2:22 - Il destino è già scritto

“2:22 – Il destino è già scritto” è un intricato thriller che riflette sugli echi del fato, le nevrosi da metropoli e le varie implicazioni soprannaturali nascoste in piccoli elementi apparentemente insignificanti. L’opera è un intrigante puzzle-movie, a suo modo ambizioso e cerebrale, che punta ad interrogativi metafisici e allo spettacolo carico di ambiguità. Non si avvantaggia certo di idee originali o geniali, ma quelle che ha sono efficaci (vedi l’interessante dietro le quinte del controllo del traffico aereo, o il teso scontro sfiorato tra i due aerei), con attori, regista e apparato tecnico che regalano al film almeno una certa dignità. Nel complesso però non tutto è riuscito, non tutto è di elevata fattura, a cominciare dagli aspetti sentimentali, emotivi e psicologici dei personaggi, a certi snodi narrativi, a soluzioni caotiche e contraddittorie. [+]

“2:22 – Il destino è già scritto” è un intricato thriller che riflette sugli echi del fato, le nevrosi da metropoli e le varie implicazioni soprannaturali nascoste in piccoli elementi apparentemente insignificanti. L’opera è un intrigante puzzle-movie, a suo modo ambizioso e cerebrale, che punta ad interrogativi metafisici e allo spettacolo carico di ambiguità. Non si avvantaggia certo di idee originali o geniali, ma quelle che ha sono efficaci (vedi l’interessante dietro le quinte del controllo del traffico aereo, o il teso scontro sfiorato tra i due aerei), con attori, regista e apparato tecnico che regalano al film almeno una certa dignità. Nel complesso però non tutto è riuscito, non tutto è di elevata fattura, a cominciare dagli aspetti sentimentali, emotivi e psicologici dei personaggi, a certi snodi narrativi, a soluzioni caotiche e contraddittorie. Ma come intrattenimento è godibile. [-]

L'idea del film riprende quella dell'uomo imprigionato nel classico loop temporale, tipo "Ricomincio da capo" (1993) con Bill Murray o "Edge of tomorrow" (2013) con Tom Cruise, tanto per fare due esempi migliori. Il film all'inizio lascia ben sperare, il problema però è che, anziché continuare sul versante thriller o fantastico, si preferisce virare troppo sul sentimentale e questo toglie mordente alla pellicola rendendola monotona e ripetitiva. I dialoghi poi non sono sufficientemente sviluppati per approfondire la psicologia dei personaggi, lavoro che in questo caso invece andava fatto perché si è preferito puntare appunto più sull'aspetto introspettivo del fenomeno che su quello fantascientifico. [+]

L'idea del film riprende quella dell'uomo imprigionato nel classico loop temporale, tipo "Ricomincio da capo" (1993) con Bill Murray o "Edge of tomorrow" (2013) con Tom Cruise, tanto per fare due esempi migliori. Il film all'inizio lascia ben sperare, il problema però è che, anziché continuare sul versante thriller o fantastico, si preferisce virare troppo sul sentimentale e questo toglie mordente alla pellicola rendendola monotona e ripetitiva. I dialoghi poi non sono sufficientemente sviluppati per approfondire la psicologia dei personaggi, lavoro che in questo caso invece andava fatto perché si è preferito puntare appunto più sull'aspetto introspettivo del fenomeno che su quello fantascientifico. Anche la spiegazione pseudoscientifica dell'accaduto lascia alquanto perplessi in quanto vaga e priva di qualsiasi logica. Arrivare al finale quindi diventa un'impresa non da poco. In definitiva uno di quei film di cui non rimarrà traccia e che dimenticherete in un battito di ciglia... [-]

Se venisse considerato come film, romantico o sentimentale, un paio di stelle e qualcosina in più se le potrebbe meritare. Ma come thriller è davvero superfluo e scontato fin dalla prima tirata della voce fuori campo, a metà tra retorica e banalità. Al di là della incongruenza della trama (ma è lecito 'parlare di "incongruenza" per un film che si basa sul paranormale fin dalle prime scene?) si tratta di un'idea modesta, stiracchiata e, soprattutto, mal collocata nel genere. Ripeto: classificatelo come drammatico/sentimentale/romantico/paranormale e gli amatori del genere saranno contenti di passare 98 minuti con questa pellicola. Gli amanti del thriller, invece, rimpiangeranno i 98 minuti letteralmente sprecati: nel film il protagonista nota che ogni giorno continuano ad accadergli, leggermente mutate, le stesse cose; nella vita reale, invece, quell'ora e mezza abbondante non si ripeterà più (o, almeno, ce lo si augura).

Questo"2.22"di Paul Currie(2017)è un film che convince poco , decisamente. L''incrocio tra love story e vicenda parapsicologica non "sfonda"a livello percettivco, anzi tende ad addormentare, almeno a tratti. Se confrontiano questo film con "Il segno del comando"(Daniele D'Anza, 1971, originale TV)ogni valutazione non può che propendere per quest'ultimo, pur essendo prodotto per la TV dell'epoca, in Italia"bernabeiana-pedagogica"come si diceva. Qui la "profezia"del tecnico-controllore di volo che"antevede"e individua possibili reincarnazioni di tre personaggi morti trent'anni prima in sé e nella sua ragazza appare circostanza confusa, mal"vaticinat", che fa pensare alle reminiscnze tipo "il 24 febbraio", dramma romantico del 1808 di Zacharias Werner, un drammaturgo germanico certo non di enorme spessore, semmai emblematico di un"trip"parapsico-"esoterico"-occultistico dove l'idea della metempsicosi è ancora molto forte, come in questo confuso film australian-USA, i cui supporti culturali non sappiamo assolutamente quali siano. [+]

Questo"2.22"di Paul Currie(2017)è un film che convince poco , decisamente. L''incrocio tra love story e vicenda parapsicologica non "sfonda"a livello percettivco, anzi tende ad addormentare, almeno a tratti. Se confrontiano questo film con "Il segno del comando"(Daniele D'Anza, 1971, originale TV)ogni valutazione non può che propendere per quest'ultimo, pur essendo prodotto per la TV dell'epoca, in Italia"bernabeiana-pedagogica"come si diceva. Qui la "profezia"del tecnico-controllore di volo che"antevede"e individua possibili reincarnazioni di tre personaggi morti trent'anni prima in sé e nella sua ragazza appare circostanza confusa, mal"vaticinat", che fa pensare alle reminiscnze tipo "il 24 febbraio", dramma romantico del 1808 di Zacharias Werner, un drammaturgo germanico certo non di enorme spessore, semmai emblematico di un"trip"parapsico-"esoterico"-occultistico dove l'idea della metempsicosi è ancora molto forte, come in questo confuso film australian-USA, i cui supporti culturali non sappiamo assolutamente quali siano. Il titolo italiano, poi, con l'aggiunta esplicativa per cui"Il destino è già scritto"è di una tale banalità per cui non varrebbe neppure la pena di insistere, non fosse che per rilevare una banalizzazione ulteriore... I due interpreti principali, poi, Michail Huisman e Teresa Palmer, li vedremmo meglio in una recita organizzata per commemorare gli anni di scuola o di college-university che in un film, anche se certo non à la Hitchock,,, Molto sarebbe da c ambiare, acquisendo una consapevolezza del mezzo tecnico ma prima ancora della scrittura filmica, Elementi qui praticamente assenti. El Gato [-]