Peak - Un mondo al limite

Guardando questo documentario si comprende in parte ciò che potrebbe provare un malghista di novant'anni ripensando alla sua vita prima del boom del turismo di massa degli anni '80. Le cose perse per sempre, la cultura dei luoghi, l'arte della dura vita di Montagna, il modo di fare il formaggio, di allevare le capre e le mucche. Quasi tutta la saggezza che il mondo montano aveva accumulato nei secoli é sparita per sempre, tutto d'un tratto. Mi viene da pensare a quei momenti unici che ho vissuto da piccolo in compagnia di vecchi montanari, agricoltori e allevatori, di alcune guide alpine, rimasugli di una storia che è ancora viva solo nella memoria di quei pochi che non sono scesi a valle per fare soldi, che non sono andati ad abitare in città, sull'asfalto. Oggi non ci rimane che tramandare tutto quello che non è stato perso e cercare di riprendersi quel mondo che sta piano piano, da circa trent'anni, scomparendo; forse è un po' come cercare di rivivere, da adulti, la magia che da bambini ci avvolgeva a Natale, quando le cose erano più semplici e sublimi. Il Documentario spazia continuamente dalla situazione dei contadini a quella degli impianti sciistici, presentando nel complesso una situazione allarmante e angosciante. Siamo sul Titanic e manca poco perché s'intraveda un Iceberg.