enzo70
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martedì 8 dicembre 2015
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una storia vera di una malattia attuale
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The normal heart è la trasposizione cinematografica della storia di Larry Kramer lo scrittore attivista gay che negli anni ottanta si attivò per creare la dovuta attenzione sull’epidemia dell’Aids. Diretto da Eyan Murphy e ottimamente interpretato da Mark Ruffalo, è un film con tante sfumature, la cui drammaticità di fondo viene ben bilanciata da un ritmo narrativo rilassato. Le contraddizioni dello stesso mondo omossessuale, devastato da una malattia di cui non solo si sapeva poco, ma quel poco che si sapeva veniva osteggiato da una sorta di valutazione morale della malattia, virus erede postumo di Sodoma e Gomorra, rappresentano uno spaccato di una realtà con mille sfumature.
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The normal heart è la trasposizione cinematografica della storia di Larry Kramer lo scrittore attivista gay che negli anni ottanta si attivò per creare la dovuta attenzione sull’epidemia dell’Aids. Diretto da Eyan Murphy e ottimamente interpretato da Mark Ruffalo, è un film con tante sfumature, la cui drammaticità di fondo viene ben bilanciata da un ritmo narrativo rilassato. Le contraddizioni dello stesso mondo omossessuale, devastato da una malattia di cui non solo si sapeva poco, ma quel poco che si sapeva veniva osteggiato da una sorta di valutazione morale della malattia, virus erede postumo di Sodoma e Gomorra, rappresentano uno spaccato di una realtà con mille sfumature. Brava, al solito, Julia Roberts, che nel film interpreta la parte di una ricercatrice affetta da polio melite. La capacità di Kramer di lottare una battaglia difficilissima, da un lato l’ostilità della politica etero, distante dai problemi dei gay, dall’altra quella della comunictà omosessuale, poco incline a cedere sul lato della libertà sessuale, torna di attualità in questi anni in cui un’illusoria sconfitta del virus Hiv ha creato una complice distrazione che ha come effetto la moltiplicazione dei casi d’infezione. In realtà sono gli uomini che cambiano il mondo e una funzione del cinema è proprio quello di alimentare la memoria.
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ultimoboyscout
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domenica 12 luglio 2015
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quando si chiamava ancora grid.
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Il film è l'adattamento per lo schermo del testo teatrale del 1985 di Larry Kramer, ambientato durante la prima grande diffusione del virus HIV in America. Si tratta di un'opera assolutamente importante, un vero e doloroso documento storico, che informa come la malattia si sia diffusa e su come ci si possa difendere, ma soprattutto si pone a paladino di una generazione che ha lottato contro ogni pregiudizio. Le star sono Matt Bomer e Mark Ruffalo, il primo è Felix, compagno malato del secondo, ovvero l'attivista senza peli sulla lingua Ned Weeks, impegnato nella sua battaglia contro il muro elevato dalle istituzioni e da una parte del movimento gay, che non è altro che l'alter ego cinematografico dello stesso Kramer.
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Il film è l'adattamento per lo schermo del testo teatrale del 1985 di Larry Kramer, ambientato durante la prima grande diffusione del virus HIV in America. Si tratta di un'opera assolutamente importante, un vero e doloroso documento storico, che informa come la malattia si sia diffusa e su come ci si possa difendere, ma soprattutto si pone a paladino di una generazione che ha lottato contro ogni pregiudizio. Le star sono Matt Bomer e Mark Ruffalo, il primo è Felix, compagno malato del secondo, ovvero l'attivista senza peli sulla lingua Ned Weeks, impegnato nella sua battaglia contro il muro elevato dalle istituzioni e da una parte del movimento gay, che non è altro che l'alter ego cinematografico dello stesso Kramer. Cominciamo col dire che parliamo di un film per la TV, che ha avuto una produzione decisamente tribolata, riuscita in gran parte grazie alla lungimiranza di HBO. Il difetto maggiore dell'opera sono i suoi troppi eccessi che non gli hanno permesso di focalizzare i suoi obiettivi: in effetti il film racconta solo una parte del problema e quella parte la racconta a modo troppo suo. La sua forza è invece la rabbia che sprigiona e la polemica che non risulta mai lagnosa. Impressionanti le prove attoriali di Ruffalo, attore che spazia dall'impegno sociale ai cinecomics con grande leggerezza dimostrandosi sempre a suo agio, ma soprattutto di Bomer che mette in scena una maschera di sofferenza mostruoso rimanendo assolutamente credibile e verosimile. Sarebbe stato veramente bello se i due attori, ben supportati anche da un grande cast, avrebbero potuto inserire le loro interpretazioni in un contesto più solido, concreto e profondo.
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