Natale in Casa Cupiello |
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Un film di Edoardo De Angelis.
Con Sergio Castellitto, Marina Confalone, Toni Laudadio, Pina Turco, Alessio Lapice.
continua»
Drammatico,
MYMONETRO
Natale in Casa Cupiello
valutazione media:
3,41
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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non solo teatrodi RAFFAELE REPPUCCIFeedback: 1646 | altri commenti e recensioni di RAFFAELE REPPUCCI |
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giovedì 24 dicembre 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Castellitto credibile ancora una volta, anche da napoletano, non era necessario che fosse perfetto in ogni cadenza. Oserei dire che potrebbe essere un Natale in casa Trevisan, con meno presepe. Chissà che De Angelis, con quella neve a Napoli, non abbia voluto alludere a questo. La famiglia a pezzi di Eduardo ben pennellata fra cinema e teatro, l'uno sovrapposto all'altro, senza la necessità stucchevole di distinguerli, per santificare l'originale, come qualcuno ha commentato, in preda a quell'eduardismo che a volte serpeggia negli ambienti teatrali in Campania. La distinzione che farei è fra testo-contenuto e realizzazione: il testo: un eterno bambino bisognoso di rassicurazione, fino alla negazione, la cecità, la morte. Il suo presepe ancora di salvezza, simbolo di menzogna, tana di protezione dai colpi della natura. Emblema di una famiglia raccontata dal libro di lettura delle elementari, quello della mia generazione. Le due donne della famiglia esposte, cimentate nei fatti, a dispetto della cultura del capofamiglia-guida dell'epoca. I tre uomini stupidelli e bambinoni, a rivelare un autore che, se non fosse uomo, avremmo definito femminista ante-litteram. La realizzazione: un remake efficace dell'originale, differenze ed analogie di stile, una sceneggiatura dalle tinte un po' più vicine ai giorni nostri forse. Meno equilibrio, forse, fra i momenti buffi, le gag, senza le quali lo spettatore andrebbe sotto stress, e le stoviglie scagliate a terra, il malessere della donna giovane e bella incollata al buon partito attempato. Meno potenza nella frase impietosa del giovane amante alla madre di lei: al marito non vuol bene, non vuol bene. Ma uguale efficacia, perché sappiamo che è vero. Meno vivida certamente Marina Confalone di Pupella Maggio, ma io sono uno a cui non piacciono i mostri sacri. Mi accontento dei tratti di verità, di arte, dimentico perfino i nomi. Mi piace l'opera, sono ingrato con l'artista, qualche volta mi infastidisce certa gratitudine esibizionista.
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