Girl

Il viaggio di Lara attraverso il corpo

Ha un sorriso dolce, Lara, quasi remissivo. Ma Io sguardo è determinato, le parole degli altri rimbalzano contro il muro della sua fermezza. Al desiderio di diventare ballerina dedica tutta se stessa, fino a piagarsi i piedi per gli esercizi sulle punta. È il corpo, infatti, il suo quotidiano campo di battaglia. Stremarlo con la danza è solo una metafora, Il vero esercizio, il passo che la governa, è diventare se stessa. Perché Lara nasce maschio, ma la sua anatomia è incongruente col desiderio di essere, ancor più che diventare, una ragazza. Una Girl, appunto, come il titolo del film che il belga Lukas Dhont dedica a questa metamorfosi. Il viaggio verso il genere agognato, Lara ha la fortuna di compierlo in un Paese in cui gli adolescenti, nei casi accertati di disforia di genere, possono accedere presto alle terapie ormonali. Il padre. la dottoressa, lo psicologo, tutti la sostengono con competenza e amore. Ma lei ha fretta. E così farà di testa sua, subordinando il dolore del corpo a quello della mente. Costruendo un film che avrebbe potuto aiutare molti, genitori e figli, Dhorit sceglie di raccontare l'unicità terrifica di una "storia vera", sacrificando le possibilità di una pedagogia esemplare a un lieto fine ottenuto a carissimo prezzo.
Da Il Venerdì, 28 settembre 2018


di Vittorio Lingiardi, 28 settembre 2018