Il sapore del sangue

Black comedy girata alla maniera dei fratelli Coen del 1998 di David Dobkin con un giovanissimo Joaquin Phoenix, che giustifica da solo la visione di questo film altrimenti trascurabile e a tratti noioso, affiancato da un ottimo Vincent Vaughn nella parte del serial killer giocherellone, alter ego fantasticato o personaggio reale vestito da cowboy e amante della musica country che incarna la visione sessista della vecchia America ed in cui si proiettano i desideri inconsci del protagonista per una impossibile rivalsa maschilista sul sesso debole oramai dominante. Ma, a parte l'interpretazione metaforica del plot, il dubbio che il cowboy sia una figura fantasmatica, ambiguità su cui Dobkin avrebbe potuto giocare fino alla fine, svanisce quasi subito lasciando il posto ad uno sviluppo banale e scontato della vicenda condito da un lieto fine rassicurante che colloca questo film ad una distanza siderale dalla genialità dei Coen.

La prima (ed unica volta) che vidi questa pellicola fù anni or sono. Zappingando (prestatemi il termine) qua e là mi imbattei in questo film e per pura fortuna esattamente al suo inizio. 
In una cittadina del Montana, Clay Bidwell e il suo amico Earl Jackson bevono e giocano con delle bottiglie al tiro a segno. Quest'ultimo ha però scoperto che il buon Clay è l'amante di sua moglie Amanda. Cosa ha pensato allora Earl? Di vendicarsi, uccidendosi e facendo ricadere la colpa su Clay. Un inizio scoppiettante che da subito mi ha coinvolto e trascinato per tutta la durata del film, senza mai stancarmi e senza mai (cosa importantissima) sembrare banale. [+]

La prima (ed unica volta) che vidi questa pellicola fù anni or sono. Zappingando (prestatemi il termine) qua e là mi imbattei in questo film e per pura fortuna esattamente al suo inizio. 
In una cittadina del Montana, Clay Bidwell e il suo amico Earl Jackson bevono e giocano con delle bottiglie al tiro a segno. Quest'ultimo ha però scoperto che il buon Clay è l'amante di sua moglie Amanda. Cosa ha pensato allora Earl? Di vendicarsi, uccidendosi e facendo ricadere la colpa su Clay. Un inizio scoppiettante che da subito mi ha coinvolto e trascinato per tutta la durata del film, senza mai stancarmi e senza mai (cosa importantissima) sembrare banale. Nemmeno per un secondo l'ho pensato...forse magari alla fine, quando il bene prevale sul male per l'ennesima volta. Ma in film come questi, dove il male sembra l'unica via perseguibile per gli uomini, è un finale appropriato. [-]

Dove ci sono morti ammazzati c'e' sempre lui...evade anche dal gabbio per salverne una,un film da vedere ,migliore di tanti altri blasonati.

Un buon inizio per un film che diventa un'elogio all'inettitudine di un uomo che finisce per appoggiare e sorridere ad un serial killer psicopatico. Una vera delusione

Lietta Tornabuoni era talmente annoiata che si deve essere addormentata al cinema... (scherzo(... in realtà non è che "...Il protagonista scopre che il suo migliore amico è l'amante di sua moglie; decide di uccidersi facendo ricadere la colpa sull'amico..." Altrimenti il film sarebbe finito subito. E' lui l'amante della moglie dell'amico e per il resto è un susseguirsi di situazioni paradossali che vedono il bravo Joaquin sempre presente sulla scena di un crimine. Le cose si risolvono con l'arrivo dell'FBI, ma non sarà facile. Un buon film dalla trama originale (cosa sempre più rara). Certe situazioni sembrano a volte paradossali, ma ai registi americani è permesso tutto.