sabrina
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mercoledì 20 settembre 2023
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gran bel film
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Davvero bello. Il film è stata una grandissima sorpresa. E' intelligente e sorprendente. Fiorello e Favino sono una coppia esplosiva. Favino insuperabile, Fiorello è finalmente ben diretto e ci regala momenti di gran comicità. Ci vorrebbero più film come questi.
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fab82ant72
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sabato 28 settembre 2019
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originale e divertentissimo
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Ho visto questa splendida commedia dopo aver visto l'ottima opera seconda di Alessandro Pondi, Tutta un'altra vita. Questo autore è davvero in gamba, mai banale e molto ironico. Le sue commedie mi ricordano le grandi commedie degli anni sessanta. Finalmente un Pierfrancesco Favino che ci fa anche ridere e un Beppe Fiorello lontano dal suo solito cliché. Bello, divertente, sagace, moderno. Lo consiglio a tutti. Forse il cinema italiano non è morto.
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fab82ant72
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sabato 28 settembre 2019
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originale e divertentissimo
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Ho visto questa splendida commedia dopo aver visto l'ottima opera seconda di Alessandro Pondi, Tutta un'altra vita. Questo autore è davvero in gamba, mai banale e molto ironico. Le sue commedie mi ricordano le grandi commedie degli anni sessanta. Finalmente un Pierfrancesco Favino che ci fa anche ridere e un Beppe Fiorello lontano dal suo solito cliché. Bello, divertente, sagace, moderno. Lo consiglio a tutti. Forse il cinema italiano non è morto.
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alejazz
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martedì 13 marzo 2018
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fiorello e favino coppia vincente
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A me è piaciuto! Beppe Fiorello e Favino troppo simpatici! Già mi piaceva Fiorello come attore, ora, dop aver apprezzato Favino a Sanremo, lo considero ancora di più un bravo attore che sa prendere qualsiasi voce dialettale.
Bravi e buona visione!
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domenica 4 febbraio 2018
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non ha colto il senso!
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Sig Casella, leggendo i suoi elementari pensierini sul film (perché non di critica si tratta qui) si evince palesemente che lei non ha colto per niente il senso del film... un consiglio: lo riveda 199 volte e poi dia di nuovo un suo “parere”! Un voto al suo compito? Stendiamo un velo pietoso!
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liuk
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sabato 3 febbraio 2018
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ma che film avete visto?
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Onestamente leggendo le altrui recensioni non avrei guardato questa simpaticissima commedia ambientata nella murgia e con uno strepitoso Favino.
Il film è leggero, divertente e poco impegnativo, ideale per una serata spensierata dove ci si vuole fare due risate. Il prodotto è di qualità con macchiette originali nonostante siano inserite in un meccanismo collaudato e non originale. Ottima la scenografia.
Pellicola consigliata molto più che sufficiente (le 4 stelle sono date per compensare i voti negativi di chi ha visto un altro film).
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desipanarelli
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giovedì 26 ottobre 2017
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insipido
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Molto noioso, lo sconsiglio!
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stefano73
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lunedì 23 ottobre 2017
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originale la vicenda ma lieto fine banale.
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davvero bella la trama e la vicenda del chitarrista professionista ma che non viene considerato dal paesiello.
L'ambientazione è la tipica comunità del paesino dell'entroterra pugliese.
Trovate comiche e folkloristiche non mancano.
Più però il film si sviluppa e più perde di credibilità e realismo.
Dall'arrivo della prostituta latina la vicenda comincia a diventare più prevedibile e scontato con un finale troppo da commidiuccia "lieto fine".
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valterchiappa
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sabato 14 ottobre 2017
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ci pensa favino.
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Non sempre si può chiedere troppo da un film. Né sempre ci si può accomodare in poltrona con il cipiglio del severo censore. In certe sere può bastare un po’ di sana leggerezza, purché supportata da qualche qualità minima che giustifichi il prezzo del biglietto e appaghi minimamente quel gusto estetico di cui non riusciamo a liberarci. È il caso di “Chi m’ha visto“, opera prima dello sceneggiatore Alessandro Pondi.
Sebbene tocchi una tematica affrontabile con altro impegno, il significato dell’essere nell’attuale civiltà mediatica dell’apparire, “Chi m’ha visto” segue la comoda strada di una commedia per tutti i palati.
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Non sempre si può chiedere troppo da un film. Né sempre ci si può accomodare in poltrona con il cipiglio del severo censore. In certe sere può bastare un po’ di sana leggerezza, purché supportata da qualche qualità minima che giustifichi il prezzo del biglietto e appaghi minimamente quel gusto estetico di cui non riusciamo a liberarci. È il caso di “Chi m’ha visto“, opera prima dello sceneggiatore Alessandro Pondi.
Sebbene tocchi una tematica affrontabile con altro impegno, il significato dell’essere nell’attuale civiltà mediatica dell’apparire, “Chi m’ha visto” segue la comoda strada di una commedia per tutti i palati. Partendo da una trovata di base, lo sparire come paradossale condizione per acquisire una riconoscibilità, seppur virtuale, Pondi costruisce una facile storiellina.
Martino Piccione (Giuseppe Fiorello) è un bravo chitarrista, turnista per molte popstar nostrane. Nonostante l’aspirazione ad esprimersi con la sua musica, il suo destino, sul palco come nella vita, sembra essere quello di restare nell’ombra. Tornato nel suo paese delle Murge, con l’aiuto del vecchio amico Peppe Quaglia (Pierfrancesco Favino) cialtrone e scansafatiche, mette in scena la sua scomparsa, affinché i media si accorgano di lui. Il piano ha successo e Martino diventa finalmente famoso, ma non per quello per cui avrebbe voluto esserlo. Tutto qua. Lungo l’esile filo della narrazione una serie di personaggi stereotipati: una cinica conduttrice televisiva (Sabrina Impacciatore), una prostituta dall’inattesa sensibilità (Mariela Garriga, bellissima), una fidanzata fedifraga (Oriana Celentano) una anziana mamma teledipendente (Mariolina De Fano).
Oltre alla scrittura garbata, che regala gustose risate, dove trovare allora quel quid in più che ci spinga a devolvere 8 euro al botteghino senza dovercene pentire?
Ce lo offre il talento di Pierfrancesco Favino. Lasciato libero da una regia non ingombrante e da un copione senza troppe velleità, riposta la misura delle sue interpretazioni più impegnate, fa andare a briglia sciolta le sue doti di istrione, che lo rendono capace di trovare tempi comici perfetti, di sfornare gag a ripetizione, di sciorinare dialetti come una seconda lingua. La performance di un mattatore, accanto a cui colui che dovrebbe essere il protagonista, Giuseppe Fiorello, diventa una semplice spalla. Quest’ultimo, infatti, che dovrebbe rendere un personaggio incline alla malinconia e alla riflessione, più che sublimare sottrae, con una recitazione monocorde e senza sfumature.
“Chi m’ha visto” finisce quindi per diventare erede di quella antica tradizione della commedia italiana che risparmiava sulla struttura, contentandosi di un canovaccio e costruiva la sua sostanza sull’estemporaneità dell’invenzione di protagonisti dallo straordinario talento, supportati da partner affidabili relegati, come il povero Martino, alla penombra.
C’è però un altro protagonista nel film che, pur silenzioso, prepotentemente si guadagna la ribalta: il paesaggio delle Murge, con le bianche case assolate di Ginosa e il fascino remoto della sua gravina. Ancora una volta l’accostamento fra cinema e turismo, portatore di benefici effetti per entrambi, si rivela un ingrediente di facile appeal.
Insomma con “Chi m’ha visto” si ride senza sentirsi stupidi, dedicando gli unici, nostalgici pensieri al caldo sole del Sud. Per una uggiosa serata d’autunno può bastare.
Voto: 6
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giovedì 5 ottobre 2017
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straordinari
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Bellissimo film.... Tante risate! Pierfrancesco Favino e Beppe Fiorello sono duo straordinario! Spero che faranno un altro film insieme perché insieme stanno benissimo! Complimenti davvero a tutti voi!
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