il befe
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domenica 1 febbraio 2015
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martedì 4 dicembre 2012
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storia tragica di un giuda irlandese
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Irlanda, anni '20. Gypo è un ex militante dell'Ira, cacciato dall'organizzazione terroristica per la sua vita poco lineare. Da allora vive di stenti. La sua compagna vorrebbe emigrare come tanti compaesani in America e per i due biglietti gli servono 10 sterline. Gypo così tradisce un ex compagno dell'Ira ricercato, la cui taglia è di 20 sterline. Ottenuti quei soldi però vive nel rimorso e li spreca nell'alcool e in buone azioni.
John Ford traspone un romanzo di Liam O' Flayerthy del 1925, riportando su pellicola la storia di un moderno Giuda. Non lo colpevolizza ma anzi lo presenta come uomo sofferente meritevole di perdono. La scena finale è frutto di qualche forzatura, ma di alto impatto emozionale.
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Irlanda, anni '20. Gypo è un ex militante dell'Ira, cacciato dall'organizzazione terroristica per la sua vita poco lineare. Da allora vive di stenti. La sua compagna vorrebbe emigrare come tanti compaesani in America e per i due biglietti gli servono 10 sterline. Gypo così tradisce un ex compagno dell'Ira ricercato, la cui taglia è di 20 sterline. Ottenuti quei soldi però vive nel rimorso e li spreca nell'alcool e in buone azioni.
John Ford traspone un romanzo di Liam O' Flayerthy del 1925, riportando su pellicola la storia di un moderno Giuda. Non lo colpevolizza ma anzi lo presenta come uomo sofferente meritevole di perdono. La scena finale è frutto di qualche forzatura, ma di alto impatto emozionale.
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breberto
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giovedì 14 giugno 2007
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gli anni si vedono
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Ho rivisto in DVD in una discreta edizione questo vecchio film di John Ford che passava per essere il suo primo capolavoro e il più bello dei lavori dedicati all'Irlanda. La Dublino del 1929 in cui si svolge l'azione è interamente ricostruita in studio e fotografata con un gusto quasi di derivazione tedesca Anni Venti, con forti contrasti di ombre e luci. Il personaggio centrale, magnificamente interpretato da McLaglen,è sempre di grande impatto e vi sono momenti che prendono ancora: il suo processo davanti ai responsabili del Sinn Fein e la sua confessione ricordano il finale di M.IL MOSTREO DI DUSSELDORF (è di quattro anni prima), ma nell'insieme il film presenta oggi più di un sospetto di manierismo, di scarsa naturalezza, senza contare che alcuni momenti (come il finale in chiesa) sono troppo melodrammatici e di segno eccessivo.
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Ho rivisto in DVD in una discreta edizione questo vecchio film di John Ford che passava per essere il suo primo capolavoro e il più bello dei lavori dedicati all'Irlanda. La Dublino del 1929 in cui si svolge l'azione è interamente ricostruita in studio e fotografata con un gusto quasi di derivazione tedesca Anni Venti, con forti contrasti di ombre e luci. Il personaggio centrale, magnificamente interpretato da McLaglen,è sempre di grande impatto e vi sono momenti che prendono ancora: il suo processo davanti ai responsabili del Sinn Fein e la sua confessione ricordano il finale di M.IL MOSTREO DI DUSSELDORF (è di quattro anni prima), ma nell'insieme il film presenta oggi più di un sospetto di manierismo, di scarsa naturalezza, senza contare che alcuni momenti (come il finale in chiesa) sono troppo melodrammatici e di segno eccessivo.
Al di fuori del protagonista, i personaggi sono troppo schematici e, dal punto di vista narrativo, ci sono lungaggini e sfilacciature nella seconda parte (la notte brava di Gypo ubriaco). Insomma credo che il film sia invecchiato male e che denunci tutti i suoi anni: fra i film irlandesi credo che UN UOMO TRANQUILLO, con il suo umorismo, sia oggi più godibile. Nella parte dell'ometto casa e chiesa che Gypo accusa di essere il delatore (Pat Mulligan), ho riconosciuto Donald Meek, l'immortale signor Peacock, il commerciante di liquori in OMBRE ROSSE.
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