bello, anche se drammatico e direi pure melo-drammatico (in modo sapiente e non sfacciato).
Sicuramente veritiero, e anzi mi sembra assai ben ricostruito.
Dove non mi trovo in sintonia è quando traccia tutto il male del regime, senza descrivere nel profondo la vera vita di quegli anni (anche i momenti più "normali", ma sovraccaricando il testo di eventi drammatici).
La tesi del film è un po' troppo dichiarata (nelle parole dell'anziano professore, e confermate dal regista in un'intervista), che i regimi some quello di Stalin possano esistere solo grazie ai tanti Ivan Sanshin; anche un po' semplicistica, se vogliamo, d'altra parte scopo del regista non è quello di fare analisi sociopolitiche ma di trasmettere emozioni, e in questo indubbiamente riesce.
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bello, anche se drammatico e direi pure melo-drammatico (in modo sapiente e non sfacciato).
Sicuramente veritiero, e anzi mi sembra assai ben ricostruito.
Dove non mi trovo in sintonia è quando traccia tutto il male del regime, senza descrivere nel profondo la vera vita di quegli anni (anche i momenti più "normali", ma sovraccaricando il testo di eventi drammatici).
La tesi del film è un po' troppo dichiarata (nelle parole dell'anziano professore, e confermate dal regista in un'intervista), che i regimi some quello di Stalin possano esistere solo grazie ai tanti Ivan Sanshin; anche un po' semplicistica, se vogliamo, d'altra parte scopo del regista non è quello di fare analisi sociopolitiche ma di trasmettere emozioni, e in questo indubbiamente riesce.
Altro punto che mi ha leggermente disturbato, l'eccessiva ingenuità del protagonista, interpretato benissimo da Tom Hulce, che mi risulta a tratti incomprensibile e/o eccessiva. Ma potrei essere io a non aver capito.
Comunque più che meritevole di una visione.
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