La regola del silenzio - The Company You Keep |
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Un film di Robert Redford.
Con Robert Redford, Shia LaBeouf, Julie Christie, Sam Elliott.
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Titolo originale The Company You Keep.
Thriller,
durata 117 min.
- USA 2012.
- 01 Distribution
uscita giovedì 20 dicembre 2012.
MYMONETRO
La regola del silenzio - The Company You Keep
valutazione media:
3,10
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Insopportabile LaBeoufdi simo_milanoFeedback: 3 |
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giovedì 10 gennaio 2013 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Personalmente ho trovato il film un po' deludente, anche come storia. L'intreccio non mi pare particolarmente interessante, Redford scappa inseguito da un'FBI abbastanza incapace e nel frattempo si dipana un retroscena in fondo non così originale. Viene rappresentato (purtroppo temo senza alcuna intenzione critica) il tipico atteggiamento di molti ex-terroristi di quegli anni, tipo Cesare Battisti, oggi imborghesiti e carichi di soldi che rifiutano spocchiosamente di rispondere del loro passato e della gente che hanno massacrato (in qs caso si parla di una guardia giurata padre di due figli, che però rimane una figura anonima sullo sfondo, senza che si capisca la tragedia causata). Ciò che è veramente irritante e insopportabile è la figura interpretata da LaBeouf, un giovanissimo giornalista saputello e petulante oltre ogni limite. Fa deduzioni basate su ragionamenti illogici ("Sarebbe stato più semplice per Redford scappare con la figlia invece che lasciarla al fratello, non l'ha fatto, quindi non vuole fuggire davvero ma sta cercando qualcuno che lo scagioni": assurda la premessa: è più facile scappare da solo che con una figlia di 11 anni al seguito!!!), diventa in 5 minuti amico fraterno di gente che comincia a fargli confidenze (perché?), riceve confidenze in esclusiva dalla ex terrorista Sarandon (perché?), ha un'ex fidanzata all'apparenza 16enne ai massimi livelli dell'FBI che gli passa rivelazioni sull'indagine... Insomma, ammetto che a pelle mi è proprio risultato insopportabile anche come faccia, e questo può essere un mio problema. Però sono convinto che caratterizzando meglio la figura del reporter si sarebbe dato molto più respiro epico al film, che in fondo invece si riduce in una faccenda "privatistica" (Redford sistema la sua situazione e buona notte) senza andare troppo a fondo con chi deve fare i conti con quegli anni drammatici. Peccato.
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