donni romani
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mercoledì 28 novembre 2012
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viaggiare indietro nel tempo per trovare l'amore
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Il premio alla Miglior Sceneggiatura ottenuto al Sundance Festival non stupisce affatto, perchè la trama del nuovo film scritto da Derek Connolly è non solo originale, ma anche capace di rendere credibile e poetico un assunto stravagante e al limite del delirante.
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Il premio alla Miglior Sceneggiatura ottenuto al Sundance Festival non stupisce affatto, perchè la trama del nuovo film scritto da Derek Connolly è non solo originale, ma anche capace di rendere credibile e poetico un assunto stravagante e al limite del delirante. Nella redazione di un giornale di Seattle si cercano storie accattivanti che possano interessare i lettori e un redattore, Jeff, ricorda di aver letto un annuncio che potrebbe dar lo spunto ad un articolo, visto che l'autore dell'annuncio cercava un compagno per un viaggio indietro nel tempo, avvertendo che la sicurezza non era garantita. Chi si nasconde dietro l'annuncio, un pazzo, qualcuno in vena di scherzi, un mitomane? Avuto l'ok della direttrice della rivista Jeff parte insieme a due stagisti, il giovane indiano Arnau timido e spaesato, e Darius, neolaureata frustrata e infelice. Arrivati a Ocean Wiev i tre si appostano per individuare l'autore dell'annuncio e scoprono che è Kenneth Calloway, commesso in un piccolo emporio, considerato strambo e fuori di testa. Sarà Darius a riuscire ad entrare in confidenza con l'uomo, malfidato, guardingo, restio a dare informazioni, che si sente seguito dal governo - e si scoprirà nella scena d'inseguimento più ilare e lenta della storia del cinema che è vero - e che dopo aver imparato a conoscere Darius e a fidarsi di lei le confesserà che vuole tornare indietro nel tempo, nel 2011, per impedire la morte della ragazza di cui era innamorato. Darius a sua volta deve avere un suo motivo per il viaggio a ritroso nel tempo, altrimenti Kenneth non la porterà con sè, e la ragazza invece di inventare una storia qualunque parla di sè, della perdita della madre quando era un'adolescente, dice di voler tornare indietro per non farla andare nel negozio dove fu uccisa. Il legame che si crea fra Kenneth e Darius - lei inizialmente ovviamente scettica sulle possibilità di Kenneth di costruire una macchina del tempo - si fa via via più stretto, due cuori solitari e asociali che si incontrano, e si capiscono, e si fidano uno dell'altro. Il finale non lo riveliamo perchè deve essere una sorpresa ma la grazia e la profondità del film stanno nel raggiungere il cuore dei protagonisti - anche il cinico Jeff avrà la sua parte di delusione sentimentale dopo aver rincontrato una sua ex del liceo - attraverso scene apparentemente surreali - l'esercitazione con la pistola di Darius e Kenneth su tutte - e di raccontare sofferenze e solitudini con empatia e mai con compassione, facendoci desiderare con Kenneth - per Kenneth - che la macchina funzioni, che il sogno di un pazzo cambi il mondo, e la storia, e il destino che non abbiamo potuto fermare. Si ride e si sorride, ma ci si scopre a provare una profonda tenerezza verso il folle desiderio donchisciottesco di domare i mulini a vento, far decollare la "barca del tempo" e prendere in mano la propria vita modificando ciò che ci ha fatto soffrire.
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gianleo67
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lunedì 5 agosto 2019
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coming (back) of age
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Un redattore, due stagisti ed una trasferta pagata in un anonimo paesino sulla costa pacifica; lo scopo è quello di indagare su un bislacco annuncio che parla di un viaggio nel tempo, l'occasione invece è buona per una rimpatriata con la vecchia fiamma del liceo, per perdere la verginità o per uscire dal proprio guscio di frigida ventenne in cerca del primo amore. Tornare indietro, a volte, si può... La commedia indipendente americana, si sa, ama battere i sentieri lastricati del grottesco e del ridicolo, di storie popolate da personaggi marginali, di fallimenti conclamati e di improbabili riscatti; un patchwork di situazioni e di registri narrativi che fa del non prendersi troppo sul serio la propria carta vincente, da contraddire magari sul più bello con il refrain melodico che non ti aspetti o col finale ad effetto che ribalta le prospettive di una realtà troppo spesso cristallizata nei consueti stereotipi del coming of age.
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Un redattore, due stagisti ed una trasferta pagata in un anonimo paesino sulla costa pacifica; lo scopo è quello di indagare su un bislacco annuncio che parla di un viaggio nel tempo, l'occasione invece è buona per una rimpatriata con la vecchia fiamma del liceo, per perdere la verginità o per uscire dal proprio guscio di frigida ventenne in cerca del primo amore. Tornare indietro, a volte, si può... La commedia indipendente americana, si sa, ama battere i sentieri lastricati del grottesco e del ridicolo, di storie popolate da personaggi marginali, di fallimenti conclamati e di improbabili riscatti; un patchwork di situazioni e di registri narrativi che fa del non prendersi troppo sul serio la propria carta vincente, da contraddire magari sul più bello con il refrain melodico che non ti aspetti o col finale ad effetto che ribalta le prospettive di una realtà troppo spesso cristallizata nei consueti stereotipi del coming of age. Da Little Miss Sunshine a Sunshine Cleaning, da The Kings of Summer al mumblecore dei Duplass Bros di questo on the road generazionale con venature sci-fi, la Big Beach frequenta le assolate locations di una insolita e triste east coast fatta di freak disattati e fallimenti professionali, impacci sentimentali e paranoie cospirazioniste, fragilità emotive e talenti insospettabili; l'improbabile frontiera ovest entro cui si consuma il dramma umano di un incolmabile scarto tra una realtà di solitudine ed emarginazione e le irriducibili speranze di una fuga nel tempo: un ritorno ai baldanzosi anni del liceo o la patetica narrazione di un vissuto tanto tragico quanto fantasticato, il recupero in extremis di un idillio adolescenziale ormai sfiorito o la rocambolesca costruzione di un presente che riavvolga come d'incanto il nastro del passato. E' la generazione dei 20 -30 enni che si sente ormai tagliata fuori da qualunque prospettiva di realizzazione sociale e sentimentale e che si lascia trascinare nel turbine metacinematografico una storia che prende spunto dal pretesto di un goliardico annuncio sul giornale (realmente comparso su di un periodico e poi rimbalzato come un iconico meme sulle sponde immateriali della rete) per tradursi in una stralunata sceneggiatura che frulla insieme commedia sentimentale e spy-story di federali in impermeabile, cinico reportage sull'emarginazione e baluginanti speranze di rudimentali macchine del tempo che scompaiono nel nulla. Il ritmo e lento, la storia sconclusionata ed i personaggi fumettistici, ma il pastiche artigianale di questa commedia improbabile conserva il fascino di quelle verità improvvisate che si dicono strimpellando un dulcimer davanti ad un falò scoppiettante, insieme ad una ragazza adorante nel cuore della notte di un'America senza cuore. Duplass e Plaza è la strana coppia che finisce per funzionare per un piccolo fenomeno di culto ampiamente premiato nei festival del cinema Indie in giro per il mondo.
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