The Giver - Il mondo di Jonas |
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Un film di Phillip Noyce.
Con Meryl Streep, Jeff Bridges, Brenton Thwaites, Alexander Skarsgård.
continua»
Titolo originale The Giver.
Drammatico,
durata 97 min.
- USA 2014.
- Notorious Pictures
uscita giovedì 11 settembre 2014.
MYMONETRO
The Giver - Il mondo di Jonas
valutazione media:
2,50
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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orwell è lontano
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| sabato 12 settembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
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Orwell è lontano, in ogni senso: non conosco il romanzo di Lowry da cui il film "The Giver"di Noyce è tratto, ma ciò che risalta(e risulta)dal film è l'ossessione"gringa", id est nordamericana per un rischio autoritario, per ogni forma di società distopica o anti-utopica, dove tutto sia rigidamente"normato", "controllato", sorvegliato etc.Preoccupazione giusta e condivisibile, non fosse che per alcune palesi contraddizioni: negli USA molte persone credono all'efficacia del modello educativo"West Point", a quello che fa degli States "il gendarme del mondo"(sempre meno, dice qualcuno; forse è vero, ma non sempre...), à la Guantanamo... Certo che , a molti anni dalla caduta del"socialismo reale"e a molti di più dal crollo del nazifascismo, il pericolo non si presenta più a livello sociale e politico(con l'eccezione dell'ISIS, però), ma a livello di tecnocrazia, semmai. Ecco allora la tensione verso il recupero di emozioni e sentimenti(un po'confusi, invero, nel film), espresso a livello psicologicamente poco fondato, anzi sinceramente molto"vago", indistinto, indeterminato, anche per la volontà di intercettare soprattutto il mondo(diremo così, per comodità)post-adolescenziale, dove tipicamente "gringa"è anche la volontà di ribellione da parte del solo"eletto", ossia volontà peramente individualistica. Poca cosa anche il tentativo di contrapporre il bianco e nero del mondo"iper-normato"a quello a colori di emozioni e sentimenti: scontato, prevedibile, adatto a un pubblico poco acculturato, a livello filmico ma non solo. Tra gli interpreti, un po'legnosi, dove Meryl Streep sembra fin troppo interiorizzare il proprio ruolo di"dittattrice"(femminile improbabile di "dittatore"o neologismo di nuovo conio...), si salva solo Jeff bridges quale"Giver"... Musiche di routine, quelle di Marco Beltrami, poco consono a un film che si vorrebbe in qualche modo"di protesta". El Gato
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