bentley
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giovedì 29 marzo 2007
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una superman in gonella per combattere il male
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Dagli stessi produttori della sega di Superman un filmetto tutto al femminile per ragazzi e teen-agers in calore.
Uscito nel 1984 sull'onda del successo dei primi due Superman, con l'intento di rilanciare il filone dopo l'insuccesso del suo terzo capitolo, il film fu un insuccesso al botteghino nonostante la sua splendida esordiente protagonista. Helen Slater nei panni di Supergirl infatti vale da sola la visione e la musica di Jerry Goldsmith é davvero trascinante. Pur avvalendosi di un cast di tutto rispetto con attori del calibro di Peter O'Toole e Mia Farrow il film fu un fallimento soprattutto a causa di uno script risibile e di una regia, di Jeannot Szwarc, assolutamente inadeguata.
La super-ragazza d'acciaio, una super sexy Helen Slater, allora diciannovenne, si scomoda a scendere sulla terra per recuperare un oggetto, l'Omegahedron.
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Dagli stessi produttori della sega di Superman un filmetto tutto al femminile per ragazzi e teen-agers in calore.
Uscito nel 1984 sull'onda del successo dei primi due Superman, con l'intento di rilanciare il filone dopo l'insuccesso del suo terzo capitolo, il film fu un insuccesso al botteghino nonostante la sua splendida esordiente protagonista. Helen Slater nei panni di Supergirl infatti vale da sola la visione e la musica di Jerry Goldsmith é davvero trascinante. Pur avvalendosi di un cast di tutto rispetto con attori del calibro di Peter O'Toole e Mia Farrow il film fu un fallimento soprattutto a causa di uno script risibile e di una regia, di Jeannot Szwarc, assolutamente inadeguata.
La super-ragazza d'acciaio, una super sexy Helen Slater, allora diciannovenne, si scomoda a scendere sulla terra per recuperare un oggetto, l'Omegahedron. Questa anonima sfera che ha l'aspetto di una palla fluorescente sembra essere indispensabile per la città di Argo ma non sarebbe un gran problema recuperarla, visto che é finita, guarda guarda.....nelle grinfie della squinternata ed goffa fattucchiera Selena, una Faye Dunaway con mega-parruccone rosso fuoco che appare come un incrocio tra la Milva del San Remo 2007 e Vanna Marchi. La perfida Selena, in realtà non metterebbe paura nemmeno a Medioman...e infatti Supergirl ben presto trova l'Omegahedron e la sua nuova proprietaria. Il film però finirebbe troppo presto se avessimo subito lo scontro finale tra l'eroina e la cattiva...e poiché é un film di donne...non può non esserci di mezzo un bel maschione: il giardiniere Etahn interpretato da un gran pezzo di fico, l'attore canadese Hart Bochner. Morale della favola Supergirl e Selena si sfideranno chiamando in causa superpoteri alla Superman, magia nera e forze delle tenebre solo per un aitante fusto! Sich! Questo é il massimo dell'originalità che una ricca produzione Hollywoodiana ha potuto tirare fuori. Ovviamente é facile intuire come andrà a finire...il nostro giardiniere non sembra un mostro di intelligenza ma se lo mettete davanti alla scelta tra la diciannovenne Slater, insieme dolcissima e sexy, bionda con occhioni azzurri da svenimento e due gambe da cerbiatta e la strega Dunaway, tardona con parruccone e trucco da megera condito con un guardaroba da galleria degli orrorri non facile avere dubbi.
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seanmallory75
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mercoledì 7 aprile 2010
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occasione sprecata, deludente nonostante la slater
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Nello sconfinato mondo dei cinecomics, come sono dette le trasposizioni cinematografiche dai fumetti, trova posto un film curioso e poco conosciuto, almeno nel nostro paese, datato oramai più di 25 anni, sto parlando di “Supergirl” o come recita pomposamente il titolo italiano dovrei dire “Supergirl – La ragazza d’ Acciaio”. La pellicola del 1985 fu prodotta dai fratelli Salkind, gli stessi della sega di “Superman” che tentarono la strada del successo economico con unaltro personaggio dei DC Comics: Supergirl per l'appunto. Il film fu però un clamoroso flop al botteghino ed è oggi, a buon diritto, considerato uno dei peggiori esempi di cinema tratto dai fumetti. La sceneggiatura è tra le più idiote ed improbabili della storia e la regia del francese Szwarc finisce per non dare una chiara impronta al film che è sempre indeciso tra action e commedia semiparodica in un incredibile guazzabuglio che strizza l’occhio anche al college-movie, a Biancaneve e al “Mago di Oz”.
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Nello sconfinato mondo dei cinecomics, come sono dette le trasposizioni cinematografiche dai fumetti, trova posto un film curioso e poco conosciuto, almeno nel nostro paese, datato oramai più di 25 anni, sto parlando di “Supergirl” o come recita pomposamente il titolo italiano dovrei dire “Supergirl – La ragazza d’ Acciaio”. La pellicola del 1985 fu prodotta dai fratelli Salkind, gli stessi della sega di “Superman” che tentarono la strada del successo economico con unaltro personaggio dei DC Comics: Supergirl per l'appunto. Il film fu però un clamoroso flop al botteghino ed è oggi, a buon diritto, considerato uno dei peggiori esempi di cinema tratto dai fumetti. La sceneggiatura è tra le più idiote ed improbabili della storia e la regia del francese Szwarc finisce per non dare una chiara impronta al film che è sempre indeciso tra action e commedia semiparodica in un incredibile guazzabuglio che strizza l’occhio anche al college-movie, a Biancaneve e al “Mago di Oz”. Fin dal casting, l’intento della produzione pare quello di muoversi sulla falsa riga del primo “Superman” e così capita che la produzione possa vantare anche qualche star al suo attivo, sia pure in piccole parti di contorno, Peter O’Toole è Zaltar ed ha la stessa funzione carismatica del Marlon Brando di “Superman” e Mia Farrow nei panni di Alura,la madre di Supergirl, si limita ad una piccola scena all’inizio del film, per poter comparire nei titoli di testa e giustificare così il suo lauto compenso. Quanto alla protagonista, l’esordiente, allora poco più che ventenne Helen Slater in “Supergirl” era molto acerba come attrice ma di certo possiede le physique du role, è bella, dolce e bionda, in una parola è una meravigliosa Supergirl e poco importa se non è Meryl Streep, vederla volteggiare in aria con il succinto costumino da Supereroina è davvero un bel vedere. Il resto degli attori, escluso O'Toole, è imbarazzante: la gara per la palma del più cane è combattuta, ma alla fine la spunta la strega cattiva Faye Dunaway, un'atrocità ma per lo meno funzionale allo scopo, se si cercava la perfetta controparte femminile della Slater eccola: abbiamo l’anello mancante tra la matrigna di Biancaneve e Sally Spectra. Non si può non sorridere di fronte al suo guardaroba kitsch e al trucco grottesco ma il vero colpo di genio sono le spaventose acconciature che sfoggia con ammirevole sprezzo del ridicolo: semplicemente orrende, credo di non aver mai visto nulla di simile nemmeno nei peggiori film fantasy degli anni 80’. Gli occhi perennemente spalancati, un incredibile campionario di ghigni ed una recitazione isterica ben oltre il ridicolo fanno della perfida strega Dunaway il punto più basso di tutto il film, davvero incredibile come abbia potuto accettare di comparire in un ruolo tanto idiota per mero interesse economico e narcisismo da commediante; così agghindata e truccata ha un aspetto davvero orribile e la contrapposizione con la giovanissima e bellissima rivale, Slater appare semplicemente improponibile; la nostra star!!! si produce in stucchevoli tentativi di umorismo e non pone a freno le sue smorfie per tutta la durata del film tanto da rimediare una figura ancora peggiore di quella nell’antecedente celeberrimo “Mammina Cara” in cui fu premiata, si fa per dire, con il Razzie Award alla peggior attrice, questa volta invece per "Supergirl", ottiene solo una nomination, ma resta davvero difficile credere che qualcuno, quell’anno, abbia potuto fare di peggio.
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