felicity
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sabato 15 aprile 2023
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riflessione sullo stato dell''arte cinematografica
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Il gioco metanarrativo di questo nuovo Scream è a tratti geniale. Il nuovo film infatti non è un semplice sequel, è un "requel", un tipo di film che ha una continuità con l'originale: ci sono dei nuovi protagonisti, che sono collegati con qualcuno del passato, ma ci sono anche i protagonisti dell'originale. Si torna alle origini, spesso saltando i sequel considerati inutili e non riusciti. È quello che sempre più spesso il cinema fa oggi con le saghe storiche (perché, come sentiamo dire nel film, "Hollywood è a corto di idee"). È vero cinema o è fan fiction? Quelli che si definiscono i "veri appassionati" vanno presi sul serio e ascoltati o registi e sceneggiatori devono avere più autonomia possibile? Ancora una volta, quindi, la saga di Scream non perde l'occasione di fare una riflessione sullo stato dell'arte, di intrattenerci ma di dirci anche dove va il mondo.
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Il gioco metanarrativo di questo nuovo Scream è a tratti geniale. Il nuovo film infatti non è un semplice sequel, è un "requel", un tipo di film che ha una continuità con l'originale: ci sono dei nuovi protagonisti, che sono collegati con qualcuno del passato, ma ci sono anche i protagonisti dell'originale. Si torna alle origini, spesso saltando i sequel considerati inutili e non riusciti. È quello che sempre più spesso il cinema fa oggi con le saghe storiche (perché, come sentiamo dire nel film, "Hollywood è a corto di idee"). È vero cinema o è fan fiction? Quelli che si definiscono i "veri appassionati" vanno presi sul serio e ascoltati o registi e sceneggiatori devono avere più autonomia possibile? Ancora una volta, quindi, la saga di Scream non perde l'occasione di fare una riflessione sullo stato dell'arte, di intrattenerci ma di dirci anche dove va il mondo. Se il primo Scream rifletteva sull'horror, il secondo e il terzo sui sequel e le trilogie, il quarto sui social media, qui si parla dell'industria del cinema, dell'eterno ritorno delle idee, del rapporto tra artisti e fan.
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roberto
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sabato 5 febbraio 2022
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un continuo rimando avaro di originalità e scrittura
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Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett Cast: Jack Quaid, Melissa Barrera, David Arquette, Courteney Cox Genere: Horror Durata: 114 min.
Durante un turno lavorativo, Sam viene contattata in seguito alla aggressione ricevuta dalla sorella, che non vede da molto, a Woodsboro. Così accompagnata dal proprio ragazzo, decide di partire e tornare a casa per andare a verificare. Ma una volta arrivata si renderà conto di ciò che è realmente accaduto alla piccola Tara, non è laviolenza di un folle bensì il ritorno di una dei più conosciuti serial killer d'America. Così insieme al compagno ed al gruppo di amici della sorella, decidono d'investigare. Ghosthface è tornato. Ora, dobbiamo metterci d'accordo, se volete entrare in sala per godervi un film teen-horror a base di scene comiche ed uccisioni ben eseguite allora questo film è perfetto per voi mentre se entrerete, come il sottoscritto, con la speranza di assistere ad un nuovo capitolo di una delle saghe orrorifiche più originali e per certi versi capostipite del genere, beh allora ne rimarrete poco entusiasti.
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Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett Cast: Jack Quaid, Melissa Barrera, David Arquette, Courteney Cox Genere: Horror Durata: 114 min.
Durante un turno lavorativo, Sam viene contattata in seguito alla aggressione ricevuta dalla sorella, che non vede da molto, a Woodsboro. Così accompagnata dal proprio ragazzo, decide di partire e tornare a casa per andare a verificare. Ma una volta arrivata si renderà conto di ciò che è realmente accaduto alla piccola Tara, non è laviolenza di un folle bensì il ritorno di una dei più conosciuti serial killer d'America. Così insieme al compagno ed al gruppo di amici della sorella, decidono d'investigare. Ghosthface è tornato. Ora, dobbiamo metterci d'accordo, se volete entrare in sala per godervi un film teen-horror a base di scene comiche ed uccisioni ben eseguite allora questo film è perfetto per voi mentre se entrerete, come il sottoscritto, con la speranza di assistere ad un nuovo capitolo di una delle saghe orrorifiche più originali e per certi versi capostipite del genere, beh allora ne rimarrete poco entusiasti. Da dove partire, se dovessimo iniziare dal lato tecnico in molti casi utilizzerei la parola anonimo. La regia non ha molte scene ispirate, alcune che spiccano ci sono, ma ne ricorderete un paio. Il suono ed il montaggio sonoro fanno il loro ed un altro punto assolutamente anonimo a mio avviso sono le musiche, assolutamente dimenticabili tutti i temi. Scrivendo della fotografia la mia opinione spicca letteralmente il volo, Brett Jutkiewicz realizza un lavoro ottimo con una miscela di colori che ricorda le opere di Wes Craven raggiungendo l'apice nella scena dell'ospedale, ben fatto. Decidendo di virare sulla narrativa, questo Scream cerca di giocare col significato di remake dove, vuole prendere in giro altri, ma non si vuole prendere in giro, mi spiego meglio. I primi capitoli della saga, specialmente il primo ed il quarto, funzionavano in quanto riuscivano a giocare e scherzare su altri generi di horror come ad esempio torture-porn o teen-horror senza dimenticarsi, nello svolgimento del film, di proporre qualcosa di diverso e spiazzare di netto lo spettatore. Qui è l'opposto, il nuovo capitolo si prende troppo sul serio e rende vano il tentativo di satira e comicità diretta ad altri franchise, insomma come si fa a prendere in giro qualcuno o qualcosa se poi si raffigura a pellicola un lungometraggio con gli stessi pregi e difetti delle opere menzionate. C'è il cortocircuito irreversibile. Scrivendo del cast, la qualità recitativa non è molto alta, anche se personalmente mi sono sorpreso di osservare le performance di Jack Quaid, che interpreta il fidanzato della protagonista, ma soprattutto quella di Jenna Ortega, nel ruolo di Tara, la sorella della protagonista, lei è stata molto brava in qualsiasi tipologia di sequenza rubando la scena a tutti gli altri. Tornando all'aggettivo anonimo, i personaggi nuovi, sono letteralmente di un anonimo assurdo, addirittura, durante la visione vi capiterà di scordarvi i visi di alcuni componenti della compagnia degli amici di Tara, un qualcosa che raramente capita quando si va al cinema o in generale nella visione di un film. Non torna nemmeno tutto nella scrittura, nei capitoli del franchise c'è sempre qualcosa di troppo o che serve, comunque accettato dal fatto che nelle precedenti pellicole, Ghostface e l'impalcatura narrativa facevano di tutto per non prendersi sul serio. Qui invece si vuole a tutti i costi prendere sul serio creando un altro cortocircuito con lo spettatore, che giunto al finale dovrà rassegnarsi al fatto di aver assistito ad un film in lotta con se stesso, dove lo scopo non risulta ben definito. Nota a margine, personalissima opinione sul personaggio detestabile di Sidney Prescott, un Terminator 2.0 in grado di combattere ad armi pari con nemici di qualsiasi sesso e genere, pur essendo disarmata ed ammazzare in modo orribile ogni tipo di assassino spietato abbia di fronte, ma questo è un problema che, a mio avviso è legato al personaggio dal 1996 e non in questa pellicola. Da godere con degli amici scordandovi di trovare un qualcosa in più di aggiunta alla saga se non una miriade di citazioni agli altri capitoli.
Voto:2,4
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eugenio
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lunedì 24 gennaio 2022
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il ritorno di ghostface
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Effetto nostalgia…alzi la mano chi non è saltato sulla sedia ai tempi del primo Scream, dell’indimenticato Wes Craven, uno di quei slasher movies, di metà anni ’90 che hanno in qualche modo cambiato la logica del serial killer, con giochi al massacro perpetrati da un pazzoide con la maschera di fantasma di Halloween. Un film che diede poi origine a numerosi seguiti, più o meno fortunati, rendendo la saga adolescenziale americana tra le più seguite sul finire degli anni ’90.
Il tempo passa, Wes Craven ahimè muore nel 2015, eppure il suo spirito pare non spegnersi e risorgere vent’anni dopo in questo nuovo requel (reboot, remake, sequel con saldi legami nell'originale) o come si voglia definire per via delle “particolari parentele” tra vittime e assassino, rendendo la pellicola, di quasi due ore, fruibile a chiunque non conosca la saga grazie all’abilità degli sceneggiatori James Vanderbilt e Guy Busick che ne riassumono per sommi capi i punti fondamentali, in un coinvolgimento meta-narrativo che stupisce.
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Effetto nostalgia…alzi la mano chi non è saltato sulla sedia ai tempi del primo Scream, dell’indimenticato Wes Craven, uno di quei slasher movies, di metà anni ’90 che hanno in qualche modo cambiato la logica del serial killer, con giochi al massacro perpetrati da un pazzoide con la maschera di fantasma di Halloween. Un film che diede poi origine a numerosi seguiti, più o meno fortunati, rendendo la saga adolescenziale americana tra le più seguite sul finire degli anni ’90.
Il tempo passa, Wes Craven ahimè muore nel 2015, eppure il suo spirito pare non spegnersi e risorgere vent’anni dopo in questo nuovo requel (reboot, remake, sequel con saldi legami nell'originale) o come si voglia definire per via delle “particolari parentele” tra vittime e assassino, rendendo la pellicola, di quasi due ore, fruibile a chiunque non conosca la saga grazie all’abilità degli sceneggiatori James Vanderbilt e Guy Busick che ne riassumono per sommi capi i punti fondamentali, in un coinvolgimento meta-narrativo che stupisce.
La trama è sempre la stessa: il ritorno dopo venticinque anni di Ghostface che terrorizza la cittadina di Woodsboro. Le prime scene con la classica telefonata misteriosa rivolta a un’adolescente, Tara, le parole di uno sconosciuto che la invitano a rispondere a delle domande sulla saga horror di Stab ( giunta all’ottavo capitolo, alter-ego di Scream) pena la morte per mano del solito coltellaccio, il salvifico intervento e ricovero in ospedale, le nuove aggressioni, i misteri di un passato sulla vita della ragazzina aggredita e della sorella Sam, sono gli ingredienti fondamentali per preparare la sanguinolenta salsa di uno sviluppo capace di reinventarsi, per una volta, con originalità.
Sviluppo, che evidentemente, per ragioni logiche, non potrà che far tornar in auge “i vecchi” protagonisti del primo capitolo come il vecchio sceriffo Linus Riley (David Arquette), pugnalato nove volte ai tempi di Scream, Sidney Prescott (Neve Campbell) sopravvissuta alle precedenti stragi e la giornalista Gale Weathers, per cercare di interrompere la catena di assassini e scoprire chi si nasconde stavolta dietro la maschera di Ghostface.
Ci riusciranno? Qualcosa ci dice di sì anche se non sarà semplice.
Così al cinema, tra cervellotiche disquisizioni tra fiction e realtà, riflessioni di un’accolita di adolescenti dalle turbe psicotiche che farebbero felici un buon Freud e oggi ricco Recalcati, noi spettatori rimaniamo come dire, per almeno due ore, dimentichi di un fragile presente avvinto sempre più alle logiche crudeli di un distanziamento qui illusorio capace di infrangersi, grazie a un thriller-horror B movie, in un lungo sospiro finale alla scoperta dell’identità di uno dei più famosi serial killer.
Violenza estrema ed ironia, scene di tensione allungate sino allo spasimo (talune volte anche troppo in maniera ridondante) e una riflessione acuta sulle tendenze attuali dell'horror, colma di citazioni (dai vari Babadook, Venerdì 13 sino alla famosa scena della doccia di Psycho emulata), sono le caratteristiche di un film, dove si corre e anche troppo, dove la magia del far cinema si riflette nel ribrezzo di una morte urlata e grandguignolesca, in una vibrazione quasi magica che senza po- corn non ci fa rimpiangere certamente il vecchio Scream che torna più kattivo e terribile che mai nell’alba incerta del 2022.
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jonnylogan
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domenica 23 gennaio 2022
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a volte ritornano
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A Woodsboro sono trascorsi molti anni dall’ultima strage che ha sconvolto la piccola cittadina. Una sera la liceale Tara Carpenter sta scrivendo a Amber, una sua amica, quando improvvisamente riceve una chiamata da uno sconosciuto. L’uomo inizia a farle domande riguardo la saga di Stab, la serie di pellicole tratte dai massacri degli anni ’90. Tara vorrebbe chiudere la telefonata ma l’uomo le dice che se non gli dà ascolto Amber sarà uccisa.
Stesso titolo della pellicola capostipite per una saga che non pare avere cali di attrazione per gli amanti degli slasher movie. Questa volta siamo al cospetto di un requel, come da definizione degli stessi protagonisti che ancora una volta si perdono fra definizioni cinematografiche e riferimenti ad altre saghe grandguignolesche, ovvero una crasi necessaria a identificare un reboot unito all’ennesimo sequel delle vicende della piccola Woodsboro, fra liceali che al solito pensano di giocare con la metanarrativa del terrore mentre cercano di condurre la classica vita adolescenziale con poca voglia di libri e molta di spensieratezza.
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A Woodsboro sono trascorsi molti anni dall’ultima strage che ha sconvolto la piccola cittadina. Una sera la liceale Tara Carpenter sta scrivendo a Amber, una sua amica, quando improvvisamente riceve una chiamata da uno sconosciuto. L’uomo inizia a farle domande riguardo la saga di Stab, la serie di pellicole tratte dai massacri degli anni ’90. Tara vorrebbe chiudere la telefonata ma l’uomo le dice che se non gli dà ascolto Amber sarà uccisa.
Stesso titolo della pellicola capostipite per una saga che non pare avere cali di attrazione per gli amanti degli slasher movie. Questa volta siamo al cospetto di un requel, come da definizione degli stessi protagonisti che ancora una volta si perdono fra definizioni cinematografiche e riferimenti ad altre saghe grandguignolesche, ovvero una crasi necessaria a identificare un reboot unito all’ennesimo sequel delle vicende della piccola Woodsboro, fra liceali che al solito pensano di giocare con la metanarrativa del terrore mentre cercano di condurre la classica vita adolescenziale con poca voglia di libri e molta di spensieratezza. Nel mezzo Ghostface torna nuovamente a mietere vittime fra vecchi protagonisti che torneranno alle origini, Neve Campbell ancora nel ruolo di Sidney Prescott, Courtney Cox in quello della giornalista d’assalto Gale Weathers e David Arquette in quello dell’ex marito di Gale ed ex sceriffo, Linus "Dewey" Riley.
La coppia in cabina di regia, Bettinelli e Gillett, che già hanno lavorato assieme sempre in ambito horror, riesce a mantenere sempre elevato l’adrenalina in sala in un malinconico ricordo del creatore della serie (Wes Craven) e degli anni ’90 con la tecnologia moderna e la generazione Netflix e youtube che cita le i classici horror navigando su smartphone e smart TV. Film quindi riuscito esattamente come i precedenti. E con un finale che lascia spazio a un possibile ennesimo sequel.
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gianluigi f.
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domenica 23 gennaio 2022
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scream o il potere affilato della meta-narrazione.
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Quando vidi per la prima volta “Scream”, ciò che mi colpì fu la schietta natura parodistica del suo linguaggio meta-narrativo, così sorprendente da essere una riflessione stessa sul genere; difatti il capolavoro di Wes Craven è divenuto memorabile per la straordinaria capacità di smontare e rimontare i tipici stilemi dello slasher - sotto-genere horror che ha avuto come manifesto la saga di “Halloween” - divertendosi al contempo a giocare col pubblico, con le sue aspettative.
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Quando vidi per la prima volta “Scream”, ciò che mi colpì fu la schietta natura parodistica del suo linguaggio meta-narrativo, così sorprendente da essere una riflessione stessa sul genere; difatti il capolavoro di Wes Craven è divenuto memorabile per la straordinaria capacità di smontare e rimontare i tipici stilemi dello slasher - sotto-genere horror che ha avuto come manifesto la saga di “Halloween” - divertendosi al contempo a giocare col pubblico, con le sue aspettative.
Fu tale la portata rivoluzionaria della pellicola, da ispirare il lancio di un’altra parodia di successo, ma dai toni fortemente demenziali: quella di “Scary Movie” (nonché titolo provvisorio del medesimo “Scream”!).
Dal ’97 al 2011, forte del successo del primo film, la saga di Ghostface si è reinventata costantemente, raggiungendo livelli di satira talmente elevati da costruirsi all’interno della propria finzione narrativa una mitologia autoreferenziale. “Stab” è infatti il titolo della pellicola fittizia citata nel secondo capitolo della saga, ovvero la trasposizione cinematografica dei fatti raccontati nel primo “Scream”, e che ispirerà la folle catena dei sequel nei sequel. Questo abile gioco di specchi ha dato vita ad una vera e propria matrioska narrativa, la quale ha aiutato Craven a perfezionare sempre più la sua analisi divertente e divertita dell’horror, stabilendo finanche le regole della propria “creatura”: l’assassino è sempre qualcuno che conosce la protagonista (Sidney Prescott), il movente delle violenze ha sempre le sue radici negli eventi del passato e il killer ha (quasi) sempre un complice.
La ripetizione ossessiva dello schema precostituito diventa così anche una lucidissima e feroce critica al modus operandi delle majors hollywoodiane, sempre ingolosite dall’allungare il brodo del franchise di turno, col fine ultimo di inseguire il guadagno più sfrenato.
Undici anni dopo, il quinto capitolo di “Scream” percorre il solco della tradizione, ma portando la meta-narrazione ad uno step successivo e ancor più trasversale.
La prima importante novità la si trova dietro la macchina da presa.
Non è infatti Wes Craven - scomparso nel 2015 - a tenere le redini della storia, ma il duo composto da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, reduci dalla regia del riuscitissimo “Finché morti non ci separi”. Proprio con la suddetta pellicola, i due membri del gruppo di cineasti conosciuti come “Radio Silence”, aveva ampiamente dimostrato di trovarsi a proprio agio con la commedia nera, dichiarandosi a più riprese fans dello stesso “Scream” del ’96.
Questa informazione conduce in maniera limpida al cuore pulsante del racconto di questo quinto film della saga: la tossicità di una fanbase.
Quanto è sottile la linea che separa l’essere appassionato di qualcosa dall’essere fanatico? Quanto è facile che l’amore spassionato si trasformi in egoistica possessione? Cavalcando la forte componente meta-narrativa del franchise, Bettinelli-Olpin e Gillett riflettono in maniera lucida sul fenomeno di massa che ha trovato ampia diffusione nella contemporaneità, e che difatti porta all’esasperazione della passione, sfociando in una violenza verbale (e non solo) che ha trovato in internet il proprio canale preferenziale. Tale riflessione trova ancor più forza proprio nella concretezza dei fatti: i due registi del film sono stati prima di tutto spettatori della storia di Craven.
La trasversalità raggiunta con questo ultimo tassello di narrazione, si amplia inoltre attraverso la deliberata scelta di citare non solo i film dell’orrore (contemporanei e non), ma persino affibbiare il nome di Wes e il cognome di Carpenter (il genio dietro il successo di “Halloween”) ad alcuni dei nuovi personaggi che popolano le strade di Woodsboro, mentre Ghostface sovrascrive alcune regole dello schema, per sparigliare le carte e confondere anche gli storici membri della saga.
Ne viene fuori una pellicola brutale, emotivamente travolgente ma al contempo equilibratissima, ricca di tensione dal principio alla fine, che gioca in maniera sapientissima con la soluzione comoda dello jumpscare, divertendo a più riprese lo spettatore.
L’ironia, affilata come una lama di coltello, trova terreno fertile anche nell’attenzione riservata ai dettagli. Memorabile è la scena che vede uno dei personaggi impugnare un candelabro (una delle possibili armi del delitto nel gioco “Cluedo”) o fallire miseramente nel tentativo di digitare il numero della polizia sul touch screen del proprio smartphone, impraticabile per via delle mani insanguinate (a volte la tecnologia sa essere un impedimento, vero?).
In conclusione, “Scream”(2022) supera ampiamente le aspettative e si guadagna il merito - almeno per quanto mi riguarda - di essere uno dei capitoli più riusciti dell’intera saga.
Dopo aver maturato l’idea che lo stesso Craven sarebbe fiero di quanto fatto con questo film, mi permetto un’ultima riflessione sullo stato del Cinema, che spero possa cogliere chi la leggerà.
Negli ultimi mesi di programmazione cinematografica, ho notato un fenomeno curioso: da una parte un costante utilizzo della nostalgia da parte di Hollywood, proprio alla ricerca di accontentare quella fetta di pubblico smaniosa di mantenere lucido un passato lontano (“Spiderman - No Way Home” docet!) e dall’altra una risposta anarchica, riluttante nei confronti di questa moda, tale da distruggere le aspettative di molti di quei fan (“Matrix Resurrections”). Con questo “Scream”, Bettinelli-Olpin e Gillett pare abbiano voluto raccogliere il testimone lasciato da Lana Wachowski, e utilizzando proprio il medesimo linguaggio meta-narrativo. Che sia questo l’inizio di una duplice tendenza? E se la risposta anarchica diventasse moda, non finirebbe per trasformarsi in manierismo, ovvero l’oggetto della propria critica? Ai posteri l’ardua sentenza.
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antonio scoditti
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sabato 15 gennaio 2022
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sorprendente
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Sono cresciuto con la saga di Scream e reputo il primo film uno dei migliori horror della storia per idee, cast e colonna sonora.
Questo film si ricollega splendidamente al primo senza cadere nella banalità o in scelte scontate.
Storia ben costruita, scene del killer spettacolari che lo portano ad essere un vero carnefice spietato.Alcune sono molto crude e dettagliate, tutto questo lo reputo un upgrade rispetto al primo.
Poi ci sono alcuni omaggi "nascosti" secondo me spettacolari:
Si intravede nel film una tv con scene di Dawson's Creek (Kevin Williamson ideatore e stesso sceneggiatore di Scream)
Red Right Hand di Nick Cave risuona anche in questo capitolo.
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Sono cresciuto con la saga di Scream e reputo il primo film uno dei migliori horror della storia per idee, cast e colonna sonora.
Questo film si ricollega splendidamente al primo senza cadere nella banalità o in scelte scontate.
Storia ben costruita, scene del killer spettacolari che lo portano ad essere un vero carnefice spietato.Alcune sono molto crude e dettagliate, tutto questo lo reputo un upgrade rispetto al primo.
Poi ci sono alcuni omaggi "nascosti" secondo me spettacolari:
Si intravede nel film una tv con scene di Dawson's Creek (Kevin Williamson ideatore e stesso sceneggiatore di Scream)
Red Right Hand di Nick Cave risuona anche in questo capitolo.
Durante una scena si intravede una strada di Woodsboro con un cartello che dice che ci troviamo su Elm Street(chiaro richiamo a Nightmare on Elm Street).
Inoltre più si va avanti nei capitoli più di norma la durata dei film é striminzita.
Questo dura 2 ore!!
Insomma film da vedere assolutamente.
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[+] vecchie e nuove dinamiche per ghostface...
(di tom87)
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