Ci sono tanti modi per onorare la memoria di un grande uomo, degno servitore dello Stato, che fino all’ultimo ha lottato per salvare il suo Paese. A 25 anni dalla tragica scomparsa del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa questo film, diretto da Giorgio Capitani, ripercorre gli ultimi otto anni di vita del generale, e lo fa in maniera semplice, ma straordinariamente profonda. Dal 1974 quando Dalla Chiesa viene inviato a Torino per lottare contro le Brigate Rosse, riuscendo nell’impresa con astuzia, forza e tenacia, fino all'82 quando, nominato prefetto e trasferito a Palermo, inizia la sua battaglia contro la mafia. Una lotta impossibile, che purtroppo lo condurrà alla morte dopo soli 100 giorni.
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Ci sono tanti modi per onorare la memoria di un grande uomo, degno servitore dello Stato, che fino all’ultimo ha lottato per salvare il suo Paese. A 25 anni dalla tragica scomparsa del Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa questo film, diretto da Giorgio Capitani, ripercorre gli ultimi otto anni di vita del generale, e lo fa in maniera semplice, ma straordinariamente profonda. Dal 1974 quando Dalla Chiesa viene inviato a Torino per lottare contro le Brigate Rosse, riuscendo nell’impresa con astuzia, forza e tenacia, fino all'82 quando, nominato prefetto e trasferito a Palermo, inizia la sua battaglia contro la mafia. Una lotta impossibile, che purtroppo lo condurrà alla morte dopo soli 100 giorni. Poco sangue, tanta tensione, ma anche fortissime emozioni. Già, perché Carlo Alberto Dalla Chiesa non era solo “il Generale”, ma era anche un “uomo”, che amava profondamente la sua famiglia. Il grande affetto per i suoi tre figli : Rita, Nando e Simona, l’amore immenso per sua moglie Dora (che lo lascerà vedovo improvvisamente). Bellissima anche la ricostruzione della storia con Emanuela Setti Carraro, sua seconda moglie, che ha soli 31 anno morirà con lui nel brutale attentato di Palermo. Straordinaria l’interpretazione di Giancarlo Giannini, che solo con lo sguardo riesce ad emozionare e coinvolgere lo spettatore, sia nei momenti di tensione, sia in quelli più dolci e privati. Un’ interpretazione mai eccessiva, ma misurata, delicata, nei modi e nelle parole. Brava anche Stefania Sandrelli nei panni di sua moglie Dora, donna devota al proprio marito e alla famiglia. Francesca CAvallin, nei panni di Emanuela Setti Carraro, è semplicemente dolce, riuscendo bene ad interpretare quella giovane donna, disposta a sopportare tutto, fino a sacrificarsi, pur di condividere l’amore con il suo uomo. Chi non conosceva bene la storia del Generale, con questo film riesce bene ad avvicinarsi a lui, alla sua storia e alla sua vita, fino ad appassionarsene. Un uomo che ha lottato disperatamente. Un uomo lasciato solo. Un uomo che ha dato tutto se stesso al suo lavoro, al suo Paese, e alla sua famiglia. Tutto questo era il Generale. Alla fine, le immagini dei veri funerali colpiscono diretti al cuore. E la scena di Rita che, in preda alla rabbia, sostituisce sopra la bara, quel semplice mazzo di fiori con il cappello del “Generale”, non può che commuoverci…e indurci a riflettere.
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[+] ciao, complimenti per la tua recensione
(di fangorn)
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