"The Possession" di Sam Raimi, rappresenta il tipico prodotto commerciale che a distanza di qualche tempo ci viene riproposto sullo schermo. Trattare ormai di demoni e spiriti maligni sembra essere una carta sempre vincente per i produttori cinematografici e i registi. Anche se purtroppo le idee innovative e originali iniziano ad essere scarse perche' tutti i luoghi comuni (o meno) del filone sono stati visitati. Siamo partiti da un ottimo horror come l'Esorcista, la pietra miliare del genere ma contemporaneamente un sui generis, per poi progressivamente assistere a ondate di film su bambini satanici o posseduti dalle forze del male. Negli ultimi dieci anni, abbiamo poi assistito ad un numero strabiliante di film i quali trattavano piu' o meno nello stesso modo l'argomento della possessione demoniaca, specialmente nei bambini : Godsend, L'esorcismo di Emily Rose, Omen, Joshua, Case 39, Il respiro del Diavolo- solo per citare alcuni dei piu' commerciali. Tutti questi film si sono aggiunti al filone del genere horror senza mai aggiungere o togliere nulla a quanto non si fosse gia visto nei precedenti.
L'ultimo ad aggiungersi a questo filone e' The Possession di Sam Raimi. Il film ha un pregio notevole; la sua cortezza. Purtroppo pero' nonostante sia (fortunatamente) corto risulta comunque lento e a tratti noioso. La vera 'azione' inizia a meta' circa del film dopo i primi 40 minuti. Nella prima parte, senza colpi di scena eccetto la sequenza iniziale del film, lo spettatore conosce i protagonisti principali: un padre divorziato, Clyde, e le sue figlie pre-adolescenti, Anna e Emily, le quali le vede solo nel weekend e le porta nella sua nuova casa, una villetta residenziale poco fuori citta'. Un giorno Emily trova in una piccola fiera dell'usato una scatola, antica e misteriosa, che la attrae in modo inesplicabile. La scatola porta delle iscrizioni in ebraico ed e' apparentemente impossibile da aprire. Ma piu' passa il tempo piu' Emily mostrera' una vera e' propria ossessione verso la scatola la quale diventa per lei un oggetto inseparabile in qualsiasi circostanza:a scuola, a letto, ovunque lei sia e' ossessionata dal pensiero della scatola.
I genitori, in primis il padre, inizieranno a notare questo strano cambiamento nel comportamento della figlia Em e quindi Clyde inizia a indagare su questa misteriosa scatola: ne risuletera' che si tratta di una scatola molto particolare, contenente uno spirito cattivo, un demone che nella tradizione popolare ebraica viene chiamato dybbuk. Da li' a breve si constatera' che la piccola Em e' ormai totalmente posseduta da un demone femminile (!) che pian piano le ruba l'anima e la vita. Clyde si reca dunque nel quartiere ebraico dove trovera solo un giovane e promettente rabbino disposto ad aiutarlo nel praticare un pericoloso esorcismo.
L'unica dunque novita' apportata dal film e' proprio la rappresentazione del rito esorcista ebraico (yiddish) molto particolare, folkloristico e sensibilmente diverso da quello cattolico.
La conclusione e' ovvia e scontata : il Male abbandona Emily e la famiglia si riunisce felicemente, mentre nell'ultima sequenza constatiamo che il disegno del male non e' ancora definitivamente cessato.
In conclusione possiamo dire "The Possession" rimane indubbiamente fedele ai canoni e gli standards del genere, ma non osa mai approfondire nessuno degli argomenti / tematiche toccati, non decolla mai ne' come trama ne' come scene. Gli effetti speciali ci sono, e come da manuale vengono usati con misura e non c'e' un abuso ne' una esagerazione nel modo in qui vengono adoperati. Sparsi un po' lungo tutto il film fanno il loro lavoro ed aiutano a incrementare- sebbene di poco- i colpi di scena e risvegliare la suspence dello spettatore nei momenti clou.
La regia si mantiene ad un alto livello, e questo e' indiscutibile. Piu' povere sono le recitazioni, sebbene J.D. Morgan sappia seguire e adattarsi adeguatamente al ritmo -lento- del film. La Sedwick e' algida, come nella parte a lei assegnata. Non mi ha particolarmente convinta la recitazione della piccola attrice nei panni di Em. L'ho trovata un po' superficiale e statica (ma l'attrice ha tempo per evolvere).
Sicuramente la scena piu' interessante del film e' quella dell'esorcismo ebraico, ma come ho gia detto sopra questo e' quanto di orginale e innovativo offre la peliccola. In quella scena era particolarmente apprezzabile l'alternarsi tra luce e buio (classica simbologia del bene contro il male) nonche la particolarita' di altre simbologie sparse per tutto il film (gli specchi, l'acqua, gli insetti).
Tutti gli altri sono luoghi comuni visitati e rivisitati dai precedenti capitoli del filone (=il male che si impossessa delle persone, la fede, gli esorcismo, la katharsis finale).
"The Possession" resta un prodotto ben confezionato seppur dai contenuti non originali ne innovativi. Ma se risulta accettabile e gradevole, come prodotto, questo e' merito di un regista esperto e all'altezza, ma anche di un argomento che continua a interessare e incuriosire la gente, risultando cosi una carta vincente per i botteghini.
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