flyanto
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mercoledě 13 settembre 2017
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un'insegnante molto particolare
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L'insegnante nominata nel titolo del film , "The Teacher", è del tutto particolare: donna di mezza età, vedova di un esponente di spicco del partito comunista, ben preparata nello svolgere il proprio lavoro presso un liceo di Bratislava, si dimostra però sin dal primo giorno di scuola molto più interessata ai mestieri che svolgono i genitori degli alunni che al suo ruolo di educatrice scolastica. Informatasi così delle varie professioni nel corso dell'appello in cui i ragazzi, quando chiamati, presentano se stessi, la donna approfitta subito della situazione chiedendo in maniera gentile e melliflua aiuti di ogni genere in base, appunto, alle svariate professioni genitoriali.
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L'insegnante nominata nel titolo del film , "The Teacher", è del tutto particolare: donna di mezza età, vedova di un esponente di spicco del partito comunista, ben preparata nello svolgere il proprio lavoro presso un liceo di Bratislava, si dimostra però sin dal primo giorno di scuola molto più interessata ai mestieri che svolgono i genitori degli alunni che al suo ruolo di educatrice scolastica. Informatasi così delle varie professioni nel corso dell'appello in cui i ragazzi, quando chiamati, presentano se stessi, la donna approfitta subito della situazione chiedendo in maniera gentile e melliflua aiuti di ogni genere in base, appunto, alle svariate professioni genitoriali. In cambio ella rivela loro in anticipo gli argomenti delle interrogazioni così come delle prove scritte e dispensa buoni voti a tutti. Chi si sottrae a questo tacito "accordo" verrà ovviamente "punito" con interrogazioni severissime ed una conseguente pessima votazione. Nel corso dell'anno scolastico però verrà indetta dalla preside della scuola una riunione speciale con i genitori dei ragazzi al fine di indagare sull'intera faccenda....
In questa pellicola il ritratto pessimo che viene presentato dell'insegnante non si discosta poi molto da quello anche altrettanto deplorevole dei genitori coinvolti nelle sue richieste: a parte, infatti, alcuni di loro provvisti di una rettitudine morale che non vogliono assolutamente assecondare la suddetta insegnate, la maggior parte, pur di far spiccare i propri ragazzi negli studi e farli procedere in maniera fluida nella loro carriera scolastica, sottostanno ben volentieri a questa sorta di ricatti morali da parte della docente in questione.
Il regista Jan Hrebejk, con questa storia che in un primo tempo sembrerebbe assurda ed inventata, ma che purtroppo si rifà a degli avvenimenti realmente accaduti in una scuola cecoslovacca, in maniera quasi ironica, ma ben precisa e dettagliata, denuncia la condizione particolare della società all'insegna della corruzione e del bisogno economico che negli anni '80 vennero a trovarsi i paesi dell'Est dell'Europa alla caduta del proprio regime politico. Pertanto, quello che in un primo tempo potrebbe sembrare una divertente commedia, in realtà, sia pure, ripeto, in chiave un poco comica e simpatica, è un film drammatico, di denuncia e quanto mai amaro nel suo finale.
Perfetta nella sua interpretazione di insegnante priva di qualsiasi morale è Zuzana Mauréry che, giustamente è stata premiata a vari festival cinematografici per questo suo singolare ritratto di insegnante.
Sicuramente consigliabile
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loland10
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martedě 26 settembre 2017
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servizio al...tornaconto
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“The Teacher. Una lezione da non dimenticare” (Učiteľka- The Teacher, 2016) è il sedicesimo lungometraggio del regista slovacco Jan Hrebejk.
Una pellicola ‘didattica’ per spiegare la storia al di fuori di una scuola liceale e dentro un aula con alunni adolescenti presi avidamente da un’insegnante che tutti chiamano compagna. Un’ideologia spicciola e di convenienza per una donna che, forte del suo carisma politico (si fa per dire), sfrutta ogni minimo fastidio personale giocando con i lavori degli adulti.
Si entra in aula e si fa l’appello: la compagna MariaDrazdĕchováfa ciò che gli compete ma in più chiede ad ogni singolo allievo la professione dei genitori, La signora (vedova) appunta ogni minima cosa e con dovizia cerca di capire qualcosa in più oltre al lavoro.
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“The Teacher. Una lezione da non dimenticare” (Učiteľka- The Teacher, 2016) è il sedicesimo lungometraggio del regista slovacco Jan Hrebejk.
Una pellicola ‘didattica’ per spiegare la storia al di fuori di una scuola liceale e dentro un aula con alunni adolescenti presi avidamente da un’insegnante che tutti chiamano compagna. Un’ideologia spicciola e di convenienza per una donna che, forte del suo carisma politico (si fa per dire), sfrutta ogni minimo fastidio personale giocando con i lavori degli adulti.
Si entra in aula e si fa l’appello: la compagna MariaDrazdĕchováfa ciò che gli compete ma in più chiede ad ogni singolo allievo la professione dei genitori, La signora (vedova) appunta ogni minima cosa e con dovizia cerca di capire qualcosa in più oltre al lavoro. I servigi a lei fanno molto comodo: la spesa, la manutenzione della lavatrice, la buona amicizia piena di convenevoli e certamente il sano aiuto. Siamo nella Bratislava del 1983 e la professione della compagna va oltre il dovere (politico) per saper prendere anche il piacere (personale). Il posto di rilievo nel partito (di regime) e la buona disposizione a essere generosa con chi da contraccambio sono un piccolo toccasana per una donna severa e dispotica, gagliarda e ringhiosa.
Lo specchietto delle allodole per l’insegnante sono solo il suo 'salvataggio domestico' e il suo 'tornaconto privato'. Uso e riuso misero delle cose spicciole mentre l’ideologia è sempre fuori e ogni buon gioco servile per la causa si lascia dentro l’uscio di casa propria. Miserevole metafora di un partito rosso che cade rovinosamente e il suo potere è solo minimo e disdicevole. L’avanzata sociale e l’accondiscendere servile al regime è barlume spento: la professoressa inquadrata nei piedi da dietro col suo rumoreggiare delle scarpe con i tacchi (quasi con piglio da lezione moraleggiante) da il gusto a un contegno disilluso e un meschino appuntare fatti molto privati.
I carri armati di Praga e il retaggio del sessantotto sono il contraltare di un’educazione manipolante e, non solo in metafora, di voler accaparrarsi ogni piccola storia per compiacersi del giudizio di altri. Il voto dell’insegnante (come quello politico popolare) alza il tiro per mera comodità.
Il film che opera con una sincerità di fondo stenta a darci man forte per una visibilità a tutto tondo. Tutto chiaro ma il passare dei minuti rasenta la poca voglia di proseguire e quasi annoiarsi per quello che si vuole dire (tutto fila liscio o quasi anche perché lo schema doppio genitori-alunni toglie da subito ogni attesa). Racconto di parvenza dove le inquadrature sono reticenti e non vanno oltre, solo le scarpe con i tacchi che avanzano sono l’indice di un film che dovrebbe cominciare dove sta per finire. E sai già cosa potrebbe accadere.
Tutto didascalico, compitino ossequioso, nessuna forzatura, abito ben messo per mostrare il giusto. Tanto ‘Bratislava non crede alle lacrime’ (per meglio ricordare il filo rosso del film di Vladimir Men'šov del 1979) e chi ha il martello in mano domina la scena con miserevoli comandi. Firme e assemblee, adulti e adolescenti aspettano giusto vivere. Linguaggio inscenato, famiglie divise, padri nudi e ombre sulla meschina città. Una pellicola per nulla ansimante ma solo pittorica-mente (ar)rossa(ta) e quasi tenuamente esile.
Zuzana Maurery (Maria) riesce a reggere il personaggio senza strafare; regia di Jan Hrebejk ordinaria e senza guizzi.
Voto: 6+/10.
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gabriella
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sabato 3 febbraio 2018
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l'apparenza inganna
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In un liceo di Bratislava, arriva una nuova insegnante Maria Drazdèchovà, vedova di un funzionario del partito comunista. Siamo all'inizio degli anni 80, quando le crepe del muro di Berlino iniziavano a sgretolarsi. Donna dall'aspetto materno e apparentemente dolce, si informa subito di quali siano le attività lavorative svolte dai genitori degli studenti, con il subdolo scopo di ottenere favori e benefici, quali una piega ai capelli, il riparo di elettrodomestici e la spesa, oltre a servizi illegali , come far uscire merce dalla Russia per via aerea. L'insolita richiesta però è qualcosa di più che un tornaconto personale, chi si sottrae a ciò è severamente punito con brutti voti, note di demerito e vessazioni continue.
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In un liceo di Bratislava, arriva una nuova insegnante Maria Drazdèchovà, vedova di un funzionario del partito comunista. Siamo all'inizio degli anni 80, quando le crepe del muro di Berlino iniziavano a sgretolarsi. Donna dall'aspetto materno e apparentemente dolce, si informa subito di quali siano le attività lavorative svolte dai genitori degli studenti, con il subdolo scopo di ottenere favori e benefici, quali una piega ai capelli, il riparo di elettrodomestici e la spesa, oltre a servizi illegali , come far uscire merce dalla Russia per via aerea. L'insolita richiesta però è qualcosa di più che un tornaconto personale, chi si sottrae a ciò è severamente punito con brutti voti, note di demerito e vessazioni continue. A farne principalmente le spese è una dolce ragazzina dallo sguardo timido , Drakna, appassionata di ginnastica ritmica, il cui padre non intende assecondare le assurde richieste dell'insegnante; punita continuamente con voti insufficenti, non è abbastanza, l'insegnante arriva addirittura a farle credere di non essere dotata per lo studio e che la ginnastica la distoglie dalla concentrazione, esercitando su di lei pressioni molto forti che avranno conseguenze drammatiche, finchè una riunione dei genitori con la direttrice della scuola decreterà l'allontanamento dell'insegnante.
Il film ha i toni di una commedia stravagante, dallo sguardo ironico che alterna momenti divertenti , fino alla delicatezza dei problemi adolescenziali, la fragilità , il senso di inadeguatezza, ma più ancora l'amarezza del mondo adulto ( in questo caso i genitori), le varie estrazioni sociali cui appartengono, la divisione che si viene a creare durante la riunione che assume le sembianze di una vera e propria faida tra privliegiati ed emarginati.
Da dire che dinamiche come queste descritte nel film, non si discostano poi di molto dalla realtà odierna, quante volte si leggono sui giornali o si sente per tv di insegnanti che abusano del loro potere e lo esercitano sugli studenti? O di genitori sempre in competizione tra di loro, che non rispondono affatto a un'idea di società e di futuro per i figli? Per questo ritengo che il film ponga un quesito universale, il periodo storico, benchè importante, non è il tema di The teacher, è la rivalità che uccide, la manipolazione di chi dovrebbe plasmare e fortificare dei caratteri attraverso la fiducia, cosa che si guarda bene dal fare la famigerata insegnante, che non solo umilia i suoi alunni, ma confonde i genitori con i suoi modi affabili e affubolatori, spiazzanti, che si fa compiangere per la sua vedovanza e condivide un goccetto con loro con sottointesa complicità .
Grandiosa l'interpretazione di Zuzana Maurèry, una perfetta bad teacher che nessuno vorrebbe avere. L'immagine finale mi riporta alla frase di Tancredi nel "Gattopardo"di Visconti, " Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi"
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