Momenti di trascurabile felicità |
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Un film di Daniele Luchetti.
Con Pif, Thony, Renato Carpentieri, Angelica Alleruzzo.
continua»
Commedia,
Ratings: Kids+13,
durata 93 min.
- Italia 2019.
- 01 Distribution
uscita giovedì 14 marzo 2019.
MYMONETRO
Momenti di trascurabile felicità
valutazione media:
3,03
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Nell'aldilà per errore restano 92 minuti sulla Terra
di Emiliano Morreale La Repubblica
Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità sono due libri gemelli di Francesco Piccolo, raccolte di piccoli frammenti di vita quotidiana sui quali l'autore si sofferma con attenzione affettuosa. Piccolo e Luchetti hanno messo su un filo di trama da punteggiare con brani dei due libri: Pif è un padre di famiglia di mezza età che muore in un incidente di moto, ma nell'aldilà scopre che c'è stato un errore e che ha diritto ad altri 92 minuti di vita sulla terra, nei quali cercherà di recuperare il tempo perduto. Il tono della commedia fantastica è difficile, ma lo spunto è poco più di un pretesto, tra Il paradiso può attendere e La vita è meravigliosa (il protagonista è tampinato da Renato Carpentieri nei panni di un impiegato celeste). Le osservazioni e gli episodi vengono cuciti insieme dalla voce narrante di Pif, sullo sfondo di una Palermo anodina (piccola curiosità: è una delle poche commedie romantiche girate nella città, le cui location sembrano ispirare piuttosto la tragedia o il grottesco). Messi in immagini, il flash narrativi di Piccolo, che sulla pagina sono spesso acuti, fanno un effetto di accumulo e svelano una curiosa somiglianza con gli sketch degli youtuber, che spesso sono proprio sketch sulle piccole noie e bizzarrie quotidiane: potrebbero intitolarsi "Cosa succede quando monti un soppalco in casa", "Perché le donne restano sempre senza assorbenti?", e così via. E quando l'apologia delle piccole gioie e idiosincrasie si chiude, sfocia nello stucchevole, con montaggi di vita di famiglia sulle quali ci si aspetta di vedere comparire da un momento all'altro il logo di una compagnia di assicurazioni. Ma soprattutto il film svela un versante ideologico significativo: punta all'auto-riconoscimento di un ceto medio-alto, in crisi e un po' spaurito, con esplicita volontà di consolazione: "va bene così", sembra dirci, "siamo tutti sulla stessa barca", in un'apologia del mondo così com'è. Le piccole cose della vita ci fanno tutti uguali, e sono anzi la vita stessa. La borghesia colta che qualche tempo fa si proclamava "ceto medio riflessivo", si vede come il centro del mondo. Il tono dolceamaro finisce paradossalmente per diventare soffocante, chiuso in un privato tutto sentimentale, senza inquietudini che non sembrino già risolte in partenza in fondo senza sorprese. E il rispecchiamento cercato dal film può generare una involontaria cupezza. Se davvero è questa, la vita (piccoli dilemmi, lievi sensi di colpa per piccole inadempienze e tradimenti, piccole estasi davanti a piccolissime epifanie senza vera infelicità, in fondo, né vera felicità), forse non valeva la pena tornare sulla terra.
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