idolhorse
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sabato 27 ottobre 2012
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"regia e cast salvano the possession"
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Clyde e Stephanie (Jeffrey Dean Morgan e Kyra Sedgwick) cercano dopo il divorzio di costruirsi una nuova vita, il primo gettandosi nell'attività lavorativa e la seconda affiancandosi a un nuovo compagno.
Le giovani figlie Em e Hanna (Natasha Calis e Madison Davenport) che mal sopportano questa situazione trascorrono ogni week end in compagnia del padre.
Un pomeriggio Em rimane affascinata in maniera particolare da uno scrigno di legno che trova su una bancarella di un venditore lungo il ciglio della strada, e Clayde spinto dall'insistenza della bambina acconsente a acquistare il misterioso oggetto.
Da qui in poi l'influenza che la scatola acquisterà su Em sarà sempre più radicata e malvagia e una volta che la fanciulla innocente aprirà la scatola, l'entità maligna che vi è racchiusa trasfomerà la vita di questa famiglia in un vero incubo.
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Clyde e Stephanie (Jeffrey Dean Morgan e Kyra Sedgwick) cercano dopo il divorzio di costruirsi una nuova vita, il primo gettandosi nell'attività lavorativa e la seconda affiancandosi a un nuovo compagno.
Le giovani figlie Em e Hanna (Natasha Calis e Madison Davenport) che mal sopportano questa situazione trascorrono ogni week end in compagnia del padre.
Un pomeriggio Em rimane affascinata in maniera particolare da uno scrigno di legno che trova su una bancarella di un venditore lungo il ciglio della strada, e Clayde spinto dall'insistenza della bambina acconsente a acquistare il misterioso oggetto.
Da qui in poi l'influenza che la scatola acquisterà su Em sarà sempre più radicata e malvagia e una volta che la fanciulla innocente aprirà la scatola, l'entità maligna che vi è racchiusa trasfomerà la vita di questa famiglia in un vero incubo.
The possession appartiene al fiorente filone esorcistico, tuttavia non riesce a staccarsi dal retaggio che lo tiene incatento ai clichè tipici di questo genere.
L'avvento del maligno, lo sgomento iniziale, la possessione vera e propria, l'esorcismoda parte del rabbino e la disperazione dei genitori, in particolare del padre il primo a accorgersi della realtà dei fatti e che sarà costretto a cercare una soluzione da solo, sono infatti tutte tematica e sequenze sceniche tipiche della maggior parte dei film demoniaci, e proprio da questo punto di vista "The Possession" non è per nulla originale salvo forse per il fatto di incentrare la vicenda sulla religione ebraica anzichè su quella cattolica.
Anche il finale che vorrebbere essere a sorpresa appare in realtà scontato e quasi superfluo.
A elevare questo film al di sopra di molti suoi simili è sicuramente un cast ottimo, in particolare Jeffrey Dean Morgan nel ruolo di Clyde dona al pubblico una performance veramente di primo livello.
La regia è competente e propone agli spettatori sequenze da vero film horror, in particolare la scena iniziale (forse la migliore), quella della camera invasa dalle falene, e quella in cui la madre si rende conto del male che afflige la povera Em.
L'ambientazione è sapientemente cupa e verte sulle tonalità del girgio e del nero donando alla scena un alone di ansia e di insicurezza.
Senza aspettarsi alcuna rivoluzione del genere, ne stavolgimenti dal punto di vista tematico rispetto agli alti film demoniaci, "The Possession" merita sicuramente la visione.
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gianleo67
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sabato 24 novembre 2012
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jewish exorcism
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La figlia minore di un allenatore di basket in rotta con la moglie, rienviene in un mercatino dell'usato, una misteriosa scatola intarsiata senza serratura e la cui apertura sarà origine di sventure e di una subdola possessione demoniaca. La questione che lo spettatore medio si pone in questi casi è cosa vi possa essere di originale in una ennesima trasposizione filmica del mito (tra religione e morbosità horror) inaugurato quasi quarant'anni fa dal talento visionario di William Friedkin. La risposta più che l'incauto avventore della multisala, è furbescamente anticipata da uno script che cerca di mischiare le carte in tavola, sfornando (al netto della solfa della 'true story') una pietanza in cui gli ingredienti principali sono adulterati da un banale artificio anti-retorico: il demone è femmina e l'esorcista ebraico.
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La figlia minore di un allenatore di basket in rotta con la moglie, rienviene in un mercatino dell'usato, una misteriosa scatola intarsiata senza serratura e la cui apertura sarà origine di sventure e di una subdola possessione demoniaca. La questione che lo spettatore medio si pone in questi casi è cosa vi possa essere di originale in una ennesima trasposizione filmica del mito (tra religione e morbosità horror) inaugurato quasi quarant'anni fa dal talento visionario di William Friedkin. La risposta più che l'incauto avventore della multisala, è furbescamente anticipata da uno script che cerca di mischiare le carte in tavola, sfornando (al netto della solfa della 'true story') una pietanza in cui gli ingredienti principali sono adulterati da un banale artificio anti-retorico: il demone è femmina e l'esorcista ebraico. Queste per la vertità, sono le uniche novità di un thriller-horror che parte da una discreta preparazione della suspence nella parte iniziale (con una apprezzabile fotografia in grado di ricreare la lugubre atmosfera di una minaccia incombente), si sviluppa (tra una manifestazione di telecinesi e i segni oscuri di un triste presagio) nella stanca dicotomia tra l'approccio razionale della scienza (con la risonanza magnetica al posto delle usuali TAC o PET) e l'affidamento alle pratiche esorcistiche (esoteriche) di un giovane e coraggioso rabbino anticonformista (controcorrente), per poi esaurirsi in un finale precipitoso con tanto di happy end (happy family) da manuale hollywoodiano standard. La regia è affidata all'autore del discreto Nightwatch - Il guardiano di notte (1997) che garantisce la 'correttezza' di una confezione con diversi passaggi a vuoto e momenti di ridicolo involontario (la nemesi del dentista rovinafamiglie che finisce sdentato da un refolo infernale) e che dirige con diligenza una compagine di caratteristi semisconosciuti (a parte forse il taurino attore di fiction Jeffrey Dean Morgan). L'etichetta del maestro Raimi è il solito specchietto per le allodole con scarsi esiti al box office. Apprendiamo con una certa sorpresa che 'Il Diavolo fa le scatole ma non le serrature'. Diabolico.
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ashtray_bliss
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sabato 27 ottobre 2012
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rispetta i canoni del genere senza mai decollare.
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"The Possession" di Sam Raimi, rappresenta il tipico prodotto commerciale che a distanza di qualche tempo ci viene riproposto sullo schermo. Trattare ormai di demoni e spiriti maligni sembra essere una carta sempre vincente per i produttori cinematografici e i registi. Anche se purtroppo le idee innovative e originali iniziano ad essere scarse perche' tutti i luoghi comuni (o meno) del filone sono stati visitati. Siamo partiti da un ottimo horror come l'Esorcista, la pietra miliare del genere ma contemporaneamente un sui generis, per poi progressivamente assistere a ondate di film su bambini satanici o posseduti dalle forze del male. Negli ultimi dieci anni, abbiamo poi assistito ad un numero strabiliante di film i quali trattavano piu' o meno nello stesso modo l'argomento della possessione demoniaca, specialmente nei bambini : Godsend, L'esorcismo di Emily Rose, Omen, Joshua, Case 39, Il respiro del Diavolo- solo per citare alcuni dei piu' commerciali.
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"The Possession" di Sam Raimi, rappresenta il tipico prodotto commerciale che a distanza di qualche tempo ci viene riproposto sullo schermo. Trattare ormai di demoni e spiriti maligni sembra essere una carta sempre vincente per i produttori cinematografici e i registi. Anche se purtroppo le idee innovative e originali iniziano ad essere scarse perche' tutti i luoghi comuni (o meno) del filone sono stati visitati. Siamo partiti da un ottimo horror come l'Esorcista, la pietra miliare del genere ma contemporaneamente un sui generis, per poi progressivamente assistere a ondate di film su bambini satanici o posseduti dalle forze del male. Negli ultimi dieci anni, abbiamo poi assistito ad un numero strabiliante di film i quali trattavano piu' o meno nello stesso modo l'argomento della possessione demoniaca, specialmente nei bambini : Godsend, L'esorcismo di Emily Rose, Omen, Joshua, Case 39, Il respiro del Diavolo- solo per citare alcuni dei piu' commerciali. Tutti questi film si sono aggiunti al filone del genere horror senza mai aggiungere o togliere nulla a quanto non si fosse gia visto nei precedenti.
L'ultimo ad aggiungersi a questo filone e' The Possession di Sam Raimi. Il film ha un pregio notevole; la sua cortezza. Purtroppo pero' nonostante sia (fortunatamente) corto risulta comunque lento e a tratti noioso. La vera 'azione' inizia a meta' circa del film dopo i primi 40 minuti. Nella prima parte, senza colpi di scena eccetto la sequenza iniziale del film, lo spettatore conosce i protagonisti principali: un padre divorziato, Clyde, e le sue figlie pre-adolescenti, Anna e Emily, le quali le vede solo nel weekend e le porta nella sua nuova casa, una villetta residenziale poco fuori citta'. Un giorno Emily trova in una piccola fiera dell'usato una scatola, antica e misteriosa, che la attrae in modo inesplicabile. La scatola porta delle iscrizioni in ebraico ed e' apparentemente impossibile da aprire. Ma piu' passa il tempo piu' Emily mostrera' una vera e' propria ossessione verso la scatola la quale diventa per lei un oggetto inseparabile in qualsiasi circostanza:a scuola, a letto, ovunque lei sia e' ossessionata dal pensiero della scatola.
I genitori, in primis il padre, inizieranno a notare questo strano cambiamento nel comportamento della figlia Em e quindi Clyde inizia a indagare su questa misteriosa scatola: ne risuletera' che si tratta di una scatola molto particolare, contenente uno spirito cattivo, un demone che nella tradizione popolare ebraica viene chiamato dybbuk. Da li' a breve si constatera' che la piccola Em e' ormai totalmente posseduta da un demone femminile (!) che pian piano le ruba l'anima e la vita. Clyde si reca dunque nel quartiere ebraico dove trovera solo un giovane e promettente rabbino disposto ad aiutarlo nel praticare un pericoloso esorcismo.
L'unica dunque novita' apportata dal film e' proprio la rappresentazione del rito esorcista ebraico (yiddish) molto particolare, folkloristico e sensibilmente diverso da quello cattolico.
La conclusione e' ovvia e scontata : il Male abbandona Emily e la famiglia si riunisce felicemente, mentre nell'ultima sequenza constatiamo che il disegno del male non e' ancora definitivamente cessato.
In conclusione possiamo dire "The Possession" rimane indubbiamente fedele ai canoni e gli standards del genere, ma non osa mai approfondire nessuno degli argomenti / tematiche toccati, non decolla mai ne' come trama ne' come scene. Gli effetti speciali ci sono, e come da manuale vengono usati con misura e non c'e' un abuso ne' una esagerazione nel modo in qui vengono adoperati. Sparsi un po' lungo tutto il film fanno il loro lavoro ed aiutano a incrementare- sebbene di poco- i colpi di scena e risvegliare la suspence dello spettatore nei momenti clou.
La regia si mantiene ad un alto livello, e questo e' indiscutibile. Piu' povere sono le recitazioni, sebbene J.D. Morgan sappia seguire e adattarsi adeguatamente al ritmo -lento- del film. La Sedwick e' algida, come nella parte a lei assegnata. Non mi ha particolarmente convinta la recitazione della piccola attrice nei panni di Em. L'ho trovata un po' superficiale e statica (ma l'attrice ha tempo per evolvere).
Sicuramente la scena piu' interessante del film e' quella dell'esorcismo ebraico, ma come ho gia detto sopra questo e' quanto di orginale e innovativo offre la peliccola. In quella scena era particolarmente apprezzabile l'alternarsi tra luce e buio (classica simbologia del bene contro il male) nonche la particolarita' di altre simbologie sparse per tutto il film (gli specchi, l'acqua, gli insetti).
Tutti gli altri sono luoghi comuni visitati e rivisitati dai precedenti capitoli del filone (=il male che si impossessa delle persone, la fede, gli esorcismo, la katharsis finale).
"The Possession" resta un prodotto ben confezionato seppur dai contenuti non originali ne innovativi. Ma se risulta accettabile e gradevole, come prodotto, questo e' merito di un regista esperto e all'altezza, ma anche di un argomento che continua a interessare e incuriosire la gente, risultando cosi una carta vincente per i botteghini.
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(di antonio montefalcone)
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ultimoboyscout
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martedì 29 gennaio 2013
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un'altra posseduta...
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Produce Sam Raimi, un nome una garanzia in fatto di horror...o almeno dovrebbe. E' la storia di una ragazzina che compra una scatola di legno in un mercatino: dopo averla aperta non sarà più la stessa perchè qualcosa di malvagio si è impossessato di lei. Il racconto si basa su un articolo del Los Angeles Times di qualche anno fa che raccontava proprio di una scatoletta contenente una creatura maligna messa all'asta su eBay. Nella tradizione yiddish tale creatura è il Dybbuk, ovvero lo spirito di un morto al quale è stato negato l'accesso all'aldilà, che vive in una sorta di limbo e che per tale ragione si insinua nel corpo di un vivo divorandolo.
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Produce Sam Raimi, un nome una garanzia in fatto di horror...o almeno dovrebbe. E' la storia di una ragazzina che compra una scatola di legno in un mercatino: dopo averla aperta non sarà più la stessa perchè qualcosa di malvagio si è impossessato di lei. Il racconto si basa su un articolo del Los Angeles Times di qualche anno fa che raccontava proprio di una scatoletta contenente una creatura maligna messa all'asta su eBay. Nella tradizione yiddish tale creatura è il Dybbuk, ovvero lo spirito di un morto al quale è stato negato l'accesso all'aldilà, che vive in una sorta di limbo e che per tale ragione si insinua nel corpo di un vivo divorandolo. La figura del Dybbuk, tra l'altro, non è nuova al cinema, essendo già stata mostrata nell'horror "Il mai nato" e spiegato dai Coen in "A serious man". In questa storia di esorcismo viene privilegiato maggiormente l'orrore nordico, elegante e psicologico del regista danese Bornendal rispetto a quello più viscerale, scatenato ed esagerato del produttore Raimi. Accanto al disagio della famiglia protagonista è piacevole la crescita della tensione, spesso realmente palpabile e lo scollamento dal trend orrorifico imboccato dai moderni film di genere, il resto è noia e poco altro. Horroe e thriller si mescolano e si sovrappongono, in questo la mano di Raimi è evidente, "L'esorcista" continua a far scuola col regista che si ispira al classicissimo di Friedkin per raccontare una nuova (o forse è meglio dire ennesima?), terrificante (scontata?) storia di possessione demoniaca che in America continua a funzionare (leggasi incassare) a meraviglia. Discreta la primissima parte e le atmosfere, accettabile l'interpretazione di Natasha Calis, dimenticabili gli altri interpreti sicuramente penalizzati da personaggi mal delineati e per nulla approfonditi.
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fabio1957
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lunedì 25 maggio 2015
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solita minestra riscaldata
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Dall' "l'esorcista" in poi, molti cineasti si sono cimentati sul tema delle possessione diabolica con esiti altalenanti.Questo film non mostra niente di nuovo,la prassi seguita nel racconto è tipica del genere:stupore,orrore,incredulità, smarrimento,tentativo scientifico-medico di affrontare il problema,finalmente l'illuminazione,la strada dell'esorcismo con annessi effettacci conseguenti ed infine liberazione dal male, ma non si sa per quanto.Il filone è veramente inflazionato e mostra la corda, è chiaro che al di là di qualche invenzione registica ormai non ci può essere più alcuna novità nel settore ,bisognerebbe inoltrarsi in nuovi territori horror per creare scenari originali.
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Dall' "l'esorcista" in poi, molti cineasti si sono cimentati sul tema delle possessione diabolica con esiti altalenanti.Questo film non mostra niente di nuovo,la prassi seguita nel racconto è tipica del genere:stupore,orrore,incredulità, smarrimento,tentativo scientifico-medico di affrontare il problema,finalmente l'illuminazione,la strada dell'esorcismo con annessi effettacci conseguenti ed infine liberazione dal male, ma non si sa per quanto.Il filone è veramente inflazionato e mostra la corda, è chiaro che al di là di qualche invenzione registica ormai non ci può essere più alcuna novità nel settore ,bisognerebbe inoltrarsi in nuovi territori horror per creare scenari originali.
Si può perdere
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luca scialo
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mercoledì 24 agosto 2016
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un brutto omaggio a l'esorcista
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Che il genere Horror sia in crisi già dagli anni '90 è un dato di fatto. E purtroppo tanti film prodotti nell'ultimo quarto di secolo hanno peccato di scarsa originalità, eccessiva violenza e brutte rievocazioni di pellicole cult. Questo film rientra in pieno in questo handicap, dato che ricorda vagamente l'Esorcista, sebbene l'unica cosa in comune sia una bambina posseduta. Per il resto, anziché un amuleto troviamo un'antica scatola, mentre invece di un prete esorcista vi troviamo un rabbino. Tutto il resto è noia, sa di già visto. Il finale tragico evita un happy ending che lo avrebbe definitivamente ridicolizzato.
Da guardare, eventualmente, un pomeriggio di una noiosa domenica d'agosto in casa.
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Che il genere Horror sia in crisi già dagli anni '90 è un dato di fatto. E purtroppo tanti film prodotti nell'ultimo quarto di secolo hanno peccato di scarsa originalità, eccessiva violenza e brutte rievocazioni di pellicole cult. Questo film rientra in pieno in questo handicap, dato che ricorda vagamente l'Esorcista, sebbene l'unica cosa in comune sia una bambina posseduta. Per il resto, anziché un amuleto troviamo un'antica scatola, mentre invece di un prete esorcista vi troviamo un rabbino. Tutto il resto è noia, sa di già visto. Il finale tragico evita un happy ending che lo avrebbe definitivamente ridicolizzato.
Da guardare, eventualmente, un pomeriggio di una noiosa domenica d'agosto in casa. Proprio come ho fatto io e come fatto da Nanni Moretti in Caro Diario, con Henry pioggia di sangue.
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toty bottalla
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mercoledì 29 aprile 2015
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storiella horror già vista, piena di noia!
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Una bambina compra ad un mercato dell'usato una vecchia scatola che non appena aperta sprigiona una forza malefica, the possession è un film praticamente inutile, dalla storia scialba, non aggiunge niente di originale al genere orrorifico per destinazione, quello che arriva, è un'ora e mezza di visione noiosa con qualche sussulto scenico tipico dell'horror a tutti i costi, gli interpreti poco incisivi non migliorano le cose e la scarsa fotografia non aiuta, la mia valutazione comunque, sarebbe: 1,5 stelle. Saluti.
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uomoragno95
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domenica 28 ottobre 2012
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film demoniaco che cade sotto il suo stesso peso
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Inutile girarci intorno, THE POSSESSION è stata un'amara delusione.
Ho visto il trailer quest'estate,ho continuato a seguire le news e finalmente pieno di aspettative sono andato a vederlo.
Quello che mi sono trovato davanti è un prodotto incompleto, con una recitazione di basso livello,errori,scene senza senso e cadute nel comico involontario più volte. Peccato davvero, nemmeno la regia si salva;molte inquadrature sono sbagliate o impostate male o comunque non riprendono quello che dovrebbero. I dialoghi sono tagliati a metà oppure immessi nel film solo per allungarne la durata, così come le scene che dovrebbero mettere paura, nel momento più alto si passa bruscamente ad un altra scena.
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Inutile girarci intorno, THE POSSESSION è stata un'amara delusione.
Ho visto il trailer quest'estate,ho continuato a seguire le news e finalmente pieno di aspettative sono andato a vederlo.
Quello che mi sono trovato davanti è un prodotto incompleto, con una recitazione di basso livello,errori,scene senza senso e cadute nel comico involontario più volte. Peccato davvero, nemmeno la regia si salva;molte inquadrature sono sbagliate o impostate male o comunque non riprendono quello che dovrebbero. I dialoghi sono tagliati a metà oppure immessi nel film solo per allungarne la durata, così come le scene che dovrebbero mettere paura, nel momento più alto si passa bruscamente ad un altra scena. Buona invece la scena della terapia, dove vediamo il demone dentro il corpo della bambina, o la scena in cui il dybbuk esce dal corpo del padre, ma sono piccoli frammenti in un oceano nero. Il sonoro fa invece il suo dovere, insieme alla fotografia che forse costituiscono l'unica cosa buona nel film.
Delusione quindi quasi totale, il film non decolla mai ed è continuamente tirato in basso da parecchi dettagli. Ciliegina sulla torta, il rabbino che scaccia il Dybbuk, per quanto mi sono sforzato non ho potuto trattenere una risata.
Spero col cuore che i film demoniaci riescano a riprendersi.
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purplerain
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sabato 2 marzo 2013
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poco originale e troppe pause!!
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Possession è un film che racconta la storia, o meglio la disavventura, di una bambina indemoniata!! Detta così sembra la solita storia, e difatti lo è!! Il film è caratterizzato da una storia che già dall'inizio racconta di cose che abbiamo già visto e rivisto nei vari film di esorcismi, e anche in questo caso la protagonista è una malcapitata bambina, almeno cambiando vittima già sarebbe stato un inizio per differenziarlo dagli altri, invece niente!! La sceneggiatura del film prosegue in maniera semplice e a volte anche un po' troppo piatta, raccontando la vita e le disavventure classiche di una bambina vittima del demonio, ma invece di soffermarsi in maniera più diretta e convincente su ciò che il demonio pu&og
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Possession è un film che racconta la storia, o meglio la disavventura, di una bambina indemoniata!! Detta così sembra la solita storia, e difatti lo è!! Il film è caratterizzato da una storia che già dall'inizio racconta di cose che abbiamo già visto e rivisto nei vari film di esorcismi, e anche in questo caso la protagonista è una malcapitata bambina, almeno cambiando vittima già sarebbe stato un inizio per differenziarlo dagli altri, invece niente!! La sceneggiatura del film prosegue in maniera semplice e a volte anche un po' troppo piatta, raccontando la vita e le disavventure classiche di una bambina vittima del demonio, ma invece di soffermarsi in maniera più diretta e convincente su ciò che il demonio può spingere a fare, presenta in maniera un po' troppo evidente la storia dei personaggi, il divorzio dei genitori, lasciando un po' troppe pause tra una suspence e l'altra!! Detto così potrebbe sembrare un fallimento, ma non è proprio così: in fondo al di là delle troppe pause e del troppo già visto, il film cattura l'attenzione in maniera accattivante, facendo capire che comunque in ogni momento può succedrere qualcosa di importante, discostandosi dal classico piattume di film di genere!! Anche l'idea di affidarsi ad un Rabbino e non add un prete per l'esorcismo è più originale, ma non basta a farne un grande film!! Resta, al di là di alcune simpatiche intuizioni, un film poco convincente sia nella sceneggiatura che nella regia, non riuscendo a prendere il volo praticamentemai se non in alcune rare occasioni, presentandosi non certo come un film da buttare, ma sicuramente come un film che, se non visto, non rappresenterebbe un peccato!! Buono il cast, e bella l'ambientazione, pecccato che il paesaggio sia poco sfruttato!! Finale scontato!!
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