ultimoboyscout
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mercoledì 28 maggio 2014
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alla (ri)conquista della propria casa!
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C'era una volta un operaio con una bella famiglia e un appartamento in periferia conquistato col sudore della fronte. Un bel giorno, di ritorno dalla comunione del figlio, l'abitazione lui e la sua famiglia la trovano occupata da estranei. Questa è, purtroppo, una storia che si ripete spesso nei palazzoni popolari delle nostre città, una storia tanto assurda quanto vera, che da inizio a una guerra epocale e tragicomica tra poveri, i nuovi poveri alla riconquista di un diritto inalienabile ma apparentemente effimero come quello che sembra essere la casa. Tratto dalla pièce teatrale "Agostino" di Massimiliano Bruno, è una commedia estremamente contemporanea che unisce la crisi economica sempre più presente a un afavola nera, cercando di mantenere i toni leggeri e ironici.
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C'era una volta un operaio con una bella famiglia e un appartamento in periferia conquistato col sudore della fronte. Un bel giorno, di ritorno dalla comunione del figlio, l'abitazione lui e la sua famiglia la trovano occupata da estranei. Questa è, purtroppo, una storia che si ripete spesso nei palazzoni popolari delle nostre città, una storia tanto assurda quanto vera, che da inizio a una guerra epocale e tragicomica tra poveri, i nuovi poveri alla riconquista di un diritto inalienabile ma apparentemente effimero come quello che sembra essere la casa. Tratto dalla pièce teatrale "Agostino" di Massimiliano Bruno, è una commedia estremamente contemporanea che unisce la crisi economica sempre più presente a un afavola nera, cercando di mantenere i toni leggeri e ironici. Opera prima di Rolando Ravello che affronta un tema scomodo con leggerezza ma senza mezzi termini, denunciando soprusi e ingiustizie con garbo. Tutto sicuramente giusto, anzi sacrosanto, ma la denuncia si trasforma nel limite del film, l'atto d'accusa lo rallenta e gli toglie fiato, azione e in parte anche ritmo. Pellicola largamente imperfetta ma tutto sommato godibile con qualcosa di struggente, una commedia reale che usa i modelli della commedia con una certa parsimonia, limita all'indispensabile la comicità anche perchè da ridere ci sarebbe ben poco. Più paradossale che divertente quindi, più che ridere si sorride ed è sempre amaro, regia e scrittura lasciano un pò a desiderare ma Ravello si dimostra artista intelligente e capace non solo come interprete ma anche come regista, indubbiamente migliorabile. Se proprio si vuole ridere di cuore, basta godersi le uscite del nonno Stefano Altieri, la sua naturale sboccatezza è l'unica vera nota di colore del film.
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alejazz
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martedì 15 gennaio 2019
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ravello regista esordisce con l'attualità
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L’esordio di Rolando Ravello come regista comincia con questo film in cui mette in rilievo i problemi delle occupazioni abusive nelle case popolari, un fenomeno che non conosce territorialità ma purtroppo diffuso in ogni parte d’Italia, anche a Roma.
E’ domenica, giorno della prima comunione di Andrea, secondogenito di Agostino (Rolando Ravello). Ascoltata la messa e partecipi al momento religioso, la famiglia di Agostino e quella della sorella moglie di Sergio (Marco Giallini) e migliore amico di Agostino sono pronti a festeggiare a casa.
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L’esordio di Rolando Ravello come regista comincia con questo film in cui mette in rilievo i problemi delle occupazioni abusive nelle case popolari, un fenomeno che non conosce territorialità ma purtroppo diffuso in ogni parte d’Italia, anche a Roma.
E’ domenica, giorno della prima comunione di Andrea, secondogenito di Agostino (Rolando Ravello). Ascoltata la messa e partecipi al momento religioso, la famiglia di Agostino e quella della sorella moglie di Sergio (Marco Giallini) e migliore amico di Agostino sono pronti a festeggiare a casa. Purtroppo però scoprono che la loro casa è stata occupata in pochissimo tempo e il nuovo inquilino non ha proprio idea di cederla.
Comincia così la guerra di tutti contro tutti; ognuno chiuso nel proprio orticello si guarda attorno per non perdere la propria posizione. Purtroppo Agostino capisce che si trova in una situazione molto antipatica dove nemmeno l’agente di polizia può aiutarlo essendo tutto al nero e abusivo. La sua tenacia di non ha limiti e dopo falliti tentativi di convivenza con i familiari decide di occupare il pianerottolo.
Riuscirà Agostino a farsi valere e a riottenere la propria casa? In un certo senso sì, ma grosso colpo gobbo sul finale.
Ravello porta sul grande schermo una tematica da non trascurare. Il film di perse scorre molto velocemente, in modo spensierato e stile commedia all’italiana. Sembrerebbe banale e amorfo di significato ma in realtà il film sembra riuscito.
Buona anche la contrapposizione di stile e carattere tra i due cognati (Ravello e Giallini): il primo serio e sobrio cercando di mantenere una dignità e classe, il secondo più ribelle e disinvolto.
Bene anche la scelta di introdurre Stefano Altieri (del ruolo del nonno) perché, sebbene la sua interpretazione non sia impegnativa, aiuta a distendere i nervi e a regalare qualche attimo di ilarità.
Cosa mi è piaciuto:
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tema di attualità affrontato
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buona la coppia Giallini-Ravello
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Presenza di Altieri essenziale per non appesantire troppo il film
Cosa non mi è piaciuto:
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Il film poteva mantenere un tono leggero ma la scena del litigio violento tra Agostino e Macchiusi sembra una voce fuori dal coro per come sembra impostato il film.
Consigliata la visione a tutti
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flyanto
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lunedì 4 marzo 2013
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quando non ci si ritrova più un tetto sotto cui ri
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Primo film diretto dall'attore Claudio Ravello, qui anche interprete, in cui viene rappresentato il serio problema dell'occupazione abusiva degli appartenenti. In questa pellicola la famiglia di Ravello, composta dalla moglie, interpretata da Kasia Smutniak, e dai due figli, una volta tornata a casa dopo la funzione in Chiesa della prima Comunione del figlio minore non riesce più ad entrare nella propria abitazione in quanto abusivamente occupata a sorpresa da una famiglia di napoletani. Ogni componente della famiglia, con l'aiuto anche di alcuni parenti stretti, tenterà di risolvere il problema in numerosi modi, peraltro infruttuosi, finchè alla fine il geniale piano escogitato al fine di cacciare di casa gli inquilini abusivi si dimostrerà avere finalmente successo ma.
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Primo film diretto dall'attore Claudio Ravello, qui anche interprete, in cui viene rappresentato il serio problema dell'occupazione abusiva degli appartenenti. In questa pellicola la famiglia di Ravello, composta dalla moglie, interpretata da Kasia Smutniak, e dai due figli, una volta tornata a casa dopo la funzione in Chiesa della prima Comunione del figlio minore non riesce più ad entrare nella propria abitazione in quanto abusivamente occupata a sorpresa da una famiglia di napoletani. Ogni componente della famiglia, con l'aiuto anche di alcuni parenti stretti, tenterà di risolvere il problema in numerosi modi, peraltro infruttuosi, finchè alla fine il geniale piano escogitato al fine di cacciare di casa gli inquilini abusivi si dimostrerà avere finalmente successo ma....non privo di un finale del tutto a sorpresa. Ben girato con uno stile asciutto e conciso, con momenti anche di intelligente comicità, il film però è da considerarsi tutt'altro che divertente a causa, appunto, del tema trattato, pesante e seriamente problematico, che rappresenta purtroppo una cruda e quanto mai vera realtà che si può manifestare nel corso dell'esistenza di molti individui. E pertanto vengono qui analizzate e rappresentate anche tutte le conseguenze negative, per non dire addirittura nefaste, che una tale cupa realtà può causare all'interno delle varie dinamiche familiari e pure sociali, mettendo in risalto la perdita od il rischio di perdere persino la propria dignità umana. Bravi ed in sintonia tutti gli attori, da Claudio Ravello, a Kasia Smutniak, a Marco Giallino che, in un insieme corale portano avanti la propria dura battaglia di riconquista generale. In conclusione, affermerei, un film piuttosto di nicchia che sarebbe un peccato perdere.
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renato volpone
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venerdì 1 marzo 2013
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il sogno di un bambino
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Il ritratto triste della società, quello che non compare sui giornali o in televisione, ma con cui molte famiglie devono fare i conti: le case occupate, gli espedienti per sopravvivere, le abitazioni sovraffollate. Un mondo fatto di furbizia e ingenuità dove tutti si approfittano di tutti, dove la solidarietà è dietro le porte chiuse e l'elemosina di un aiuto arriva di nascosto. Un film che fa male, nonostante qualche risata, un film che asciuga anche le lacrime perché è drammaticamente reale. Una storia che urta i nervi per quanto può sembrare inverosimile, ma ci si rende conto ben presto che non siamo lontani dalla quotidianità della grande città, che di fronte alla sfrontata ricchezza c'è un imperante povertà di ritorno, che il disagio di una crisi sempre più pressante sovrasta e distrugge famiglie, che i giovani sono senza speranza e che il sogno di un bambino è quello di una casa e di una famiglia unita.
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Il ritratto triste della società, quello che non compare sui giornali o in televisione, ma con cui molte famiglie devono fare i conti: le case occupate, gli espedienti per sopravvivere, le abitazioni sovraffollate. Un mondo fatto di furbizia e ingenuità dove tutti si approfittano di tutti, dove la solidarietà è dietro le porte chiuse e l'elemosina di un aiuto arriva di nascosto. Un film che fa male, nonostante qualche risata, un film che asciuga anche le lacrime perché è drammaticamente reale. Una storia che urta i nervi per quanto può sembrare inverosimile, ma ci si rende conto ben presto che non siamo lontani dalla quotidianità della grande città, che di fronte alla sfrontata ricchezza c'è un imperante povertà di ritorno, che il disagio di una crisi sempre più pressante sovrasta e distrugge famiglie, che i giovani sono senza speranza e che il sogno di un bambino è quello di una casa e di una famiglia unita. Ben recitato, sia nel lato comico che in quello drammatico, calibrato al punto giusto tra risata e serietà, violento dentro è un film da vedere per pensare, riflettere e capire che la società è malata e a volte un gesto di solidarietà può più di mille parole.
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