"King Scorpion 3-Battle for Redemption"(Roel René, soggetto di Randall Mc Cornick, sceneggiatura di Brendan Cowles e Shane Kuhn, 2012), con il King Scorpion che ha perso il regno e gli è morta la regina, che deve ormai riconquistare il regno al "re buono"contro il dissidente"vilain", tra guerrieri fantasma e guerrieri ninja(meglio le guerriere, allora, fortunatamente presenti), con l'aiuto un po'controverso di un barbarico aiutante di origini nordiche. Riuscirà nell'impresa, festeggiato e omaggiato ma dopo molte traversie. Questa(ormai possiamo dirlo)serie di film, nella quale questo number III non è un sequel del number II, dove comunque è già stato realizzato già il number IV(4), che non ha alcuna preoccupazione storica, tirando fuori un "Libro dei Morti", che, in realtà, non ha nulla a che vedere con quello"classico"egizio, dunque dove miti e tradizioni si fondono senza molto costrutto e comunque in un calderone indistinto di segni, possiamo apprezzare la componente tecnica(duelli, guerrieri ninja, fatnasmi guerrieri o viceversa, qaalche "magia"della m.
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"King Scorpion 3-Battle for Redemption"(Roel René, soggetto di Randall Mc Cornick, sceneggiatura di Brendan Cowles e Shane Kuhn, 2012), con il King Scorpion che ha perso il regno e gli è morta la regina, che deve ormai riconquistare il regno al "re buono"contro il dissidente"vilain", tra guerrieri fantasma e guerrieri ninja(meglio le guerriere, allora, fortunatamente presenti), con l'aiuto un po'controverso di un barbarico aiutante di origini nordiche. Riuscirà nell'impresa, festeggiato e omaggiato ma dopo molte traversie. Questa(ormai possiamo dirlo)serie di film, nella quale questo number III non è un sequel del number II, dove comunque è già stato realizzato già il number IV(4), che non ha alcuna preoccupazione storica, tirando fuori un "Libro dei Morti", che, in realtà, non ha nulla a che vedere con quello"classico"egizio, dunque dove miti e tradizioni si fondono senza molto costrutto e comunque in un calderone indistinto di segni, possiamo apprezzare la componente tecnica(duelli, guerrieri ninja, fatnasmi guerrieri o viceversa, qaalche "magia"della m.d.p.)ma in deifnitiva, come produzione di senso, oltre a qualche battuta umostica, c'è ben pococ da segnalare. Tecnicamente ben realizzati, appunto, questi film non offorono spunti particolari, salvo forse, per qualcuno, una riflessione sulla dominante del mondo antico, per non dire della storia in generale, ossia sulla "violenza come levatrice della storia"(Engels, riprendendo una frase originale di Marx), dove poi però la dicotomia bene7male(se volete anche in caratteri maiuscoli, ma francamente non mi sento di metterli tout court), viene appiopaata a mo'di spiegazione semplicistica. Da notare il cambio di attore protagnista, Victor Webster, sostituisce "The Rock "del primo"episodio"e non è l'inteprete del number Two, a dimostrazione del fatto che il cast è molto variabile, dipendendendo da fattori diversi e decisamente tra loro alternativi. Ron Perlman è il good King, mentre il"vilain"è Billy Zane, Krystal Vee è principessa guerriera di notevole avvenenza. Poco da dire più di questo, a proposito di un serial filmico, per ora giunto, appunto, al numero quattro, con possibile prosecuzione, da vedere, eventualmente e la considerazione che il publico, ammesso che esista ancora come gruppo consisente di "aficionaldos", fatica a staccarsi da quanto ha già visto e attende di ri-vedere, anche se in forma un poì'"rinnovata"(o riscaldata, il che non sarebbe la stessa cosa, in realtà)e fatica ad abituarsi a qualcosa di più originale. E almeno in questo caso la pandemia non c'entra, dato che nel 2012-14 questo problema non c'era e non sembrava essere"allle vsite". El Gato
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