Assandira |
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Un film di Salvatore Mereu.
Con Gavino Ledda, Anna König, Marco Zucca, Corrado Giannetti, Samuele Mei
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 128 min.
- Italia 2020.
- Lucky Red
uscita mercoledì 9 settembre 2020.
MYMONETRO
Assandira
valutazione media:
2,85
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il mondo sconcio dopo l' apocalisse
di Fabio Ferzetti L'Espresso
Una pioggia biblica, un incendio che prima del diluvio ha divorato un agriturismo. E un sopravvissuto, un uomo anziano, che si aggira disperato fra le macerie sotto cui giace anche suo figlio. Il nuovo film di Salvatore Mereu comincia dalla fine, la fine di tutto, cioè l' Apocalisse. La catastrofe che ha distrutto Assandira, l' agriturismo messo su dal figlio di Costantino e dalla sua compagna tedesca Grete, si è portata via tutto un mondo.
Quel mondo era la Sardegna immemoriale di Costantino, la Sardegna dei pastori con la bocca chiusa e lo schioppo a tracolla. Un posto durissimo, retto da leggi non scritte che tutti sapevano a memoria. Ricostruito dal carismatico Mario (Marco Zucca) e dalla provocante Grete (Anna König) a uso e consumo dei turisti nordeuropei.
Una specie di parco a tema, una sconcia Disneyland sarda in cui ogni cosa è vera ma finta, gli struzzi convivono con le greggi e tutto si fa show, dalla copula dei cavalli alla mungitura delle pecore (con battutine sulle migliori amiche del pastore durante i mesi di solitudine). Quindi tutto si corrompe in modo intollerabile per il vecchio Costantino, che ha il carisma assoluto di Gavino Ledda, l' autore di "Padre Padrone", protagonista e voce narrante di questa apocalisse ambientata negli anni 90 ispirata al romanzo dell' antropologo-scrittore Giulio Angioni (Sellerio).
Anche se forse le cose sono più complicate, come intuisce un magistrato molto sciasciano giunto sul posto per indagare (il quasi inedito al cinema, e bravissimo, Corrado Giannetti). Forse quel padre poco padrone è stato complice della corruzione in cui si è lasciato irretire. E tutta quella volgarità, se non quel mercantilismo, quei richiami sessuali, quello spreco, hanno scalfito le sue convinzioni corrompendo anche lui. Forse lui stesso è morto, ancor prima del figlio, anche se inizia a capirlo solo adesso. E le domande del giudice, i flashback (c' è anche una banca del seme in Germania, l' era della tecnica non ha limiti), il lungo monologare di Costantino disegnano questo. Una lebbra che parte dall' ambiente per divorare anche la mente. Una resa totale. Una sconfitta in cui siamo immersi, Sardegna o non Sardegna, fino a non saperla più vedere. Come questo bel film dalla gestazione tormentata ci ricorda, a tratti con qualche insistenza, ma con immagini memorabili e una veemenza che conquista.
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