Mujica, lo straordinario uomo politico venezuelano, è stato oggetto di due film alla75 Mostra di Venezia. Per capire il personaggio narrato da Kusturica conviene vedere prima quello della prigionia.“El Pepe- Una vida suprema” di Emir Kusturiça, si svolge nel 2014, a trent’anni dalla fine della prigionia, e verte sugli ultimi mesi della presidenza e i primi giorni di lavoro in fattoria dopo la fine dell’incarico.
[+]
Mujica, lo straordinario uomo politico venezuelano, è stato oggetto di due film alla75 Mostra di Venezia. Per capire il personaggio narrato da Kusturica conviene vedere prima quello della prigionia.“El Pepe- Una vida suprema” di Emir Kusturiça, si svolge nel 2014, a trent’anni dalla fine della prigionia, e verte sugli ultimi mesi della presidenza e i primi giorni di lavoro in fattoria dopo la fine dell’incarico. Lo vediamo guidare il trattore, curare i suoi fiori, passeggiare col cane.
Dalle tenebre alla luce, dai 12 anni di prigione alla presidenza. E’ un percorso di vita difficile da immaginare. Il film è un documentario con una lunga intervista. O più propriamente, un dialogo intimo che esplora il significato di un’esistenza di impegno politico che è insieme un’avventura poetica. Compare in alcune scene anche il regista-intervistatore, svelandoci la spontaneità del dialogo. C’è un legame col precedente film, nelle parole di Mujica, che ha elaborato la tragica esperienza e la sintetizza così ”Non sarei quello che sono. Sarei freddo come una statua senza i miei anni di solitudine in prigione”.
In una scena ritorna alla prigione, che ora è un centro commerciale e racconta di quegli anni in cui il suo nom de guerre era Facundo, giovane rivoluzionario che lottava per una società di eguali, libera dalla fame, dall’ingiustizia e dalla ricchezza oscena di pochi. El Pepe si è attenuto a questi ideali, che ne hanno fatto il più atipico presidente al mondo: dava il suo salario alle comunità di poveri, continuava a lavorare alla sua fattoria, non ha mai indossato una cravatta e mai usato una carta di credito. La combinazione del suo ruolo pubblico con la passione per coltivare I fiori gli ha fatto trasformare l’Uruguay in un modello di politiche innovative, che hanno portato ad una corretta gestione dell’ambiente e alla legalizzazione della marihuana.
L’acclamato regista serbo riesce a trasmettere la semplicità e la bellezza di una vita etica, mostrando che anche oggi le utopie sono possibili. Con queste parole Emir descrive Josè:
“Realizzare un’utopia richiede una nuova consapevolezza. Se quardiamo il suo percorso di vita e lo prendiamo ad esempio, Jose Mujica ci da la speranza che è possibile attuare gli ideali. L’amore per la vita e per la natura è il nucleo della sua ideologia. Ho fatto questo film per la profonda ammirazione che mi suscitano lui e il suo lavoro. Infelice che il mio paese non abbia mai avuto un presidente simile, voglio celebrare l’Utopia e la Virtù”. “Mi interessa l’uomo felice di guidare il trattore e lavorare in fattoria, un uomo con una devozione scientifica per I fiori che, allo stesso tempo, ha avuto un forte impatto sul mondo della politica proprio perché è così unico” “Fra tutti i rivoluzionari-continua Kusturiça- è quello che ha ottenuto maggior successo. Lo definirei un filosofo con una mente pratica. All’inizio appartiene a un gruppo di guerriglia urbana e poi ha la calma e la saggezza di ripensare il mondo contemporaneo. In ogni singola scena del film in cui è inquadrato, senti l’umanità e la gentilezza che emanano da lui. E anche ora che non è più presidente, il popolo continua ad adorarlo. Io sono dell’Est Europa. Credetemi: neppure nelle democrazie più consolidate trovi un Mujica. I presidenti o finiscono in prigione, o scappano, o si nascondono. Diventano ricchi. Mujica è l’opposto.E’ veramente unico”
[-]