare per gli adulti. Ma ben realizzato. Voto: 6,5
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mauridal
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giovedì 14 settembre 2017
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cartoon e guappi.
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La scuola napoletana di cartoons si conferma con questo film, una eccellenza nel settore animazione cinematografica, e i suoi autori delle ottime presenze nel settore che daranno filo da torcere alle varie produzioni americane e giapponesi. Questa è semplicemente una considerazione che si trae dopo la visione del geniale film di Rak tratto da una favola, ma che riesce a raccontare una storia ambientata un una realtà dove la fantasia lascia il posto ad una cruda verità, la malavita esiste ed è presente ormai nelle vite delle persone che vivono in determinato contesto, pur non facendone parte. La città di Napoli è un esempio di contesto e nel film viene trasposta in una grande nave da crociera dismessa ancorata nel porto ma ancora sede di presenze e personaggi che come fantasmi o meglio come proiezioni di ciò che furono la abitano e agiscono in un tempo indefinito.
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La scuola napoletana di cartoons si conferma con questo film, una eccellenza nel settore animazione cinematografica, e i suoi autori delle ottime presenze nel settore che daranno filo da torcere alle varie produzioni americane e giapponesi. Questa è semplicemente una considerazione che si trae dopo la visione del geniale film di Rak tratto da una favola, ma che riesce a raccontare una storia ambientata un una realtà dove la fantasia lascia il posto ad una cruda verità, la malavita esiste ed è presente ormai nelle vite delle persone che vivono in determinato contesto, pur non facendone parte. La città di Napoli è un esempio di contesto e nel film viene trasposta in una grande nave da crociera dismessa ancorata nel porto ma ancora sede di presenze e personaggi che come fantasmi o meglio come proiezioni di ciò che furono la abitano e agiscono in un tempo indefinito. la storia di cenerentola è una falsariga per raccontare come i personaggi di una favola , vestondo i panni di una realtà contemporanea possono ricreare la stessa magia e la stessa emozione infantile che le favole senza età sempre producono. le animazioni e la tecnica del film aiutano assieme alle collaudate voci degli attori che doppiano i cartoni, a portare lo spettatore in una dimensione di favola seppure nera e non a lieto fine, un genere già affrontato da Tim Burton tra horror e dark. se proprio voglio augurare ai bravi autori dellla gatta un felice prosieguo della carriera , darei loro la traccia degli americani alla Burton riveduto e corretto all'ombra del Vesuvio, o delle Solfatare. (mauridal)
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gerryloragno
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martedì 19 settembre 2017
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il ritorno del cinema d’animazione italiano e partenopeo
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L’opera narra di un ricco imprenditore di nome Vittorio Basile, il quale vuole trasformare il porto di Napoli in un immenso polo tecnologico, supervisionato da un’enorme nave, la quale registra ogni momento della giornata potendo in seguito mostrarlo tramite ologramma. L’uomo sta per sposarsi con la graziosa Angelica, madre di sei figlie (una in adozione, e malvista, di nome Mia) e un “femminello”, la quale ha però un amante, Salvatore Lo Giusto, un delinquente che ha come unico scopo quello di uccidere l’imprenditore e sposarsi lui la bella donna; in modo da dividere il testamento ereditato con l’approvazione della piccola figlia adottata, trasformando l’intero polo in una zona ad alto tasso di riciclaggio e circolazione di droga.
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L’opera narra di un ricco imprenditore di nome Vittorio Basile, il quale vuole trasformare il porto di Napoli in un immenso polo tecnologico, supervisionato da un’enorme nave, la quale registra ogni momento della giornata potendo in seguito mostrarlo tramite ologramma. L’uomo sta per sposarsi con la graziosa Angelica, madre di sei figlie (una in adozione, e malvista, di nome Mia) e un “femminello”, la quale ha però un amante, Salvatore Lo Giusto, un delinquente che ha come unico scopo quello di uccidere l’imprenditore e sposarsi lui la bella donna; in modo da dividere il testamento ereditato con l’approvazione della piccola figlia adottata, trasformando l’intero polo in una zona ad alto tasso di riciclaggio e circolazione di droga. Il film d’animazione per adulti si presenta con una storia molto matura e cruda, intrecciata tra passato e futuro con ambientazioni e luci che in certi momenti ricordano i migliori classici d’animazione Disney metà anni novanta, cosi come alcuni momenti emotivi, soprattutto nel finale. Ottima la scelta dei doppiatori, in particolare Alessandro Gassman che presta la voce al poliziotto ed ex membro della squadra di protezione di Basile, Primo Gemito. Molto toccanti e metaforiche le canzoni, anche se forse un po' troppo invasive, che hanno come compito primario quello di evidenziare all’estremo i difetti e pregiudizi negativi della città di Napoli. L’opera però non è esente da pecche, seppur piccole, come una scarsa attenzione al design mimico e meccanico dei personaggi e l’inserimento coordinato dei sottotitoli anche quando i personaggi dileggiavano la lingua italiana. Infine, nel complesso, questo film è un’operazione alternativa nel panorama cinematografico nostrano sicuramente riuscita; il merito maggiore che gli va dato è certamente quello di aver ricreato dopo tanti anni una forte attesa per un film d’animazione “Made in Italy”, in uno scenario sempre più dominato dai lungometraggi Pixar di Disney ed Illumination Entertainment di Universal.
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m.raffy
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mercoledì 14 febbraio 2018
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una visione originale e sorprendente
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Già dalle prime sequenze "Gatta Cenerentola" offre la panoramica di un mondo: una grande nave dove passato, presente e futuro si intrecciano in maniera imprevedibile e nella quale si respira l'atmosfera di un'intera città, Napoli. Una città raccontata attraverso la musica e i colori, che tratteggiano i personaggi di uno scenario cupo, dove la protagonista, Mia, vive nell'ombra proprio come una gatta, cercando un modo per sopravvivere alla sua quotidianità intrisa di malavita. Disprezzata dalla matrigna Angelica e dalle sue figlie prostitute, Mia si rifugia nei ricordi della sua infanzia, nell'affetto per il defunto padre Vittorio Basile, imprenditore illuminato che sognava di creare un polo della scienza nel porto di Napoli, lo stesso luogo che per Salvatore Lo Giusto, detto O' Re, è diventato l'ideale per i suoi traffici di droga.
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Già dalle prime sequenze "Gatta Cenerentola" offre la panoramica di un mondo: una grande nave dove passato, presente e futuro si intrecciano in maniera imprevedibile e nella quale si respira l'atmosfera di un'intera città, Napoli. Una città raccontata attraverso la musica e i colori, che tratteggiano i personaggi di uno scenario cupo, dove la protagonista, Mia, vive nell'ombra proprio come una gatta, cercando un modo per sopravvivere alla sua quotidianità intrisa di malavita. Disprezzata dalla matrigna Angelica e dalle sue figlie prostitute, Mia si rifugia nei ricordi della sua infanzia, nell'affetto per il defunto padre Vittorio Basile, imprenditore illuminato che sognava di creare un polo della scienza nel porto di Napoli, lo stesso luogo che per Salvatore Lo Giusto, detto O' Re, è diventato l'ideale per i suoi traffici di droga. In un crescendo di colpi di scena, Mia troverà finalmente la forza per reagire e riscattarsi. La trama non ricade mai nel banale, è coinvolgente, dà spazio all'immaginazione ma anche al realismo.
Ottima l'interpretazione dei doppiatori, tra cui Maria Pia Calzone e Alessandro Gassman, assolutamente credibili nel dar voce ad Angelica e al poliziotto Primo. La tecnica di animazione forse non è avanzata quanto quella di altre produzioni, di certo però si distingue per l'originalità. Sorprendente come un sogno dal quale ci si risveglia emozionati. Da vedere.
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felicity
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mercoledì 17 marzo 2021
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un inno all’originalità e all’audacia artistica
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Gatta Cenerentola, seppur non esente da difetti, è una produzione coraggiosa, una ventata d’aria fresca nel panorama del cinema italiano moderno, da sostenere a priori per permettere di investire nel campo dell’animazione.
Gli effetti visivi, vincitori dell’ambito premio cinematografico italiano, sebbene un po’ grotteschi nel character design, ma indubbiamente muniti di fluidità, danno il meglio di sé nei fondali, tra scorci della grigia area portuale distrutta dall’inquinamento e lunghi corridoi popolati da ologrammi. Perché è di questo che parla Gatta Cenerentola, un’autentica storia di fantasmi. I protagonisti si scontrano all’interno della nave, vuota e satura di malinconia, intervallati da ologrammi dedicati a vecchie registrazioni, segno di un passato che ora non esiste più.
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Gatta Cenerentola, seppur non esente da difetti, è una produzione coraggiosa, una ventata d’aria fresca nel panorama del cinema italiano moderno, da sostenere a priori per permettere di investire nel campo dell’animazione.
Gli effetti visivi, vincitori dell’ambito premio cinematografico italiano, sebbene un po’ grotteschi nel character design, ma indubbiamente muniti di fluidità, danno il meglio di sé nei fondali, tra scorci della grigia area portuale distrutta dall’inquinamento e lunghi corridoi popolati da ologrammi. Perché è di questo che parla Gatta Cenerentola, un’autentica storia di fantasmi. I protagonisti si scontrano all’interno della nave, vuota e satura di malinconia, intervallati da ologrammi dedicati a vecchie registrazioni, segno di un passato che ora non esiste più.
Il triste lamento del disfacimento influenza la totalità dell’opera, sia nelle scelte prettamente registiche, che nella realizzazione della colonna sonora.
I brani, realizzati da vari artisti partenopei, alternano i loro guizzi folkloristici per narrare la storia di una città morta, ma che non ha dimenticato le sue origini. Altro grande valore aggiunto, sia stilisticamente che qualitativamente.
I personaggi, invece, spesso mostrano i loro limiti in corso d’opera, tra lacune nella caratterizzazione e poca ispirazione.
A spiccare però è la figura di Salvatore, l’usurpatore che si è arricchito mentre Napoli cadeva, con una psicologia sicuramente più accurata, come per la compagna, e un doppiatore di prim’ordine. Non mancano performance canore durante il film, da parte di questo personaggio a metà tra un ambizioso artista e un corrotto trafficante di cocaina. Angelica, invece, è il personaggio che le vicissitudini trasformeranno maggiormente, con una profonda evoluzione caratteriale. Da avida conquistatrice e traditrice, diverrà una donna sull’orlo della disperazione, che nel momento della perdita riflette sull’immoralità delle sue azioni. Persa come tutto il resto dei personaggi, nelle rimembranze del passato.
La qualità migliore di Gatta Cenerentola sta quindi nel rielaborare una favola classica attraverso un genere poco esplorato, tra budget risicati e scetticismo diffuso.
La multiforme palette cromatica dona spessore ad una trama concettualmente valida e tremendamente attuale, non priva di scelte autoriali degne delle grandi produzioni. Non mancano elementi classici, come l’ambiente pregno di principesse mancate e matrigne egoiste, ma il tutto è inserito in un contesto ben più consapevole ed adulto; quasi a voler rendere l’animazione un mezzo di formazione per la totalità del pubblico. Scene forti, ironia pungente e visioni ancestrali del declino partenopeo, ben più formale che artistico, come sottolinea fortemente l’opera di Rak.
Sono quindi le scene singole a fare buona parte del lavoro speculativo, immerse in una dimensione alternativa carica di ricordi e promesse mancate.
Peccato per il finale, frettoloso e invadente, che, quasi a tagliare improvvisamente l’opera, perde colpi nella parte più intensa dell’intero lungometraggio. Però, non sono di certo questi difetti a rovinare Gatta Cenerentola, un inno all’originalità e all’audacia artistica, che fa della sua opera sia una lezione che un monito per le nuove generazioni.
Un omaggio ad un passato cinematografico ricco, per guardare ad un futuro alternativo in un presente vuoto.
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