Ercole c'è ma (nel titolo) non si vede. Le fortune cinematografiche del nerboruto e possente figlio di Giove nel 1965 sono ormai in declino e la produzione sceglie di non far apparire il suo nome nei titoli. Scritto e sceneggiato da Lorenzo Gicca Palli, è la prima regia in proprio di Maurizio Lucidi dopo le esperienze come aiuto regista di Pier Paolo Pasolin in Il Vangelo secondo Matteo e di Christian Jacque in Madame sans gêne. È anche l'ultima volta che Reg Park veste i panni di Ercole oltre che l’ultima apparizione del personaggio in un film italiano di quel periodo. Quasi a chiudere un ciclo la storia parte da una delle leggendarie fatiche raccontate sullo schermo dal film di Pietro Francisci con Steve Reeves che alcuni anni prima ha dato inizio alla moda del genere mitologico italiano.
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Ercole c'è ma (nel titolo) non si vede. Le fortune cinematografiche del nerboruto e possente figlio di Giove nel 1965 sono ormai in declino e la produzione sceglie di non far apparire il suo nome nei titoli. Scritto e sceneggiato da Lorenzo Gicca Palli, è la prima regia in proprio di Maurizio Lucidi dopo le esperienze come aiuto regista di Pier Paolo Pasolin in Il Vangelo secondo Matteo e di Christian Jacque in Madame sans gêne. È anche l'ultima volta che Reg Park veste i panni di Ercole oltre che l’ultima apparizione del personaggio in un film italiano di quel periodo. Quasi a chiudere un ciclo la storia parte da una delle leggendarie fatiche raccontate sullo schermo dal film di Pietro Francisci con Steve Reeves che alcuni anni prima ha dato inizio alla moda del genere mitologico italiano. L’eroe, stanco e desideroso di tranquillità, è costretto a lasciare le comode mura di casa per liberare lo spirito di suo figlio Xanto, imprigionato per vendetta da Gea, adirata con lui per aver ucciso l’Idra violando la sacralità di Lerna. Come già nel primo film della serie il suo principale rivale è il gigantesco Anteo, figlio della stessa Gea, che non può essere ucciso fino a quando è a contatto con la terra sua madre. Tocca a Giovanni Gianfriglia, la controfigura di Reeves, vestire i panni del personaggio che nel primo Ercole di Francisci era interpretato dal mito del pugilato Primo Carnera. Trattato piuttosto male dalla critica e snobbato da un pubblico ormai conquistato dalla “novità” del western all’italiana rivisto oggi mostra alcune caratteristiche degne di nota, in particolare la capacità di Lucidi di riuscire a portare a termine l’impresa nonostante lo scarsissimo budget a disposizione prelevando alcune scene dai precedenti film di Ercole interpretati da Reg Park e inserendole senza alcun “effetto spezzone”. Di culto vengono oggi considerate alcune soluzioni scenografiche, inn particolare i fondali della palude Cimmeria e la lunga resa dei conti finale.
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