tom87
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giovedì 26 maggio 2016
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un film interessante, ma non grande cinema
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Per raccontare i moti di “Stonewall”, che portarono alla nascita del movimento di liberazione gay, Emmerich ricorre ai modelli classici della narrazione cinematografica ma l’approccio è sbagliato e il risultato debole, banale, poco autentico.
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Per raccontare i moti di “Stonewall”, che portarono alla nascita del movimento di liberazione gay, Emmerich ricorre ai modelli classici della narrazione cinematografica ma l’approccio è sbagliato e il risultato debole, banale, poco autentico. Il registro adottato è a metà tra cronaca e finzione, e il dramma non scade quasi mai nella retorica ma tutto è descritto con superficialità, evitando la complessità del tema e i suoi nodi più problematici. La regia di Emmerich è più adatta all’intrattenimento dei disaster-movie piuttosto che ad opere di storia contemporanea, e la sceneggiatura dà più spazio alla love story adolescenziale che al contesto storico (spesso vago e didascalico). Interessante, ma povero di suggestioni. Un’occasione un po’ sprecata, purtroppo.
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ralphscott
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domenica 8 maggio 2016
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questo è grande cinema.
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Dissento dalla recensione di Marianna Cappi:è proprio sul piano emotivo che il film risulta più riuscito,senza nulla togliere al valore della ricostruzione storica. La vicenda personale del bel Denny coinvolge e commuove;un ragazzo scappato di casa,allo sbaraglio dalla vita provinciale nell'Indiana all'impegno in una NY dove si scrive la storia. La purezza del protagonista sorprende soprattutto nel momento in cui è funzionale ad una visione obiettiva dei moti che segneranno quel finire degli anni '60,di cui lui stesso è parte. Una visione lucida la sua,ma non per questo ostacolo ad un attivismo partecipe,tra ragazzi di strada un po' stereotipati,politici e forze dell'ordine.
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Dissento dalla recensione di Marianna Cappi:è proprio sul piano emotivo che il film risulta più riuscito,senza nulla togliere al valore della ricostruzione storica. La vicenda personale del bel Denny coinvolge e commuove;un ragazzo scappato di casa,allo sbaraglio dalla vita provinciale nell'Indiana all'impegno in una NY dove si scrive la storia. La purezza del protagonista sorprende soprattutto nel momento in cui è funzionale ad una visione obiettiva dei moti che segneranno quel finire degli anni '60,di cui lui stesso è parte. Una visione lucida la sua,ma non per questo ostacolo ad un attivismo partecipe,tra ragazzi di strada un po' stereotipati,politici e forze dell'ordine. La mano di un grande regista come Emmerich si vede tutta. Proprio bello.
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opidum
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martedì 17 febbraio 2015
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povero emmerich e povero bay
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vengono massacrati dalla critica per i loro film fracassoni.
poi quando fanno un flim diverso nessuno va a vederli.
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