elgatoloco
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mercoledì 11 settembre 2019
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decisamente efficace
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Questo telefilm, "Oliver's Deal"(2015, di Barney Elliott, produzione USA-Spagna-Perù)rende quella"sacra auri fames"legata all'industria petrolifera, che porta direttamente anche all'omicidio, qualora non siano rispettati i parametri di profitto previsti, qualora la"redditività"non ci sia. Su questo piano, dunque, ogni ricatto, ogni controversia anche personale(anche ddi carattere sentimentale e sessuale)diventa quid del contendere e porta quasi sempre all'omicidio e alla morte violenta. Il finale, con due personaggi(simbolicamente una coippia, quasi a raffigurare i progenitori di un"nuovo inizio")appare in parte come una forzatura(happy end non richesto)e in parte invece come un momento di speranza; valgono, in altri termini, i punti di vista dai quali si considera la questione.
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Questo telefilm, "Oliver's Deal"(2015, di Barney Elliott, produzione USA-Spagna-Perù)rende quella"sacra auri fames"legata all'industria petrolifera, che porta direttamente anche all'omicidio, qualora non siano rispettati i parametri di profitto previsti, qualora la"redditività"non ci sia. Su questo piano, dunque, ogni ricatto, ogni controversia anche personale(anche ddi carattere sentimentale e sessuale)diventa quid del contendere e porta quasi sempre all'omicidio e alla morte violenta. Il finale, con due personaggi(simbolicamente una coippia, quasi a raffigurare i progenitori di un"nuovo inizio")appare in parte come una forzatura(happy end non richesto)e in parte invece come un momento di speranza; valgono, in altri termini, i punti di vista dai quali si considera la questione. Punti di vista, si noti, che non si eslcudono a vicenda, ma possono tenersi insieme, venire considerati come"compossibili". Efficace la realizzazione, in parte gli/le interpreti, tra i/le quali si segnalano, oltre a Brooke Langton, Stephen Dorff, David Strathailm, ovviamente Carlos Bardem. Una volta tanto un film(telefilm, segnatamente)mostra, in modo conivincente e adeguato quanto si nasconde dietro le"magnifiche sorti e progressive"della globalizzazione e della cosiddetta"postmodernità", senza compiacimenti, falsi moralismi e/o convenzioni. El Gato
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elgatoloco
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mercoledì 20 maggio 2020
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notevole demistificazione capitalismo finanziario
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The Debt-Olive'r' s Deal"(2015, Barney Elliott)è un film che, a differenza di molti altri, ha il coraggio di affrontare sincertamente il problema di come i profitti si realizzano nel terzo mondo, segnatamente nel Perù ancora profondamente pastorale(più ancora che rurale). Decisamente, la tipizzazione dei personaggi(ocn Maria, infermiera che ha la madre in preda a un 'artorsi deformante terribile), con Florentino, pastore andino che non vuole vendere la sua terra alle multinazionali ,il giovane addetto alle vendite della muultinazionale Oliver, troppo"umanitario"per il ruolo che ricopre e invece Nathan, il suo"capo"che non transige) in un quadro nel quale la speculazione non conosce né regole né limiti, viene ad essere efficacissima, soprattutto per un pubblico, sia USA sia europeo(il film è una coproduziione USA, Espana-Perù)che non è abbastanza informato o meglio da anni viene disinformato a riguardo della reale portata delle conseguenze tragiche-non solo negative-dell'opera delle multinazionali e in genere delle deriva neoliberale del capitalismo, inteso anche e soprattutto(non solo, ma in particolare)finanziario.
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The Debt-Olive'r' s Deal"(2015, Barney Elliott)è un film che, a differenza di molti altri, ha il coraggio di affrontare sincertamente il problema di come i profitti si realizzano nel terzo mondo, segnatamente nel Perù ancora profondamente pastorale(più ancora che rurale). Decisamente, la tipizzazione dei personaggi(ocn Maria, infermiera che ha la madre in preda a un 'artorsi deformante terribile), con Florentino, pastore andino che non vuole vendere la sua terra alle multinazionali ,il giovane addetto alle vendite della muultinazionale Oliver, troppo"umanitario"per il ruolo che ricopre e invece Nathan, il suo"capo"che non transige) in un quadro nel quale la speculazione non conosce né regole né limiti, viene ad essere efficacissima, soprattutto per un pubblico, sia USA sia europeo(il film è una coproduziione USA, Espana-Perù)che non è abbastanza informato o meglio da anni viene disinformato a riguardo della reale portata delle conseguenze tragiche-non solo negative-dell'opera delle multinazionali e in genere delle deriva neoliberale del capitalismo, inteso anche e soprattutto(non solo, ma in particolare)finanziario. Tutto questo è reso con le vicende umane, dove gli/le interpreti sono bravissimi/e, con Maria, resa da Elsa Olivero, Amiel Cayo, che interpreta Florentino, Stehpen Dorff e David Strathaim, che sono rispettivamente Oliver e Nathan, come dire i due poli opposti di una dialetica complessa, contraddittoria ma anche sempreUpourtroppo)funaizonale alla distruzione di persone e realtà naturali. Bellissimi paesaggi, con i simpaticissimi Lama andini e non è un'esibizione turistica o meglio ad usum di probabili.possibili tursiti, ma la rappresentazione di una realtà che la vorace propensione all'incremento del profitto contriusice contnuamente non solo a mettere in pericolo ma mira decisamente a distruggere, La msuica, meglio il sound-track è adeguato a tendere non solo (cioò sarebbe banale)l'atmosfera, ma anche proprio in pieno la drammaturgia, che qui è presente e forte proprio nella caratterizzazione dialettica del tema forte del film. uno dei pochi film recneti che sappia affrotnare tematiche analoghe senza cedere al vittimismo pietistico(come dire: "Questi poveri capitalisti e speculatori"...)né alla retorica. El Gato
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