Everything Everywhere all At Once |
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Un film di Dan Kwan, Daniel Scheinert.
Con Michelle Yeoh, Stephanie Hsu, Ke Huy Quan, James Hong.
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Azione,
Ratings: Kids+13,
durata 139 min.
- USA 2022.
- I Wonder Pictures
uscita giovedì 6 ottobre 2022.
MYMONETRO
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um mulinare di braccia gambe fuochi d''artificio
di cinziaFeedback: |
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venerdì 1 marzo 2024 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Prima di tutto una parola sul cinema, l’Uci Luxe Palladio, non c’eravamo mai stati e quando abbiamo sceso le scale per andare in seconda fila ai nostri posti prenotati (il resto era già occupato) siamo rimasti sbalorditi nel vedere gli spettatori quasi distesi su poltroncine reclinabili orizzontalmente tanto da diventare dei veri e propri divani tipo triclini dell’antica Roma. Il pensiero di entrambi è stato: “ma figuriamoci se ci mettiamo distesi, noi stiamo belli dritti nelle nostre poltroncine, invece….appena seduti abbiamo cercato disperatamente il bottoncino per abbassare la schiena e alzare piedi e gambe e ci siamo abbandonati al film che è un fuoco d’artificio di colori, suoni, cambi di immagine, di scene, di effetti speciali che senz’altro l’Oscar al montaggio è strameritato. Dopo una decina di minuti quando Evelyn Wang (la protagonista interpretata da Michelle Yeoh) si è messa a mulinare braccia e gambe dappertutto come nel più trito film di arti marziali e mio marito alla mia destra si agitava entusiasta dicendo “è come Jackie Chan” che lui adora e io odio con tutte le mie forze, mi sono sentita morire pensando di aver sbagliato film. Invece… invece questo film è un universo di roba forte, una lavatrice piena di vestiti colorati che gira vorticosamente durante la centrifuga; non a caso la famiglia protagonista è proprietaria di una grande lavanderia a gettoni in un centro commerciale di periferia da qualche parte in America. Ma andiamo per ordine. I Wang, padre, madre, nonno materno e figlia lesbica ribelle e perennemente arrabbiata, vivono sopra la suddetta lavanderia a gettoni e come tutte le famiglie moderne lottano stancamente per stare a galla tra problemi familiari (crisi di coppia, incomprensioni con i figli, genitori anziani e mezzi dementi, tasse da pagare, clienti rognosi, feste tradizionali da organizzare). La funzionaria dell’Agenzia delle Entrate che segue la loro dichiarazione dei redditi è particolarmente seccante e pedante (una straordinaria Jamie Lee Curtis con pancetta, problemi di deambulazione, occhiali da presbite, tutore al polso destro per il tunnel carpale, vestita di un orribile maglioncino attillato color senape) a ciò si aggiunga che Evelyn si sente il peso dell’impresa familiare tutto sulle sue spalle perché ritiene il marito un inetto ed essendo immigrati di prima generazione, nessuno dei due si sente a proprio agio in un mondo che non è quello loro di nascita, in una lingua che non comprendono e non parlano adeguatamente. Proprio qui, nel momento di maggior crisi, all’interno di un tristissimo e anonimo ufficio openspace dell’agenzia delle tasse, alle prese con vari scontrini e ricevute bollate come non pertinenti da una perfida Jamie Lee Curtis, Evelyn viene richiamata da un altro mondo del Metaverso e arruolata in una battaglia all’ultimo sangue per lottare contro un mostro che solo lei, l’eletta, potrebbe sconfiggere, solo lei tra tutti e tutte. Non temete non sto facendo spoiler, questi sono solo i primi dieci minuti. Bene, qui mi fermo. Scrivo solo un ultimo commento per dimostrare che questo non è solo un film di fantascienza e avventura, dove i buoni si scontrano con i cattivi e in palio c’è la salvezza del mondo. Oh no, non è un film universale per questo motivo (everything, everywhere e mai titolo fu più azzeccato) Evelyn combatte i suoi mostri, quelli che si è creata lei nella sua vita quotidiana, per questo è lei l’eletta, perché nessun altro può farlo al suo posto. E’ un film universale perché i problemi (i mostri) di Evelyn sono quelli di tutti noi e spetta a ciascuno di noi risolverli. Lei è più fortunata perché nel suo mondo imperfetto (come il nostro) ha l’aiutino da fuori, dai mille mondi che girano attorno alla terra, dalle mille possibilità che offre il metaverso, dai mille rivoli di quello che avrebbe potuto essere e non è stato perché alla fine noi (e Evelyn) qua stiamo, ma possiamo sfruttare gli aiuti “esterni” e le centinaia di risorse del nostro io. Ad un certo punto le viene detto che lei è la persona giusta al posto giusto perché non eccelle in nessuna delle svariate attività che ha provato, e quindi è perfetta, la dilettante perfetta.
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