gordiano lupi
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venerdì 8 febbraio 2008
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i prosseneti: erotico di denuncia alla rondi
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I prosseneti (1976) è scritto e sceneggiato dal regista che sceglie come interpreti Alan Cuny, Juliette Mayniel, Stefania Casini, Luciano Salce, Silvia Dionisio, Ilona Staller, Jean Valmont, José Quaglio, Consuelo Ferrara, Sonia Jeanine, Gabriella Lepori, Marina Pierro e Sofia Dionisio. La musica, intensa e coinvolgente, è dell’ottimo Luis Enriquez Bacalov. Prosseneta è un termine colto di origine greca, in origine aiutante degli ospiti, un tempo mediatore o sensale, oggi sta solo per ruffiano e mezzano. La storia si svolge tutta in una villa e racconta le gesta di una coppia di prosseneti che fornisce giovani prostitute a ricchi clienti. I protagonisti sono oggetto di un’indagine psicologica abbastanza accurata da parte di Rondi che ama costruire personaggi problematici.
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I prosseneti (1976) è scritto e sceneggiato dal regista che sceglie come interpreti Alan Cuny, Juliette Mayniel, Stefania Casini, Luciano Salce, Silvia Dionisio, Ilona Staller, Jean Valmont, José Quaglio, Consuelo Ferrara, Sonia Jeanine, Gabriella Lepori, Marina Pierro e Sofia Dionisio. La musica, intensa e coinvolgente, è dell’ottimo Luis Enriquez Bacalov. Prosseneta è un termine colto di origine greca, in origine aiutante degli ospiti, un tempo mediatore o sensale, oggi sta solo per ruffiano e mezzano. La storia si svolge tutta in una villa e racconta le gesta di una coppia di prosseneti che fornisce giovani prostitute a ricchi clienti. I protagonisti sono oggetto di un’indagine psicologica abbastanza accurata da parte di Rondi che ama costruire personaggi problematici. Alan Cuny è un marito pseudo intellettuale che vaneggia sulla caducità della vita e sul tempo che fugge, Juliette Mayniel collabora con lui alla turpe attività ma è piena di sensi di colpa. I clienti della coppia sono personaggi estrapolati del mondo borghese che viene tratteggiato con un ritratto impietoso con un’evidente ispirazione buñueliana. Luciano Salce è un perfetto regista teatrale di poco conto, ma altri personaggi interessanti servono a calcare la mano su un discorso antimilitarista e anticlericale. La figlia di una donna torturata viene soggiogata da un losco figuro che desta in lei il desiderio di rivivere sul proprio corpo le sofferenze patite della madre. Un ambasciatore impone alla partner di reincarnare la donna amata, una ragazza viene costretta a prostituirsi e una spregiudicata diciottenne mette in scena un’orgia tra gli ospiti della villa. Brunello Rondi procede nel consueto discorso d’autore sulla decadenza borghese, a tratti diverte, spesso sa di moralistico, ma in definitiva coglie nel segno e denuncia molti vizi privati nascosti da pubbliche virtù. “Velleitario tentativo di denunciare la mercificazione di cui la donna è oggetto nella nostra società” scrive il Centro Cattolico Cinematografico, ma si fa influenzare dai numerosi nudi femminili esibiti durante la pellicola. Il film è ben definito da Marco Giusti con poche battute su Stracult: “Erotico di denuncia. Insomma alla Rondi. Fantastico”.
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dandy
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lunedì 21 settembre 2015
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ricchi,sporchi e cattivi.
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Sceneggiato dal regista,un rischioso ritratto di una borghesia depravata e patetica,decadente e schiava dell'infimo.Qualcuno ci ha letto un che di bunueliano:forse è un pò troppo,ma i singoli episodi ora grotteschi,ora inquietanti,ora irriverenti(il regista Luciano Salce nella parte di un regista da strapazzo con la fissa delle indigene)sono riusciti.Numerosi nudi.All'epoca sicuramente arguti,oggi i discorsi filosofeggianti dei due protagonisti lasciano il tempo che trovano,ma almeno non c'è la svolta moralista nel finale.Musica di Luis Enriquez Bacalov.Occhio alle versioni tagliate.
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