flyanto
|
venerdì 5 febbraio 2016
|
la lotta di un uomo tra il marcio di new york
|
|
|
|
Come nei suoi precedenti "Margin Call" e "All is Lost" il regista J. C. Chandor anche nel suo ultimo "1981: Indagine a New York" ripropone la lunga e strenua lotta di un uomo colpito dalle avversità. Se in "Margin Call" però egli prendeva in esame l'ambiente finanziario ed in "All is Lost" quello più naturale del mare aperto in tempesta, qui Chandor pone il proprio personaggio di fronte agli attacchi della violenza urbana della città, appunto, di New York.
Oscar Isaac è un giovane imprenditore di successo nel campo dei trasporti del carburante e, grazie anche all'aiuto della bella ed ambiziosa moglie (Jessica Chastain), egli è riuscito a costruirsi un impero finanziario di una certa rilevanza che, ovviamente, viene da molti suoi concorrenti fortemente invidiato.
[+]
Come nei suoi precedenti "Margin Call" e "All is Lost" il regista J. C. Chandor anche nel suo ultimo "1981: Indagine a New York" ripropone la lunga e strenua lotta di un uomo colpito dalle avversità. Se in "Margin Call" però egli prendeva in esame l'ambiente finanziario ed in "All is Lost" quello più naturale del mare aperto in tempesta, qui Chandor pone il proprio personaggio di fronte agli attacchi della violenza urbana della città, appunto, di New York.
Oscar Isaac è un giovane imprenditore di successo nel campo dei trasporti del carburante e, grazie anche all'aiuto della bella ed ambiziosa moglie (Jessica Chastain), egli è riuscito a costruirsi un impero finanziario di una certa rilevanza che, ovviamente, viene da molti suoi concorrenti fortemente invidiato. Mentre sta per concludere l'acquisto di un importante terreno, egli comincia a subire una serie di violenti assalti agli autisti dei propri camions carichi di ingenti quantitativi di carburante che lo condurranno ad una seria crisi finanziaria nonchè a delle citazioni in tribunale da parte del Corpo dei Federali che sta indagando sulla sua persona ed attività. Non perdendosi d'animo e risoluto a voler arrivare a capire la fonte di tutte queste avversità, il protagonista riuscirà piano piano a superare questo periodo difficile ed a risolvere finalmente tutto, non senza però un dispendio di energie e di capitali non indifferente.
Ciò che rende pregevole questa pellicola è senza alcun dubbio la rappresentazione che Chander fa della società di New York nei primi anni '80. Pare, infatti, che l'anno 1981 sia stato per la Grande Mela effettivamente uno degli anni più spietati e difficili dal punto di vista della criminalità più o meno organizzata, della violenza di ogni sorta e della corruzione sempre più dilagante, ed il regista prontamente ne ritrae fedelmente e molto dettagliatamente l'anima generale, presentando anche gli ambienti ed i costumi dell'epoca in maniera quanto mai efficace e realistica. E tutto ciò, unito alla trama molto avvincente ed all'interpretazione pregevole sia di Isaac che della Chastain, non può che non consegnare allo spettatore un'opera di un certo valore che lo avvince e lo entusiasma.
Altamente consigliabile.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a flyanto »
[ - ] lascia un commento a flyanto »
|
|
d'accordo? |
|
vanessa zarastro
|
sabato 13 febbraio 2016
|
il sogno dell’onestà
|
|
|
|
“A Most Violent Year,” è il titolo originale di un film amaro, lento e inesorabile. Forse girato con un ritmo un po’ troppo lento.
Abel Morales (un ottimo Oscar Isaac) è un ex camionista di origine ispanica che ha sposato la figlia del capo mafioso (Jessica Chastain) e si è inserito nel traffico di compravendita di gasolio tra il Messico e gli Stati Uniti. Abel vuole comprare un grosso deposito in un’area dismessa, presumibilmente nel New Jersey, per avere maggiore autonomia nei trasporti e nel deposito: «Posso comprare d’estate quando il prezzo è più basso e rivendere durante l’inverno» spiega lo stesso Abel.
[+]
“A Most Violent Year,” è il titolo originale di un film amaro, lento e inesorabile. Forse girato con un ritmo un po’ troppo lento.
Abel Morales (un ottimo Oscar Isaac) è un ex camionista di origine ispanica che ha sposato la figlia del capo mafioso (Jessica Chastain) e si è inserito nel traffico di compravendita di gasolio tra il Messico e gli Stati Uniti. Abel vuole comprare un grosso deposito in un’area dismessa, presumibilmente nel New Jersey, per avere maggiore autonomia nei trasporti e nel deposito: «Posso comprare d’estate quando il prezzo è più basso e rivendere durante l’inverno» spiega lo stesso Abel. Ma i suoi concorrenti non lo lasciano in pace, Abel subisce continui furti di camion-cisterne e di carburante, i suoi autisti vengono picchiati violentemente. Siamo alle soglie di una guerra che Abel non vuole accettare perché sta cercando di uscire “pulito” e di fare affari legalmente nonostante la moglie ceda continuamente alla mentalità e allo “stile” della famiglia di origine.
Sembra ci sia un complotto contro Abel Morales perché, in contemporanea alle provocazioni dei gangsters, da due anni il procuratore distrettuale (David Oyelowo) gli sta addosso per trovare capi di accusa che lo incriminino e lo mettano fuori gioco. Abel resiste ancora nonostante tutto, riuscirà tra mille ostacoli a ottenere il suo deposito ma a qualcosa sarà costretto a rinunciare.
Il film ci mostra l’altra New York, quella rotta, sporca, con i vagoni dei treni fatiscenti e rovinati. Bella è la scena in cui Morales segue i rapinatori del suo camion in luoghi del tutto insospettati ai turisti della Big Apple. Il regista mostra di essere padrone del genere gangster ma lo reinterpreta con sobrietà quasi minimalismo. Le persone sono appena tratteggiate ma vestite in modo esemplare: cravatta a righe, rolex d’oro e colli larghi per lui, stivali e cappotto con le spallone per lei – siamo agli inizi degli anni ’80 e così voleva la moda - mentre il fido avvocato (Andrew Brooks) è l’unico vestito quasi da intellettuale europeo.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a vanessa zarastro »
[ - ] lascia un commento a vanessa zarastro »
|
|
d'accordo? |
|
luca1968
|
mercoledì 8 giugno 2016
|
noia mortale
|
|
|
|
Leggendo i commenti mi aspettavo un film quantomeno interessante. Invece il regista ha rovinato tutto. Raramente mi è capitato di vedere una regia così piatta, monocorde, lenta, con inquadrature bruttissime. La scelta di fare un "film d'altri tempi" non significa che il ritmo debba essere quello di un ospedale geriatrico. Anzi, i film d'altri tempi sembravano una ferrari in confronto a un monociclo. Mi chiedo dove sia la "mano sicura" e la padronanza del genere di cui parla il commento di mymovies. E la recitazione non è da meno. A un certo punto pensavo fosse copia del doppiaggio (davvero pessimo, in un paese come il nostro che produce da sempre grandissimi doppiatori) e ho provato a vederlo in lingua originale: non è cambiato nulla.
[+]
Leggendo i commenti mi aspettavo un film quantomeno interessante. Invece il regista ha rovinato tutto. Raramente mi è capitato di vedere una regia così piatta, monocorde, lenta, con inquadrature bruttissime. La scelta di fare un "film d'altri tempi" non significa che il ritmo debba essere quello di un ospedale geriatrico. Anzi, i film d'altri tempi sembravano una ferrari in confronto a un monociclo. Mi chiedo dove sia la "mano sicura" e la padronanza del genere di cui parla il commento di mymovies. E la recitazione non è da meno. A un certo punto pensavo fosse copia del doppiaggio (davvero pessimo, in un paese come il nostro che produce da sempre grandissimi doppiatori) e ho provato a vederlo in lingua originale: non è cambiato nulla. I toni piatti del doppiaggio sono assolutamente gli stessi delle voci originali. E devo dire che Oscar Isaac, che mi piaceva nei primi ruoli della sua carriera, con questo film e A proposito di Davis (altro mattone di pesantezza inenarrabile) è colato a picco ed è diventato una garanzia al contrario: d'ora in poi ci penserò su bene prima di andare a vedere un suo film (fortunatamente ho visto questo su sky e non ho buttato via i miei soldi al cinema o comprando il dvd, che avrei prontamente regalato o comunque buttato nella spazzatura). Si salva (raggiungendo comunque a malapena la sufficienza) solo una odiosa Jessica Chastain. Raramente mi spingo a fare commenti così negativi, ma questo per i miei gusti è davvero una porcheria
[-]
|
|
[+] lascia un commento a luca1968 »
[ - ] lascia un commento a luca1968 »
|
|
d'accordo? |
|
mencio
|
domenica 30 luglio 2017
|
non è un paese per persone oneste
|
|
|
|
Il film è ottimo. La sua lentezza è giustificata (chi ha detto che un film debba esser sempre scorrevole e veloce?). Sorge qualche perplessità sul protagonista: non è solo una persona onesta, è eroico nella sua onestà, un santo. Il personaggio però non ha lo spessore nè dell'eroe, nè del santo e la sua perseveranza oltre ogni limite manca di adeguata spiegazione. Guardando il film si ha infatti la sgradevole impressione che l'America sia un Paese di delinquenti, appoggiati dalla Giustizia e che la mafia sia pienamente giustificata e l'onestà una sorta di bizzarria. Solo questo mi impedisce di giudicare un capolavoro il film, che resta comunque di altissimo livello.
|
|
[+] lascia un commento a mencio »
[ - ] lascia un commento a mencio »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
lunedì 31 luglio 2017
|
a most violent year più che notevole
|
|
|
|
Questo"A most violent year"di Chandor(2014)si può intendere come riferito a un anno specifico(1981), nel quale la violenza gangsteristica esplode in modo violento-eclatante, ma anche come riferito a sempre, dove il capitalismo estremo(personalmente estenderei il concetto al capitalismo tout court, ma mi astengo da questa generalizzazione)la fa da padrone, costringendo gli imprenditori onesti a mezzi estremi oppure, come in questo caso, ad affermarsi con molte ddificoltà. finendo con l'apparire come una sorta di Don Quijote che si batte contro gli"squali", che però(a differenza che nel capolavoro di Cervantes)non sono mulini a vento... Che Oscar Isaac sia interprete straordinario, per la sua recitazione/interpretazione apparentemente "en souplesse"è vero, che sia contornato da altri/e interpreti di ottimo livello anche, ma ciò che fa la forza del film è la capacità di usare la vilolenza e i momenti di puro"thrilling"non a casaccio, ossia non come fini in sè, ma come al servizio non di un'argomentazione/tesi astratta, ma della rappresentazione, certo non documentaristica ma"fantastica", ossia filtrata dalla rappresentazione filmica(il"fantasma filmico", se si vuole, ma.
[+]
Questo"A most violent year"di Chandor(2014)si può intendere come riferito a un anno specifico(1981), nel quale la violenza gangsteristica esplode in modo violento-eclatante, ma anche come riferito a sempre, dove il capitalismo estremo(personalmente estenderei il concetto al capitalismo tout court, ma mi astengo da questa generalizzazione)la fa da padrone, costringendo gli imprenditori onesti a mezzi estremi oppure, come in questo caso, ad affermarsi con molte ddificoltà. finendo con l'apparire come una sorta di Don Quijote che si batte contro gli"squali", che però(a differenza che nel capolavoro di Cervantes)non sono mulini a vento... Che Oscar Isaac sia interprete straordinario, per la sua recitazione/interpretazione apparentemente "en souplesse"è vero, che sia contornato da altri/e interpreti di ottimo livello anche, ma ciò che fa la forza del film è la capacità di usare la vilolenza e i momenti di puro"thrilling"non a casaccio, ossia non come fini in sè, ma come al servizio non di un'argomentazione/tesi astratta, ma della rappresentazione, certo non documentaristica ma"fantastica", ossia filtrata dalla rappresentazione filmica(il"fantasma filmico", se si vuole, ma...) di una realtà che è ben più che solamente"inquietante",che sprizza violenmza da ogni poro, per esrpimere la cosa con un'immagine fin troppo colorita-e lo stile che veicola tale esplosione(anzi soprattutto implosione)di violenza è dimesso, dove ogni minaccia(penso all'incidente stradale con il cervo ferito e la sequenza successiva, dove è la moglie dell'uomo-imprenditore protagonsita a finirlo, quasi ad affermare una volontà di dominio-di prelazione rispetto al marito, in quel momento considerato"imbelle", incapace, con l'equivoco per cui invece l'incidente portrebbe essere scambiato per un'aggressione, almeno inizialmente). Una scelta intelligente, anche servendosi di una fotografia che rifiuta i colori, anzi meglio le tonalità di colore"gridate", forti, per servirsi dei"mezzi toni", delle tonalità grigie, per nulla"gridate", appunto. In complesso un'opera importante, di quelle che farebbe piacere vedere maggiormente, in un panorama filmico basato invece su quanto è solamente"spettacolare"e"grida"..., quasi una rivendicazione di quella maniera di fare cinema che sembra dimessa ma invece veicola moltissimo... El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
elgatoloco
|
mercoledì 19 agosto 2020
|
molto efficace, ma forse non per tutti...
|
|
|
|
"A Most violent Year"(J.C.Chandor, anche autore dii soggetto e sceneggiatura, 2014)è un film che si può valutare in base alla proprie aspettative: se ci si aspetta un thriller violento e al"fulmicotone", forse si rimane delusi/e(c'è anche violenza e ci sono effetti"improvvisi", ma non è il nocciolo del film, certo), se invece si riflette sul titolo originale e non su quello, insignificante, proposto al distribuore italiano, si valterà con maggiore attenzione e competenza, pensando che in effetti il 1981 è un anno particolarmente violento negli States e soprattutto nelle metropoli, che è l'anno di esordio della presidenza di Ronald Reagan, con tutto quanto segue, che.
[+]
"A Most violent Year"(J.C.Chandor, anche autore dii soggetto e sceneggiatura, 2014)è un film che si può valutare in base alla proprie aspettative: se ci si aspetta un thriller violento e al"fulmicotone", forse si rimane delusi/e(c'è anche violenza e ci sono effetti"improvvisi", ma non è il nocciolo del film, certo), se invece si riflette sul titolo originale e non su quello, insignificante, proposto al distribuore italiano, si valterà con maggiore attenzione e competenza, pensando che in effetti il 1981 è un anno particolarmente violento negli States e soprattutto nelle metropoli, che è l'anno di esordio della presidenza di Ronald Reagan, con tutto quanto segue, che... e via dicendo. Le contraddizioni di una grande città non in un affresco"epico", ossia focalizzato su situazioni diverse, ma invece"lirico", che mostra come un medio imprenditore, immigrato ri origini latinoamericane , attivo nel settore delle distribuzione di petrolio, per colpa di avvversari spietati, della concorrenza, di una moglie avida(figlia tra l'altro, come detto esplicitamente nel film, di un mafioso di Brooklyn)che lo deruba, del sistema bancario, di un ispettore alle imposte(ricordiamo che negli States Al Capone fu "preso"originariamente solo per evasione fiscale...)forse più "bieco"che onesto, di varie circostanze, possa arrivare quasi alla rovina... Alcune situazioni terribili, come quando un suo dipendente, quasi nel finale, si suicida davanti ai suoi occhi, coinvolgono particolarmente, ma di per sè non è un film"violento", ossia volutamente tale-una conferma del fatto che il"fantasma filmico"agisce anche in virtù delle aspettative di chi guarda il film e proietta propri fantasmi sullo schermo... Oscar Isaac e Jessica Chastain sono due protagonisti credibili, gli altri comprimari di notevole livello. El Gato
[-]
|
|
[+] lascia un commento a elgatoloco »
[ - ] lascia un commento a elgatoloco »
|
|
d'accordo? |
|
stefano pariani
|
venerdì 4 marzo 2016
|
una gelida new york tra corruzione e violenza
|
|
|
|
Abel Morales (Oscar Isaac), un immigrato che ha fatto fortuna in America, ha una bella moglie, Anna (Jessica Chastain), una bella casa, una bella famiglia con bambine ed un proficuo lavoro nel settore del trasporto e distribuzione del petrolio. Ora sta per concludere un importante affare con l’acquisto di una vasta area di deposito, ma una serie di concorrenti lo ostacolano derubando i tir e i suoi conducenti e per di più un detective gli sta alle costole indagando su presunte irregolarità.
Pur vedendo la corruzione, i soprusi e le pressioni che gravitano attorno a lui, Abel sceglie di non agire con violenza o con altrettanta illegalità. Anche nell’ambito famigliare cerca di mantenere un equilibrio quando si creano contrasti con la moglie, che forse sarebbe disposta a scendere a qualche compromesso o ad occultare prove eventualmente rischiose.
[+]
Abel Morales (Oscar Isaac), un immigrato che ha fatto fortuna in America, ha una bella moglie, Anna (Jessica Chastain), una bella casa, una bella famiglia con bambine ed un proficuo lavoro nel settore del trasporto e distribuzione del petrolio. Ora sta per concludere un importante affare con l’acquisto di una vasta area di deposito, ma una serie di concorrenti lo ostacolano derubando i tir e i suoi conducenti e per di più un detective gli sta alle costole indagando su presunte irregolarità.
Pur vedendo la corruzione, i soprusi e le pressioni che gravitano attorno a lui, Abel sceglie di non agire con violenza o con altrettanta illegalità. Anche nell’ambito famigliare cerca di mantenere un equilibrio quando si creano contrasti con la moglie, che forse sarebbe disposta a scendere a qualche compromesso o ad occultare prove eventualmente rischiose. La sua è la lotta dell’uomo solo contro tutti, di chi vuole contrapporre la propria integrità e rettitudine alla spietatezza di un mondo subdolo e contaminato. Abel comprende, valuta ed è pronto anche a ricevere i colpi della sorte, in attesa del momento giusto per agire e forse colpire a sua volta.
Il film è condotto con mano sicura, procede con lentezza ed ha una regia tradizionale, sorretta da ottimi dialoghi, interpreti perfetti e da un’atmosfera volutamente dimessa. Sullo sfondo una New York gelida come l’inverno in cui il film è ambientato, nell’anno statisticamente più drammatico quanto a violenza nella storia della Grande Mela. Sembra di essere dalle parti di certi film di Sidney Lumet o di James Gray (“The Yards” e “I padroni della notte” su tutti) per le tematiche legate alla giustizia, alla corruzione cittadina e all’individuo diviso tra il suo microcosmo famigliare ed il macrocosmo esterno.
Nonostante non fossero stati scelti per primi (inizialmente le parti furono offerte a Javier Bardem e Charlize Theron), funzionano perfettamente i due protagonisti: Oscar Isaac recita in modo equilibrato ed incarna in modo credibile l’uomo integro ma dallo sguardo costantemente inquieto, mentre Jessica Chastain si conferma tra le migliori attrici in circolazione, divisa tra il ruolo della madre che protegge l’equilibrio e la facciata borghese della famiglia e quello della moglie che comprende ma fatica a giustificare la morale del marito. Meritata la candidatura ai Golden Globe 2015 come miglior attrice non protagonista.
“1981: indagine a New York”, titolo un po’ vecchio stile e meno efficace dell’originale “A most violent year”, è un film di nicchia e dalla struttura solida, avvincente nei dialoghi e limpido nel tratteggiare caratteri e una certa cupa atmosfera, che tende a sfatare, tra le altre cose, il mito del sogno americano. Non ci aspetti sparatorie, inseguimenti e colpi di scena, né tanto meno indagini a sfondo thriller, perché il film è ben altro. Arrivato da noi con due anni di ritardo grazie ad una distribuzione coraggiosa, è una pellicola da scoprire e apprezzare come antidoto a tanta cinematografia usa e getta che invade le nostre sale.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a stefano pariani »
[ - ] lascia un commento a stefano pariani »
|
|
d'accordo? |
|
plz
|
lunedì 26 luglio 2021
|
noiosetto ma non scontato
|
|
|
|
Un film piuttosto piatto, parte molto bene, con un inizio decisamente intrignte, ma poi trscende nel troppo politicamente corretto.
Lui troppo buono, quache eccatoccio dovrà pur averlo.
Bellissima la scena della pistola in mano alla bambina, un vero colpo di scena, uno dei pochi.
Bello il finale anche se... Non spoilero.
Ma il finale riscatta l'ultima mezz'ora di nioa intensa, che arriva dopo un film con un unico vero colpo di scena già citato.
Sinceramente ci ho visto troppe citazioni di altre opere per dire che sia originale, ma la location a New York è più che degna.
Recitazione piatta coerente col film.
|
|
[+] lascia un commento a plz »
[ - ] lascia un commento a plz »
|
|
d'accordo? |
|
plz
|
lunedì 26 luglio 2021
|
noiosetto ma non scontato
|
|
|
|
Un film piuttosto piatto, parte molto bene, con un inizio decisamente intrignte, ma poi trscende nel troppo politicamente corretto.
Lui troppo buono, quache eccatoccio dovrà pur averlo.
Bellissima la scena della pistola in mano alla bambina, un vero colpo di scena, uno dei pochi.
Bello il finale anche se... Non spoilero.
Ma il finale riscatta l'ultima mezz'ora di nioa intensa, che arriva dopo un film con un unico vero colpo di scena già citato.
Sinceramente ci ho visto troppe citazioni di altre opere per dire che sia originale, ma la location a New York è più che degna.
Recitazione piatta coerente col film.
|
|
[+] lascia un commento a plz »
[ - ] lascia un commento a plz »
|
|
d'accordo? |
|
felicity
|
giovedì 29 dicembre 2022
|
capitalismo, la violenza, il potere
|
|
|
|
Il segreto di A most violent year è tutto nella postura e nell’attitudine con cui gli interpreti caricano le minuzie di Chandor di spessore contemplativo.
È un esercizio che può infastidire gli spettatori meno inclini a questo tipo di sfalsamento tra l’apparente superficialità e un’obliqua indeterminata profondità. Certamente c’è un certo gusto formalistico, una sorta di virtuosismo del banale in cui Chandor evidentemente si diverte: un film su un venditore di oli combustibili per riscaldamento, minacciato dai concorrenti, che vuole difendere l’azienda senza commettere reati.
Chandor raggiunge il suo scopo grazie all'equilibrio tra scrittura, atmosfera, interpretazioni.
[+]
Il segreto di A most violent year è tutto nella postura e nell’attitudine con cui gli interpreti caricano le minuzie di Chandor di spessore contemplativo.
È un esercizio che può infastidire gli spettatori meno inclini a questo tipo di sfalsamento tra l’apparente superficialità e un’obliqua indeterminata profondità. Certamente c’è un certo gusto formalistico, una sorta di virtuosismo del banale in cui Chandor evidentemente si diverte: un film su un venditore di oli combustibili per riscaldamento, minacciato dai concorrenti, che vuole difendere l’azienda senza commettere reati.
Chandor raggiunge il suo scopo grazie all'equilibrio tra scrittura, atmosfera, interpretazioni. La combinazione tra una sceneggiatura controllatissima e asciutta, lo sfondo di una New York periferica e minacciosa e l’equazione sottile tra capitalismo e criminalità, rimandano a James Gray, Sidney Lumet e Francis Coppola.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a felicity »
[ - ] lascia un commento a felicity »
|
|
d'accordo? |
|
|