Go With Me |
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Un film di Daniel Alfredson.
Con Anthony Hopkins, Julia Stiles, Ray Liotta, Alexander Ludwig.
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Titolo originale Blackway.
Thriller,
Ratings: Kids+13,
durata 90 min.
- USA, Canada, Svezia 2015.
- Microcinema
uscita giovedì 13 ottobre 2016.
MYMONETRO
Go With Me
valutazione media:
2,92
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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"blackway"emozionantedi elgatolocoFeedback: 257582 | altri commenti e recensioni di elgatoloco |
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sabato 28 ottobre 2017 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Interessante, questo"Blackway"(noto anche come"Go with me"dal titolo del libro da cui è tratto)dove Daniel Alfredson, regista svedese, già famoso per film made in North Europe, riesce a trasporsi nel non meno freddo interstizio tra USA e Canada, con atmosfere fosche, "dark"e a tratti "gotiche"senza che, peraltro, nel film vi sia il minimo accenno(palese, almeno)di"fantastico"...dove naturalmente, bisogna ammetterlo, la fotografia aiuta e non poco, anzi a tratti è asoslutamente determinante. Film volutamente cupo, che però ci mostra una"deriva positiva"di ANthony Hopkins, passato da molti film come"Hannibal Lector"et similia a personaggio positivo, modello(per intenderci)"vecchio saggio". La trasformazione dell'ex-poliziotto Blackway(nomen omen)in"vilain", in personaggio perfido oltre che"terribile"e"nefasto"non è in realtà spiegata nella sua genesi, ma si puiò ragionevolm,ente supporre che, come il"Quinlan"di Orson Welles(in"Touch of Evil", in it."L'infernale Quinlan", 1958)il personaggio fosse malvagio da sempre....Interessante è invece seguire il processo che porta alla"risoluzione", ossia anche al finale, con una sorta di"viaggio"(un altro"blackway", in qualche modo...?)dei tre personaggi"positivi"per combattere il malvagio-emblema del male, vista anche la totale indifferenza/omertà/paura di coloro che sarebbero delegati a proteggere i cittadini, ossia della locale polizia. Tratti à la Stephen King?Diremmo di no, se non nella rappresentazione di un certo mondo"marginale", "ai confini dell'Impero", regionale o come lo si voglia chiamare. Da considerare ampiamente, come film, nella sua dialettica bene-male, ma non solo, tenendo cioè invece conto di tutte le altre variabili che intervengono... Di Hopkins si è detto, della sua"compiacenza"nel mostrarsi "altro"rispetto a come lo si conosceva, mentre rimane da dire di Ray Liotta, ottimo"vilain", appunto, con tutte le connotazioni quasi"diaboliche"che sa attribuire al personaggio, mentre Julia Stiles impersona una donna psicologicamente molto interessante, divisa tra forza e consapevolezza da un lato, instrinseca incapacità a difendersi dall'altro; Alexander Ludwig, poi, giovane collaboratore"in difficoltà"di Hopkins , rappresenta chi è in fase di "eterna"(o quasi)crescita.... El Gato
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