elgatoloco
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giovedì 19 marzo 2020
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non importa chi sia l'assassino, il film è altrove
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Decisamente Aridstide Massaccesi(alias Joe D'amato ,ma qui il regista romano firma ancora solo con il suo vero nome, senza usare uno pseudoimo)in questo"La morte ha sorriso all'assassino"(1973)si interessa poco a chi sia l'assassino(gli assassini, l'assassina)e ciò anche nel successivo"Buio Omega"(che poi veniva ripropoosto come"In quella casa buio oema"), ma alle azioni congiunte, parallele ma talora intersecantesi che più che alla vicenda "thriller"fanno pensare al fantastico, in declinazione"gotica". Qui si tratta di alcuni temi forti:il doppio(Wea-Greta, alias Angela Bo-Ewa Aulin), la possibilità di far riivere i morti, chimicamente ma ancor più cpn l'ausilio di quanto è magia e iatrochimica.
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Decisamente Aridstide Massaccesi(alias Joe D'amato ,ma qui il regista romano firma ancora solo con il suo vero nome, senza usare uno pseudoimo)in questo"La morte ha sorriso all'assassino"(1973)si interessa poco a chi sia l'assassino(gli assassini, l'assassina)e ciò anche nel successivo"Buio Omega"(che poi veniva ripropoosto come"In quella casa buio oema"), ma alle azioni congiunte, parallele ma talora intersecantesi che più che alla vicenda "thriller"fanno pensare al fantastico, in declinazione"gotica". Qui si tratta di alcuni temi forti:il doppio(Wea-Greta, alias Angela Bo-Ewa Aulin), la possibilità di far riivere i morti, chimicamente ma ancor più cpn l'ausilio di quanto è magia e iatrochimica...Anche l'ambientazione mitteleuropea(Austria, presumibilmente, ma forse Slovenia o simili), la cronologia(siamo all'inizio del 1900)fa pensare a un vago fascino per autori(tiro a indovinare, ma desumendo da quanto è dato vedere-desumere dal film stesso, come Arthur Schnitzler, ma anche autori della"Praga magica", per dirla con Ripellino). C'è anche un forte interesse per l'erotismo, ma non dire per l'"hard", anche se qui naturalmente c'è un altro argomento da considerare: nel 1973 la censura era probabilmente ben più"occhiuta"che successivamente, da inizio anni 1980 in poi.... In complesso un film confuso, se vogliamo, ma che non perde mai di vista la suggestione tematica(e i temi sono quelli indicati sopra)e Massaccesi, autore anche del soggetto, coautore della sceneggiatura, autore anche della fotografia riesce a coordinare un film che a tratti appare decisamente"sbilanciato"(idem vale per altre sue incurisione nel"gotico".thriller o come vogliamo definirlo). L?autore, in altri termini, , è capace di tirare le fila del "gioco", che è il suo e che insegue anche elementi che sono vagamente, beninteso, alla Edgar Allan Poe., come il gatto nero, la cui presenza è assicurata. Come intepreti, a parte la presenza femminile(Bo-Aulin, come si è detto, con il gioco del doppio, c'è un Klaus Kinski allucinato e fanatico ricercatore dell'immortalità in qualità di medico, che però viene soppresso troppo presto, nell'economia del film, Giacomo Rossi Stuart, Attilio Dottesio e altri/e , la cui memoria , diciamo così, non si è molto prolungata nei decenni. Kinski, per la sua presenza"fantamstica", l'avrei visto volentieri pià a lungo, ma comunque basta, in qualhce modo, per caratterizzare il film. Le musiche, di Berto Pisano(anche se nei titoli di testa viene denominato erroneamente"Pisani")sono efficaci e supportano la vicenda, pur se non hanno la pregnanza di quanto faranno i"Glblin"di Claudio Simonetti per Dario Argento...chiaramente un maestro per Massaccesi. El Gato
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dandy
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giovedì 15 febbraio 2018
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morire...di sonno....
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Al suo primo film horror,Massaccesi(che per la prima e ultima volta fa a meno degli pseudonimi)non si discosta di un millimetro dai suoi standard di mediocrità totale.Vorrebbe essere un horror gotico ma il genere era già tramontato dalla fine del decennio precedente.La trama è raffazzonata e confusa,la regia statica,se si esclude l'inutile sfoggio di zoom e grandangoli.E il cast sembra narcotizzato,a cominciare dall'alimentare Kinski,che esce di scena nella prima parte e non cambia espressione nemmeno mentre viene strangolato.Ci sono diversi sprazzi gore,qualche fulmineo nudo integrale(della Aulin e della Bo)e un accenno lesbico,ma non bastano a impedire l'abbiocco:92 minuti che sembrano 4 ore.
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Al suo primo film horror,Massaccesi(che per la prima e ultima volta fa a meno degli pseudonimi)non si discosta di un millimetro dai suoi standard di mediocrità totale.Vorrebbe essere un horror gotico ma il genere era già tramontato dalla fine del decennio precedente.La trama è raffazzonata e confusa,la regia statica,se si esclude l'inutile sfoggio di zoom e grandangoli.E il cast sembra narcotizzato,a cominciare dall'alimentare Kinski,che esce di scena nella prima parte e non cambia espressione nemmeno mentre viene strangolato.Ci sono diversi sprazzi gore,qualche fulmineo nudo integrale(della Aulin e della Bo)e un accenno lesbico,ma non bastano a impedire l'abbiocco:92 minuti che sembrano 4 ore...Inutile citazione da "Il gatto nero" di Poe nell'eliminazione di Greta.Solo per i fan più sfegatati del regista.Snobbato quasi totalmente da noi,ebbe invece(come sempre)assai più fortuna all'estero.
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orson welles
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mercoledì 9 ottobre 2013
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ma cosa significa??
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Cosa significa "Si tratta di un giallo condotto con la tecnica del documentario."?è si permette anche di dare una sola stella?NO COMMENT...
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alessandro chiappetta
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martedì 20 gennaio 2009
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massacesi mio, eri un simpaticone!
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Aristide Massacesi, uno dei registi italiani più simpatici, si cimenta per la prima volta nel film dell'orrore. E lo fa alla sua maniera: goliardico, imprevedibile, efferrato.
La storia è confusa, diciamo la verità, ma forse dal punto di vista tecnico resta uno dei pochi film sulla sufficienza da lui girati.
Non manca qualche momento trash gore, e naturalmente la mancanza di ambienti si fa sentire, in quanto l'ambientazione gotica diviene un'ambientazione mediterranea e klaus Kinski e La Ewa Aulin, non salvano di certo il cast. Per l'epoca è molto efferato, ma non risulta credibile. Solo per chi ama le scene truculente e Joe D'amato.
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