samuelemei
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domenica 8 settembre 2013
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ascolto e visione: l'occhio di brian de palma
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In “Blow Out” (1981) c’è, nel bene e nel male, tutto il cinema di Brian De Palma. Il film è giustamente diventato un cult, osannato persino da Quentin Tarantino. La sceneggiatura lascia un po’ a desiderare, con quel susseguirsi di sequenze affastellate senza intrecciarsi in una vera e propria trama. Dal punto di vista contenutistico il film ha infatti tutti i tratti del B-movie, costruito su episodi ricchi di suspense connessi da un’onnipresente “ossessione voyeuristica”, riscontrabile per altro anche in altre pellicole di De Palma, quali “Vestito per uccidere” e “Omicidio a luci rosse”. Jack (un giovanissimo John Travolta) è un ex-poliziotto diventato tecnico del suono che, una sera, capta accidentalmente i rumori di un'automobile che cade in un torrente.
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In “Blow Out” (1981) c’è, nel bene e nel male, tutto il cinema di Brian De Palma. Il film è giustamente diventato un cult, osannato persino da Quentin Tarantino. La sceneggiatura lascia un po’ a desiderare, con quel susseguirsi di sequenze affastellate senza intrecciarsi in una vera e propria trama. Dal punto di vista contenutistico il film ha infatti tutti i tratti del B-movie, costruito su episodi ricchi di suspense connessi da un’onnipresente “ossessione voyeuristica”, riscontrabile per altro anche in altre pellicole di De Palma, quali “Vestito per uccidere” e “Omicidio a luci rosse”. Jack (un giovanissimo John Travolta) è un ex-poliziotto diventato tecnico del suono che, una sera, capta accidentalmente i rumori di un'automobile che cade in un torrente. Recatosi sul luogo dell'incidente riesce a salvare la giovane Sally (la graziosa Nancy Allen), ma non il conducente, governatore dello Stato e candidato alle elezioni presidenziali. Ascoltando a casa il nastro registrato, Jack si accorge che in sottofondo si sente il rumore di uno sparo. Capisce allora che non è stato un incidente ma un omicidio e, insieme a Sally, cerca di far luce su quello che si rivela un vero e proprio intrigo politico. Le indagini porteranno i due protagonisti a mettere in pericolo la loro vita. Questi in sintesi i fatti raccontati dal film. Tuttavia la grandezza di “Blow Out” non sta affatto nella trama, quanto nella perfezione formale con cui Brian De Palma confeziona il film. Notevole la fotografia di Vilgos Zsigmond, fondamentale la colonna sonora di Pino Donaggio ( il tema principale sarà ripreso da Tarantino in "Grindhouse- A prova di morte"), strepitosa l’abilità con cui sono girate le singole sequenze. De Palma mette in luce la sua più importante cifra stilistica, cioè la realizzazione di articolati piano-sequenza, cifra stilistica che rende il regista italo-americano il “Da Vinci” dei movimenti di macchina da presa. Il film va letto inoltre tenendo presente la non meno articolata impalcatura intertestuale che caratterizza la pellicola: De Palma emula capolavori del calibro di “Blow Up “ di Michelangelo Antonioni (di cui riecheggia anche il titolo) e de “La conversazione” di Francis Ford Coppola, film che riflettono sul ruolo della tecnologia (visiva o auricolare) come determinante strumento investigativo. Inoltre è sempre presente in filigrana l’impronta hitchcockiana tipica del cinema di Brian De Palma (su tutti, penso a "Complesso di colpa", particolare rilettura di "Vertigo"), dichiarata nella mise en abime iniziale del "film nel film" in cui si vede una donna assassinata nella doccia, evidente richiamo a Psycho. Nel complesso “Blow Out” è un film molto raffinato dal punto di vista estetico: indimenticabile il finale “roteante e rallentato” in cui si compie il destino dei protagonisti sotto la luce struggente dei fuochi d’artificio.
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dodo
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domenica 1 aprile 2007
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de palma versione hitchcock
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"Blow out" è senza dubbio il miglior film firmato De Palma.
Più distante rispetto gli altri suoi movie da canoni standardizzati e commerciali, si presta molto anche all'analisi semiotica audiovisiva.
Il protagonista è John Travolta, nella parte di un esperto di effetti sonori per b - movies. Citare la trama del film vorrebbe dire svelare proprio il "nucleo" artistico oltre che filmico, quindi ci asteniamo dal farlo. Ne parliamo genericamente e ci complimentiamo - questa volta - con Brian De Palma, il quale ha scritto di suo pugno la sceneggiatura oltre ad aver diretto ovviamente il film.
Guardando "Blow out" si capisce come mai molti critici e giornalisti abbiano indicato in De Palma il giusto erede di Alfred Hitcoock; guardando la prosecuzione della carriera di Brian, difatti, verrebbe da ridere ascoltando e leggendo cotante lodi, ma in questo film possiamo condividere i frettolosi encomi elargiti dalla critica.
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"Blow out" è senza dubbio il miglior film firmato De Palma.
Più distante rispetto gli altri suoi movie da canoni standardizzati e commerciali, si presta molto anche all'analisi semiotica audiovisiva.
Il protagonista è John Travolta, nella parte di un esperto di effetti sonori per b - movies. Citare la trama del film vorrebbe dire svelare proprio il "nucleo" artistico oltre che filmico, quindi ci asteniamo dal farlo. Ne parliamo genericamente e ci complimentiamo - questa volta - con Brian De Palma, il quale ha scritto di suo pugno la sceneggiatura oltre ad aver diretto ovviamente il film.
Guardando "Blow out" si capisce come mai molti critici e giornalisti abbiano indicato in De Palma il giusto erede di Alfred Hitcoock; guardando la prosecuzione della carriera di Brian, difatti, verrebbe da ridere ascoltando e leggendo cotante lodi, ma in questo film possiamo condividere i frettolosi encomi elargiti dalla critica.
"Blow out" è certamente un thriller riuscito, ma non solo: è un film colmo di idee originali, con un certo grado di "sperimentazione", ma che riesce a rientrare al contempo nello schema "ricavi garantiti".
La "sperimentazione" è offerta dall'importanza attribuita ai suoni (quelli inerenti al delitto su cui si gioca la trama del film) registrati da "Jack" (Travolta), i quali giocano un ruolo "attanziale". De Palma si diverte a rendere partecipe il pubblico anche dei problemi che sottostanno al montaggio, alla correlazione audio - visiva, con divertenti sketch (uno in particolare apre e chiude il film). Poi cè la parte inerente al "formato thriller": e riconosciamo che stavolta il regista riesce anche a comprendere un certo grado di imprevedibilità, assente nei successivi "Carlito's Way" o “Untouchables” (quest’ultimo per forza di cose).
L'azione si sussegue rapida com'è giusto che sia, e Brian è anche molto bravo a variare i registri di narrazione.
Il finale riporta il classico inseguimento rocambolesco, ma visti gli esiti della narrazione, anche quest'ultimo aspetto è passabile.
In conclusione si può dire che è certamente un film originale, da consigliare soprattutto agli amanti di thriller e ai palati più esigenti.
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giovedì 11 luglio 2019
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avvincente thriller sulla distorsione della realtà
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Dopo Le due sorelle, Complesso di colpa e Vestito per uccidere, Brian De Palma continua il suo percorso come grande ammiratore nonché studioso di Alfred Hithcock, a cui il suo cinema deve molto. Ma il regista non copia, semmai si ispira e, soprattutto, omaggia con innumerevoli citazioni: in questo avvincente thriller dai notevoli risvolti politici, infatti, si possono trovare tematiche care sia al "Maestro del brivido", come l'uomo comune che viene coinvolto in intrighi infinitamente più complessi di quanto possa immaginare, sia tematiche ricorrenti nel cinema del suo più grande epigono, ovvero la scoperta di ciò che si cela al di là le apparenze, il rapporto tra immagine e suono, tra finzione e realtà e, soprattutto, la distorsione di quest'ultima attraverso la tecnologia, che qui è intesa sia come potente oggetto manipolatore sia come valido strumento di ricostruzione della realtà, che quindi permette di risalire alla verità.
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Dopo Le due sorelle, Complesso di colpa e Vestito per uccidere, Brian De Palma continua il suo percorso come grande ammiratore nonché studioso di Alfred Hithcock, a cui il suo cinema deve molto. Ma il regista non copia, semmai si ispira e, soprattutto, omaggia con innumerevoli citazioni: in questo avvincente thriller dai notevoli risvolti politici, infatti, si possono trovare tematiche care sia al "Maestro del brivido", come l'uomo comune che viene coinvolto in intrighi infinitamente più complessi di quanto possa immaginare, sia tematiche ricorrenti nel cinema del suo più grande epigono, ovvero la scoperta di ciò che si cela al di là le apparenze, il rapporto tra immagine e suono, tra finzione e realtà e, soprattutto, la distorsione di quest'ultima attraverso la tecnologia, che qui è intesa sia come potente oggetto manipolatore sia come valido strumento di ricostruzione della realtà, che quindi permette di risalire alla verità. Le interessanti linee tematiche sono in parte penalizzate da alcune forzature presenti all'interno della storia e da un personaggio femminile insipido e poco caratterizzato. Nonostante lo sviluppo della narrazione non sia mai stato uno dei punti forti del cinema di De Palma, il regista dedica maggiore attenzione alla eccellente dose di suspense e al magistrale virtuosismo della cinepresa, che qui, in perfetta armonia con la colonna sonora di Pino Donaggio, raggiunge un'incredibile espressività. Come ultimo appunto, è da notare la buona interpretazione di John Travolta, perfettamente a suo agio in un ruolo alla Cary Grant. Dunque un film più che buono, con alcune imperfezioni, ma sicuramente da vedere, dato che è uno dei film più riusciti e completi di Brian De Palma oltre che uno dei migliori thriller hitchcockiani non realizzati dal Maestro del Brivido. 3, 5 stelle su 5.
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giovedì 11 luglio 2019
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avvincente thriller dalle tematiche interessanti
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Dopo Le due sorelle, Complesso di colpa e Vestito per uccidere, Brian De Palma continua il suo percorso come grande ammiratore nonché studioso di Alfred Hithcock, a cui il suo cinema deve molto. Ma il regista non copia, semmai si ispira e, soprattutto, omaggia con innumerevoli citazioni: in questo avvincente thriller dai notevoli risvolti politici, infatti, si possono trovare tematiche care sia al "Maestro del brivido", come l'uomo comune che viene coinvolto in intrighi infinitamente più complessi di quanto possa immaginare, sia tematiche ricorrenti nel cinema del suo più grande epigono, ovvero l'ambiguità delle apparenze, la manipolazione di immagini e suoni, il rapporto tra verosimiglianza e realtà e, soprattutto, la distorsione di quest'ultima attraverso la tecnologia, che qui è intesa come valido strumento di ricostruzione della realtà, che quindi permette di risalire alla verità.
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Dopo Le due sorelle, Complesso di colpa e Vestito per uccidere, Brian De Palma continua il suo percorso come grande ammiratore nonché studioso di Alfred Hithcock, a cui il suo cinema deve molto. Ma il regista non copia, semmai si ispira e, soprattutto, omaggia con innumerevoli citazioni: in questo avvincente thriller dai notevoli risvolti politici, infatti, si possono trovare tematiche care sia al "Maestro del brivido", come l'uomo comune che viene coinvolto in intrighi infinitamente più complessi di quanto possa immaginare, sia tematiche ricorrenti nel cinema del suo più grande epigono, ovvero l'ambiguità delle apparenze, la manipolazione di immagini e suoni, il rapporto tra verosimiglianza e realtà e, soprattutto, la distorsione di quest'ultima attraverso la tecnologia, che qui è intesa come valido strumento di ricostruzione della realtà, che quindi permette di risalire alla verità. Le interessanti linee tematiche sono in parte penalizzate da alcune forzature presenti all'interno della sceneggiatura e da un personaggio femminile insipido e poco caratterizzato. Nonostante lo sviluppo della narrazione non sia mai stato uno dei punti forti del cinema di De Palma, il regista dedica maggiore attenzione alla eccellente dose di suspense e al magistrale virtuosismo della cinepresa, che qui, in perfetta armonia con la colonna sonora di Pino Donaggio, raggiunge un'incredibile espressività con lo scopo di trovare nuovi linguaggi cinematografici per raccontare qualcosa di già visto. Come ultimi appunti, sono da notare la buona interpretazione di John Travolta, perfettamente a suo agio in un ruolo alla Cary Grant, e lo straordinario finale. Dunque un film più che buono, con alcune imperfezioni, ma sicuramente da vedere, dato che è uno dei film più riusciti e completi di Brian De Palma oltre che uno dei migliori thriller hitchcockiani non realizzati dal Maestro del Brivido. 3,5 stelle su 5.
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onufrio
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venerdì 30 agosto 2019
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il complotto
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Jack (J.Travolta) è un tecnico del suono nel campo nel cinema, con un passato breve e drammatico nella polizia. Una notte, mentre registra suoni all'aria aperta, assiste suo malgrado ad un incidente stradale, la macchina precipita nel fiume e Jack salverà la vita ad una bella ragazza. Nell'auto però, oltre alla giovane Sally, c'era un famoso e potente governatore candidato alla casa bianca. Le autorità e gli alti vertici invitano Jack a non indagare oltre e dimenticare la vicenda, ma lui si ostina alla ricerca della verità, attraverso minuziose indagini ed un lavoro certosino fatto di suoni ed immagini. Finale drammatico. Ottimo thriller che mette in risalto la parte tecnica, il montaggio sonoro e video alla quale lo spettatore assiste è davvero apprezzabile quanto professionale.
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Jack (J.Travolta) è un tecnico del suono nel campo nel cinema, con un passato breve e drammatico nella polizia. Una notte, mentre registra suoni all'aria aperta, assiste suo malgrado ad un incidente stradale, la macchina precipita nel fiume e Jack salverà la vita ad una bella ragazza. Nell'auto però, oltre alla giovane Sally, c'era un famoso e potente governatore candidato alla casa bianca. Le autorità e gli alti vertici invitano Jack a non indagare oltre e dimenticare la vicenda, ma lui si ostina alla ricerca della verità, attraverso minuziose indagini ed un lavoro certosino fatto di suoni ed immagini. Finale drammatico. Ottimo thriller che mette in risalto la parte tecnica, il montaggio sonoro e video alla quale lo spettatore assiste è davvero apprezzabile quanto professionale.
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giulio andreetta
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sabato 29 agosto 2020
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il racconto dei fantasmi interiori della memoria
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Film che forse non può assurgere al livello del capolavoro, ma senz'altro una delle poche pellicole in grado di entusiasmare lo spettatore, dall'inizio alla fine della visione. Questa pellicola di Brian De Palma possiede una concezione narrativa molto interessante, con continui rimandi e intrecci tra tempo presente del racconto, ricordo, e passato oggettivo, che viene rintracciato grazie alla registrazione. E' dunque una pellicola sperimentale quella che abbiamo di fronte, e non deve ingannare il genere thriller a cui questo film può senz'altro essere accostato. Il racconto appare infatti, per De Palma, solamente uno strumento espressivo con il quale proiettare nella pellicola tutti i suoi fantasmi interiori: il passaggio del tempo, il continuo intreccio di passato e futuro, il ricordo, i contorni indefiniti di ciò che è vero e falso.
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Film che forse non può assurgere al livello del capolavoro, ma senz'altro una delle poche pellicole in grado di entusiasmare lo spettatore, dall'inizio alla fine della visione. Questa pellicola di Brian De Palma possiede una concezione narrativa molto interessante, con continui rimandi e intrecci tra tempo presente del racconto, ricordo, e passato oggettivo, che viene rintracciato grazie alla registrazione. E' dunque una pellicola sperimentale quella che abbiamo di fronte, e non deve ingannare il genere thriller a cui questo film può senz'altro essere accostato. Il racconto appare infatti, per De Palma, solamente uno strumento espressivo con il quale proiettare nella pellicola tutti i suoi fantasmi interiori: il passaggio del tempo, il continuo intreccio di passato e futuro, il ricordo, i contorni indefiniti di ciò che è vero e falso. Attori in stato di grazia: in particolare un ottimo John Travolta interpreta con molto acume e con energia, la stessa energia di un giovane dinamico e vitale, un personaggio complesso e affascianante. Ma in genere interessanti e professionali tutte le interpretazioni. Da menzionare anche l'ottimo lavoro dell'attrice Nancy Allen. 4 Stelline.
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figliounico
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lunedì 12 febbraio 2024
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un omaggio al cinema
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Con Blow Out Brian De Palma fa il verso sia al cinema colto, in particolare al Blow Up di Antonioni, e non soltanto per l’assonanza del titolo ma anche per la somiglianza del plot, sia ai B-movies thriller del sottogenere slasher porno soft ambientati nei collegi femminili con le sequenze iniziali che ne riproducono fedelmente un esemplare con tanto di citazione di una delle scene cult di Psycho. Il film vanta un cast eccellente e a parte Travolta al suo primo thriller come protagonista, notevole è la performance di Nancy Allen nel ruolo della svampita complice del piccolo ricattatore, Dennis Franz, e di John Lithgow, il sicario con l’hobby del serial killer di biondine al servizio dei potenti complottisti.
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Con Blow Out Brian De Palma fa il verso sia al cinema colto, in particolare al Blow Up di Antonioni, e non soltanto per l’assonanza del titolo ma anche per la somiglianza del plot, sia ai B-movies thriller del sottogenere slasher porno soft ambientati nei collegi femminili con le sequenze iniziali che ne riproducono fedelmente un esemplare con tanto di citazione di una delle scene cult di Psycho. Il film vanta un cast eccellente e a parte Travolta al suo primo thriller come protagonista, notevole è la performance di Nancy Allen nel ruolo della svampita complice del piccolo ricattatore, Dennis Franz, e di John Lithgow, il sicario con l’hobby del serial killer di biondine al servizio dei potenti complottisti. Il film suona implicitamente come un omaggio al cinema in generale, da quello blasonato dei registi intellettuali, osannato dai critici, a quello di cassetta, più becero e popolare, e a quanti vi lavorano silenziosamente nell’ombra, come Jack Terry il fonico alla ricerca dell’urlo perfetto da inserire proprio nella scena hitchcockiana della doccia con cui si chiude il film. Nessuno saprà mai quanta fatica e quanto dolore è costato quel frammento di sonoro inserito nel film di successo che si sta spensieratamente guardando.
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lunedì 15 luglio 2019
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avvincente thriller dalle tematiche interessanti
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Dopo Le due sorelle, Complesso di colpa e Vestito per uccidere, Brian De Palma continua il suo percorso come grande ammiratore nonché studioso di Alfred Hithcock, a cui il suo cinema deve molto.
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Dopo Le due sorelle, Complesso di colpa e Vestito per uccidere, Brian De Palma continua il suo percorso come grande ammiratore nonché studioso di Alfred Hithcock, a cui il suo cinema deve molto. Ma il regista non copia, semmai si ispira e, soprattutto, omaggia con innumerevoli citazioni: in questo avvincente thriller dai notevoli (anche se marginali) risvolti politici, infatti, si possono trovare tematiche care sia al "Maestro del brivido", come l'uomo comune che viene coinvolto in un intrigo infinitamente più complesso di quanto possa immaginare, sia tematiche ricorrenti nel cinema del suo più grande epigono, ovvero l'ambiguità delle apparenze, la manipolazione di immagini e suoni, il rapporto tra verosimiglianza e realtà e, soprattutto, la distorsione di quest'ultima attraverso la tecnologia, che qui è intesa come valido strumento di ricostruzione della realtà, che quindi permette di risalire alla verità. Le interessanti linee tematiche sono in parte penalizzate da alcune forzature presenti all'interno della sceneggiatura e da un personaggio femminile insipido e poco caratterizzato. Nonostante lo sviluppo della narrazione non sia mai stato uno dei punti di forza del cinema di De Palma, il regista è sempre stato maggiormente interessato, e Blow Out non fa eccezione, alla eccellente dose di suspense e al magistrale virtuosismo della cinepresa, che qui, in perfetta armonia con l’azzeccata colonna sonora di Pino Donaggio, raggiunge un grande valore espressivo. Come ultimi appunti, sono da notare la buona interpretazione di John Travolta, perfettamente a suo agio in un ruolo alla Cary Grant, e lo straordinario finale. Dunque un film più che buono, con alcune imperfezioni, ma sicuramente da vedere, dato che consacra definitivamente Brian De Palma come autore vero e proprio nonché di un certo spessore. 3,5 stelle su 5.
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