samanta
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domenica 23 luglio 2017
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io senza di voi non conto nulla
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"Voi senza di me non contate nulla, io senza di voi non conto nulla", cosi esordice il comandante dell'incrociatore pesante Indianapolis McVay (Nicolas Cage) ai suoi uomini nel luglio 1945 alla partenza da San Francisco per una missione segreta. Il film è tratto da un fatto reale l'affondamento dell'incrociatore Indianapolis che aveva portato nella base di Tinian il 26 luglio 1945 la bomba atomica che sarebbe stata sganciata su Hiroshima e che venne nel viaggio di ritorno colpito da un sommergibile giapponese il 30 luglio nel mare delle Filippine. Il film in una parte iniziale descrive la vita di alcuni uomini dell'equipaggio, è una modalità frequente per creare un'empatia con lo spettatore, prima del disastro o dell'evvenimento cruento che si vuole descrivere (il non farlo come nel remake del dell'affondamento del Poseidon che inizia subito con la catastrofe non diede esiti brillanti).
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"Voi senza di me non contate nulla, io senza di voi non conto nulla", cosi esordice il comandante dell'incrociatore pesante Indianapolis McVay (Nicolas Cage) ai suoi uomini nel luglio 1945 alla partenza da San Francisco per una missione segreta. Il film è tratto da un fatto reale l'affondamento dell'incrociatore Indianapolis che aveva portato nella base di Tinian il 26 luglio 1945 la bomba atomica che sarebbe stata sganciata su Hiroshima e che venne nel viaggio di ritorno colpito da un sommergibile giapponese il 30 luglio nel mare delle Filippine. Il film in una parte iniziale descrive la vita di alcuni uomini dell'equipaggio, è una modalità frequente per creare un'empatia con lo spettatore, prima del disastro o dell'evvenimento cruento che si vuole descrivere (il non farlo come nel remake del dell'affondamento del Poseidon che inizia subito con la catastrofe non diede esiti brillanti). Dei 1200 uomini dell'equipaggio 300 morirono nell'affondamento, 900 superstiti in mare vissero 5 giorni attacati dai pescecani e molti morirono per disidatrazione, prima di essere trovati dai soccorritori che iniziano le ricerche con colpevole ritardo. Ma si salvarono solo 317 marinai tra cui il comandante. La disgrazia fu dovuta in gran parte oltre al caso al fatto che la Marina compì una serie di errori incaricò del trasporto un incrociatore che non era in grado di opporsi ai sommergibili (oltretutto era sprovvisto di sonar) e che abitualmente scortato da cacciatorpediniere non ebbe la scorta, volle dare la massima segretezza e quindi nessuno era a conoscenza del viaggio della nave, il comandante non venne avvisato che 4 giorni prima della partenza un cacciatorpediniere era stato affondato da un sommergibile nemico proprio nella zona in cui venne poi colpito, i segnali di s.o.s. trasmessi sebbene ricevuti dalle stazioni americane non vennero presi in considerazione. McVay viene viene indicato come colpevole di negligenza per salvare gli alti gradi della Marina e processato, la Corte lo considerata colpevole di non avere zizzagato la nave per evitare gli attacchi, questo malgrado che il protocollo lasciasse libertà di scelta al comandante e che durante il processo il comandante giapponese dichiarasse che in ogni caso la nave sarebbe stata colpita. Il film ha avuto critiche che considero eccessive, è discreto, il fatto che che non siano utilizzati effetti speciali salvo una scena iniziale è una scelta che richiama i vecchi film di guerra americani. Si distingue per il fatto che non si abbandona a sentimentalismi o a retorica militare, efficaci e le scene del naufragio e dei 5 giorni che i marinai passarono attaccati dai pescecani in attesa dei soccorsi e la scena del processo. Buona l'interpretazione di Nicolas Cage che sembra avere superato i problemi di alcoolismo che l'avevano colpito. Il film come avvenne in reatà finisce con il suicidio avvenuto 20 anni dopo del comandante.
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muttley72
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lunedì 26 febbraio 2018
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praticamente un "b-movie" con qualche attore noto.
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Il film racconta un fatto storico realmente avvenuto: la "USS Indianapolis" è stata la corazzata statunitense che trasportò la prima bomba atomica via mare (quella che sarebbe poi stata sganciata da un aereo B-17 sul Giappone). La missione (segreta e veloce) si svolse senza la consueta scorta di cacciatorpediniere e la corazzata rimase quindi indifesa nei confronti dei sottomarini giapponesi. Il viaggio di andata si svolge con successo e la bomba è consegnata, ma al ritorno la nave (sempre solitaria) è silurata e l'equipaggio in mare è divorato dagli squali..anche i soccorsi dopo L' SOS sono tardivi, vista la segretezza della missione.
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Il film racconta un fatto storico realmente avvenuto: la "USS Indianapolis" è stata la corazzata statunitense che trasportò la prima bomba atomica via mare (quella che sarebbe poi stata sganciata da un aereo B-17 sul Giappone). La missione (segreta e veloce) si svolse senza la consueta scorta di cacciatorpediniere e la corazzata rimase quindi indifesa nei confronti dei sottomarini giapponesi. Il viaggio di andata si svolge con successo e la bomba è consegnata, ma al ritorno la nave (sempre solitaria) è silurata e l'equipaggio in mare è divorato dagli squali..anche i soccorsi dopo L' SOS sono tardivi, vista la segretezza della missione. Il comandante (tra i sopravvissuti) sarà processato e condannato per negligenza e riabilitatato post-mortem solo nei giorni nostri.
Il film aveva tutte le premesse per essere fatto bene e meglio: storia vera ed avvincente, capacità degli americani di far bene questo genere di film di guerra, ecc... tuttavia il film risulta di molto inferiore a film aaloghi e su tutti i fronti ..in modo abissale (scadenti effetti alla computer grafica, sceneggiatura pessima, recitazione appena sufficiente, ecc). praticamente sembra un "B-movie" con qualche attore famoso.
Il confronto con film simili (es. "Pearl harbour, U-571, K-19, ecc) è impietoso.
Voto: 2
P.S. curiosità: la storia del "USS Indianapolis" era stata raccontata nel film "Lo squao" ("Jaws" del 1975) quando a bordo della barca che caccia lo squalo Robert Shaw (il vecchio comandante che finirà mangiato) racconta di essere stato un sopravvissuto della nave in guerra, partendo da una domanda fattagli su un suo tatuaggio cancellato.
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sabato 12 agosto 2017
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argomento terribile ed importante, vale la pena doppia riflessione!!
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Ho letto sua recensione film USS INDIANAPOLIS. In quanto lei ha riportato ci sono gli elementi importahti per la valutazione più profonda dell'argomento. L'interdipendenza tra capitano ed equipaggio, di fatto testimoniata dal medesimo capitano, indica una situazione umana del tutto drammatica per una missione navale militare: senza indipendenza del capitano, perché? Mc Vay effettuò il proprio còmpito constatando che la ufficiale ignoranza di tutti in nave circa il carico trasportato era una questione e poi un problema e non un semplice dato senza conseguenze rilevanti o importanti; e nell'impedimento ricevuto dagli eventi a bordo notò il segno di un fallimento etico degli statunitensi in guerra, perché, fosse cattiva disposizione o mancata, a bordo lui non poteva fare integralmente ciò che era d'uopo.
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Ho letto sua recensione film USS INDIANAPOLIS. In quanto lei ha riportato ci sono gli elementi importahti per la valutazione più profonda dell'argomento. L'interdipendenza tra capitano ed equipaggio, di fatto testimoniata dal medesimo capitano, indica una situazione umana del tutto drammatica per una missione navale militare: senza indipendenza del capitano, perché? Mc Vay effettuò il proprio còmpito constatando che la ufficiale ignoranza di tutti in nave circa il carico trasportato era una questione e poi un problema e non un semplice dato senza conseguenze rilevanti o importanti; e nell'impedimento ricevuto dagli eventi a bordo notò il segno di un fallimento etico degli statunitensi in guerra, perché, fosse cattiva disposizione o mancata, a bordo lui non poteva fare integralmente ciò che era d'uopo. Per il rispetto del nome cosmopolita e greco della nave, che era non appellativo a caso, rispetto secondo severa legge militare, per l'ottemperanza ai compiti sia specifici che non, Mc Vay ritenne che la Uss Indianapolis dovesse diventare una tomba: non era accettabile che il non sapere a bordo fosse troppo determinante in porto e altrove a terra ed in altri mezzi! Non era insurrezione, ma dovere che suscitava processi di verifica per lui e controprocessi di accusa per chi voleva le armi atomiche e per chi ne accettava i disastri. I politici americani pensavano a molto tritolo, gli ordigni da pochi anni costruiti ed usati dagli U.S.A. . La Marina sospettava e tentava di bloccare uso delle atomiche. L'areonautica non si informava in tutto adeguatamente; la malasanità sapeva degli effetti catastrofici delle radiazioni ma taceva e aspettava i disastri per tentare impossibili misurazioni e scoperte. I militari giapponesi in regola col loro Stato operavano per azzerare possibilità di guerre atomiche; i rivoltosi invece volevano giocare a provocare per fare ritorsioni. Il capitano del sommergibile giapponese era onesto, non un criminale di guerra, sebbene sembrasse a taluni l'opposto: comandò senza appello l'affondamento perché era avvertito, sensorialmente e marittimamente, circa presenza di restante anomalia e pericolosa per la vita tutta perché ingannevole. I suoi informatori principali erano gli animali del mare, alcuni furiosi per la ingenuità con la quale molti marinai in acqua e prima a bordo percepivano l'anomalia senza porvi attenzione e fisica diffidenza. L'eccidio in acqua era a gloria del nome della nave che precipitava in fondo all'oceano, tanta strapotenza degli ordigni atomici contro la vita era motivo di assoluzione per la furia dei pescecani ed ammirazione per la non volontaria spietatezza del capitano giapponese. A terra Mc Vay fu quindi obiettore, a favore dell'America onesta e contro gli ambienti criminali insinuatisi nella politica statunitense. A molti parve il disastro favorire la guerra atomica ma senza la Uss Indianapolis e quanto era rimasto in essa deformato dal carico anomalo non si sarebbe potuto minacciare il Giappone più di due volte. L'altro tipo di bomba infatti neppure si seppe poi come ritrasportarlo intatto. Così i traditori della giustizia americana trovarono anche contropropaganda; la intera vicenda bellica terminò con la richiesta americana di validare il Simbolo dell'Impero giapponese e non il riferimento alla Persona del suo rappresentante; per gli imperialisti americani era illusione di vittoria, in realtà il Giappone otteneva quanto cercato in principio della guerra e non ottenuto sùbito a causa delle inottemperanze e trasgressioni di parte dei suoi militari, in verità consegnati dall'Impero medesimo ai giudici americani ed internazionali senza che si capisse fosse stato l'Impero stesso a liberarsene. Con queste premesse, io suppongo che il film trovi l'interesse maggiore, non ne risulti sminuito. Così si dedurrebbe dal trailer, ma la mia è supposizione. MAURO PASTORE
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felicity
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lunedì 3 agosto 2020
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la storia vera emoziona più del film
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Il regista sceglie di realizzare un film corale: i ragazzi dell’equipaggio vengono presentati come un insieme unitario e le singole storie lasciate in superficie.
In questo modo lo spettatore non riesce ad affezionarsi a nessuno di loro in particolare e così USS Indianapolis, nonostante le enfatiche musiche, risulta privo della carica di empatia che sarebbe stata necessaria.
Si preferisce infatti punteggiare il dramma collettivo con una duplice denuncia: l’una contro ogni forma di guerra; l’altra contro il cinismo di un’America che ha disonorato i suoi eroi, in particolare il capitano.
Questi diventa l’assoluto protagonista della seconda parte del film, che lo segue tra l’aula di tribunale e l’ambiente domestico, alle prese con i rimorsi che spesso colgono chi non ha nulla da rimproverarsi.
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Il regista sceglie di realizzare un film corale: i ragazzi dell’equipaggio vengono presentati come un insieme unitario e le singole storie lasciate in superficie.
In questo modo lo spettatore non riesce ad affezionarsi a nessuno di loro in particolare e così USS Indianapolis, nonostante le enfatiche musiche, risulta privo della carica di empatia che sarebbe stata necessaria.
Si preferisce infatti punteggiare il dramma collettivo con una duplice denuncia: l’una contro ogni forma di guerra; l’altra contro il cinismo di un’America che ha disonorato i suoi eroi, in particolare il capitano.
Questi diventa l’assoluto protagonista della seconda parte del film, che lo segue tra l’aula di tribunale e l’ambiente domestico, alle prese con i rimorsi che spesso colgono chi non ha nulla da rimproverarsi.
Pur volendo contribuire all’omaggio alla sua memoria il regista gli fa invece l’ultimo torto affibbiandogli il volto fisso di Nicolas Cage.
L’accuratezza tecnica di un film dove si è fatto ricorso anche a velivoli e sommergibili dell’epoca non fa purtroppo il paio con la sua capacità di suscitare emozioni, per via della frettolosità nel passaggio da una scena all’altra e dello scarso approfondimento psicologico.
La pellicola, infatti, sebbene sia lodevole nel voler rendere omaggio alla memoria dei caduti e ripristinare l'integrità di McVay e del suo operato, risente dell'incasellarsi di una serie di elementi narrativi e visivi che smorzano l'emotività e l'epicità della vicenda stessa.
Dalla voce fuori campo del Capitano, spesso sfruttata anche per condensare il racconto, all'uso di effetti speciali dalla resa mediocre, USS Indianapolis oscilla, inoltre, tra l'aspirazione al film di guerra ed il disaster movie.
Il risultato è deludente in entrambi i casi specie se paragonato a titoli capaci di incarnare al meglio le suddette categorie.
Basterebbe poi soffermarsi sulla figura del Capitano McVay interpretato da Cage, per notare come la rappresentazione di una figura moralmente integra e il tentativo di macchiarne l'onore rimangano in superficie.
La diretta conseguenza è la mancanza di trasporto da parte dello spettatore per le sorti dell'ammiraglio e dei suoi uomini lasciati in balia di loro stessi dal Governo.
Ma USS Indianapolis, sempre in virtù della sua volontà di onorare caduti e sopravvissuti della nave da guerra, ha anche un respiro corale rappresentato dal nutrito numero di comprimari.
Il regista compie un altro passo falso proprio nel dipingere il privato dell'equipaggio, prima e dopo l'affondamento, avvicinandosi troppo ad atmosfere da film per il piccolo schermo che nelle parentesi più drammatiche o emotivamente intense finiscono per ottenere una reazione opposta.
La regia raramente azzarda e, nonostante sia palese la sua volontà di trarre ispirazione dal cinema americano degli anni '50, finisce per risultare incolore, fatta eccezione per qualche sequenza ispirata.
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gaiart
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domenica 6 agosto 2017
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ovvero uno “schettino” al contrario
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INDIANAPOLIS
OVVERO
UNO “SCHETTINO” AL CONTRARIO
Premesso che il raccomandato di Cage non mi è mai piaciuto. Premesso che trovo il suo gusto a dir poco pantagruelico, come conferma con l’altro suo film in uscita Cane mangia cane, semplicemente inqualificabile. Premesso che pare in estate diano lavoro solo al suo viso raggrinzito da smorfie assurde, spesso inutili. Tutto ciò premesso, veniamo a Indianapolis. Il film diretto da Mario Van Peebles, narra una storia vera e agghiacciante, come molte di quelle che succedono in America e legate alla capacità d’infinito espansionismo - in short – guerra a tutto e tutti degli Stati Uniti. Un merito di Cage quindi qui è quello di aver contribuito a illustrare assieme al regista, un episodio buio della seconda guerra mondiale non noto a tutti, in quanto nascosto ai media per molto, la dinamica legata a questa nave da guerra - la USS Indianapolis appunto - che deve consegnare l’atomica in Giappone in pochissimo tempo, non scortata.
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INDIANAPOLIS
OVVERO
UNO “SCHETTINO” AL CONTRARIO
Premesso che il raccomandato di Cage non mi è mai piaciuto. Premesso che trovo il suo gusto a dir poco pantagruelico, come conferma con l’altro suo film in uscita Cane mangia cane, semplicemente inqualificabile. Premesso che pare in estate diano lavoro solo al suo viso raggrinzito da smorfie assurde, spesso inutili. Tutto ciò premesso, veniamo a Indianapolis. Il film diretto da Mario Van Peebles, narra una storia vera e agghiacciante, come molte di quelle che succedono in America e legate alla capacità d’infinito espansionismo - in short – guerra a tutto e tutti degli Stati Uniti. Un merito di Cage quindi qui è quello di aver contribuito a illustrare assieme al regista, un episodio buio della seconda guerra mondiale non noto a tutti, in quanto nascosto ai media per molto, la dinamica legata a questa nave da guerra - la USS Indianapolis appunto - che deve consegnare l’atomica in Giappone in pochissimo tempo, non scortata. Cage interpreta (male) il ruolo di Charles McVay, un capitano valoroso, umano e corretto, oltre che dinamicamente operante al contrario di Schettino scendendo per ultimo dalla nave colpita e affondata da un missile, mettendo prima in salvo l’equipaggio così come dovrebbe essere. Diverse le minacce: schivare i "kaiten", missili pilotati da kamikaze acquatici, pronti a immolarsi per il bene della patria nipponica, i sommergibili in agguato, come le tempeste e gli squali.
A scene mozzafiato, adrenaliche, hollywoodiane, una per tutti gli squali che fanno colazione con pezzi di braccia e gambe nei natanti, o lo spettacolare affondamento simile a Titanic senza Di Caprio, che confermano la bravura del regista, s’intrecciano altri episodi assurdi e finti che sgretolano la potenza di tale storia. Indubbiamente, nonostante i difettini, consiglio la visione del film, perché si bypassano assistendo visivamente alla Storia Vera. E’ interessante inoltre riconoscere gli errori storici, le mostruosità umane nonostante certe anime valorose cerchino di remare contro un destino di guerre, morte e disastri immensi, proprio come quella di McVay che si suicidò per non essere riuscito a salvare tutto l’equipaggio, ma solo parte di esso, nonostante avesse fatto tutto l’umanamente possibile.
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valtercarignano
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domenica 13 agosto 2017
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un buon film film classico
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Film sullo stile dei war movie degli anni 50 e 60, con molti personaggi e storie grandi e piccole che s'intrecciano. Nulla di particolarmente approfondito o geniale, ma scorre bene e racconta una storia che non tutti conoscono.
Cage è molto buono, nei panni di un uomo che sa che la propria vita è quella dei suoi uomini è legata a un filo, ma compie il suo dovere fino alla fine.
In una sequenza, poi, si allude all'ipotesi (ormai quasi una certezza) che Pearl Harlbour fosse un disastro voluto, per convincere chi in guerra non voleva entrare. L'Indianapolis è un'altro episodio simile, in cui molte vite vennero sacrificate a..
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Film sullo stile dei war movie degli anni 50 e 60, con molti personaggi e storie grandi e piccole che s'intrecciano. Nulla di particolarmente approfondito o geniale, ma scorre bene e racconta una storia che non tutti conoscono.
Cage è molto buono, nei panni di un uomo che sa che la propria vita è quella dei suoi uomini è legata a un filo, ma compie il suo dovere fino alla fine.
In una sequenza, poi, si allude all'ipotesi (ormai quasi una certezza) che Pearl Harlbour fosse un disastro voluto, per convincere chi in guerra non voleva entrare. L'Indianapolis è un'altro episodio simile, in cui molte vite vennero sacrificate a... cosa? L'interesse dell'umanità o gli interessi economici di pochi?
Comunque, buonissimo film.
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andreagiostra
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venerdì 18 agosto 2017
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vigliaccheria politica ed eroismo militare?
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I bombardamenti nucleari che portarono alla fine della guerra tra il Giappone e gli Stati Uniti d’America, hanno un prologo che fino a pochi mesi fa non era conosciuto al mondo non-diplomatico, al grande pubblico internazionale. Un prologo eroico e disumano al contempo, patriottico e dissacratore, crudele e cinico. Come in tutte le guerre. Come in tutti i conflitti che fanno della morte di uomini e donne una inevitabile conseguenza. Ebbene, in questa incredibile storia proiettata nelle sale italiane dal 19 luglio 2017, è l'incrociatore USS Indianapolis della marina americana con tutto il suo giovane equipaggio il protagonista.
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I bombardamenti nucleari che portarono alla fine della guerra tra il Giappone e gli Stati Uniti d’America, hanno un prologo che fino a pochi mesi fa non era conosciuto al mondo non-diplomatico, al grande pubblico internazionale. Un prologo eroico e disumano al contempo, patriottico e dissacratore, crudele e cinico. Come in tutte le guerre. Come in tutti i conflitti che fanno della morte di uomini e donne una inevitabile conseguenza. Ebbene, in questa incredibile storia proiettata nelle sale italiane dal 19 luglio 2017, è l'incrociatore USS Indianapolis della marina americana con tutto il suo giovane equipaggio il protagonista. Quello che gli americano definirono “il carro armato galleggiante”, venne sacrificato scientemente dal massimo rappresentate del popolo statunitense, per salvare tutto il territorio americano dalla ferocia nipponica che il 7 dicembre del 1941 aveva già dato prova colpendo impietosamente Pearl Harbor. Il carico affidato dal comandante in capo dell’esercito americano al capitano Charles Butler McVay (Nicolas Cage), era segreto di stato e sarebbe servito a porre fine perentoria agli attacchi nipponici sul suolo americano. Il seguito della narrazione è un susseguirsi di vigliaccherie politiche e di pusillanimi decorati di guerra, di cinici potenti e di vittime sacrificali in nome più che della patria della salvaguardia del potere degli sciacalli di turno che all’onore e alla fedeltà soppiantano disinvoltamente la codardia. Basta questo perché gli appassionati della vita e della lealtà, abbiano un ottimo motivo per vedere questa bella e crudele narrazione hollywoodiana.
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