cantastorie
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sabato 9 gennaio 2010
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"il viaggiatore..
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..non ha ancora raggiunto la sua destinazione finale."
Scrivo a caldo e ora sento che quattro stelle il film le meriti tutte. Domattina potrei avere qualche ripensamento ma non avrà alcuna importanza.. e questo perché ho appena visto un Film.
Il ritmo è pazzesco. Non c'è un momento di tregua, la narrazione scorre veloce tra alti e bassi improvvisi e quasi del tutto inaspettati. A metà del film credi che tutto andrà per il meglio perché la vita va a gonfie vele; cinque minuti più tardi temi che finisca malissimo, tra disastri, morte, dolore, bancarotta o che so altro. Una carica altalenante rende il film più che apprezzabile, lo solleva da un appiattimento facilmente rilevabile in una grande quantità di trame contemporanee.
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..non ha ancora raggiunto la sua destinazione finale."
Scrivo a caldo e ora sento che quattro stelle il film le meriti tutte. Domattina potrei avere qualche ripensamento ma non avrà alcuna importanza.. e questo perché ho appena visto un Film.
Il ritmo è pazzesco. Non c'è un momento di tregua, la narrazione scorre veloce tra alti e bassi improvvisi e quasi del tutto inaspettati. A metà del film credi che tutto andrà per il meglio perché la vita va a gonfie vele; cinque minuti più tardi temi che finisca malissimo, tra disastri, morte, dolore, bancarotta o che so altro. Una carica altalenante rende il film più che apprezzabile, lo solleva da un appiattimento facilmente rilevabile in una grande quantità di trame contemporanee. E la musica sottolinea ogni istante in maniera incantevole: R&B che coinvolge anche i non più grandi amanti del genere e sicuramente chi ne sa poco. Tracce diegetiche - una in particolare, che sembra puramente improvvisata - catturano l'orecchio, mentre l'occhio segue la scena in primo piano, per una resa totale e più profonda.
L'eccentrico Unel dal primo istante ti trascina dalla sua parte e ti fa tifare per lui; Bousdoukos da a Zinos una ricchezza incredibile. Ed era dai tempi di "Gabbla (Inland)" che non parteggiavo tanto per la morte di un personaggio (e chi ha visto Inland sa quanto avrebbe potuto significare la scena dello scorpione) - e anche stavolta non c'è stato alcun cadavere.
La scenografia è precisa e azzeccata. Gli attori sono formidabili. La colonna sonora è perfetta. La verosimiglianza è ritoccata di quel tanto che "ce sta". E i titoli di coda sono un capolavoro.
Altra peculiarità è l'attenzione ai dettagli: ci sono inquadrature prolungate di quel tanto da non essere troppo subliminali - il tremore della mano, un volto sorridente, un chiodo che non si stacca. Che soddisfazione averlo visto!
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paola di giuseppe
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venerdì 22 gennaio 2010
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cucina e musica dell'anima
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Il sound of Istanbul trasferito ad Amburgo, in un capannone di periferia, che si potrebbe dire “fa tanto tendenza” se non fosse, in realtà, tutto quello che si può permettere Zinos, il fratello buono e sfigato con l’ernia del disco di Ilias, quello in galera per furtarelli, in libertà vigilata ancora per sei mesi (alla mammina i due bravi figlioli dicono che ha un contratto a tempo indeterminato su una piattaforma petrolifera), un fratellone di quelli fatti apposta per romperti tutti i giocattoli.
Nel capannone, in parte occupato da un vecchio marinaio ipocondriaco col suo barcone in restauro perenne, insolvente cronico sull’affitto e sempre con gli auricolari addosso per non sentire la musica da pazzi di Zinos, spicca una bella insegna, Soul Kitchen, e si fanno da mangiare cose inguardabili ma, sembra, mangiabili da un’affezionata clientela senza pretese, in una cucina da manuale per gli annali dell’ufficio d’igiene.
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Il sound of Istanbul trasferito ad Amburgo, in un capannone di periferia, che si potrebbe dire “fa tanto tendenza” se non fosse, in realtà, tutto quello che si può permettere Zinos, il fratello buono e sfigato con l’ernia del disco di Ilias, quello in galera per furtarelli, in libertà vigilata ancora per sei mesi (alla mammina i due bravi figlioli dicono che ha un contratto a tempo indeterminato su una piattaforma petrolifera), un fratellone di quelli fatti apposta per romperti tutti i giocattoli.
Nel capannone, in parte occupato da un vecchio marinaio ipocondriaco col suo barcone in restauro perenne, insolvente cronico sull’affitto e sempre con gli auricolari addosso per non sentire la musica da pazzi di Zinos, spicca una bella insegna, Soul Kitchen, e si fanno da mangiare cose inguardabili ma, sembra, mangiabili da un’affezionata clientela senza pretese, in una cucina da manuale per gli annali dell’ufficio d’igiene.
Tutto questo fino all’arrivo dello chef Shayn (Birol Unel, e chi se no?), il cuoco irriducibile per cui la cucina è una missione e guai a criticarlo (in effetti i suoi piatti sono “da orgasmo”, a detta di Zinos), ma è dura portare il gusto dei clienti oltre la soglia minima del “mangiare per vivere” e l’attività rischia di fallire.
Ci penserà la musica, allora, a salvare la baracca, e che musica!
Spalmata lungo tutto il film, dai titoli di testa a quelli di coda, è l’anima della storia e impone una seduta, preliminare o successiva, davanti a quel Crossing the Bridge, documentario di Akin, impagabile davvero per capire l’anima di una musica che mette d’accordo oriente e occidente, e poco importa se non siamo su quel battello sul Bosforo con i BABA ZULA a bere thé alla mela o in qualche bettola di Istanbul con dell’ottimo raki, l’effetto è lo stesso (basta dare un’occhiata al soundtrack del film,impareggiabile l’arrangiamento de La Paloma) e il locale sì che diventa “di tendenza”, stavolta.
Bisognerà addirittura mandare indietro la gente!
Ma le cose della vita si svolgono e si avvolgono, rotolano e si ribaltano, come le acrobatiche evoluzioni dei breakers, gli amori nascono in uno sguardo fulmineo davanti ai cocci rotti dei bicchieri nel bar (Ilias e Lucia) o muoiono sul tapis roulant dell’aeroporto da cui Zinos sta per volare a Shanghai per raggiungere l’eterea, amata Nadine, ricca ereditiera che, invece, sta tornando mano nella mano col cinese, a dimostrazione che non basta una cam installata sul Mac per far sopravvivere i sentimenti (almeno a tutti).
Ma ecco che la polverina afrodisiaca di Shayn, versata in overdose sul déssert, rimetterà le cose a posto, dai problemi col fisco al palazzinaro protervo che vuole a tutti i costi costruire sull’area del locale.
Perfino la schiena malandata di Zinos troverà la terapia appropriata (cose turche, è il caso di dirlo) e i suoi problemi sanitari e sentimentali saranno risolti in blocco.
Certo il film è tutto da vedere e gustare, le gags si susseguono a ripetizione, il ritmo travolge, è spumeggiante, vitale, completamente schizzato, e anche a rivederlo dopo solo qualche giorno dalla prima il divertimento è lo stesso, garantito. L’unico problema è riuscire rimaner fermi sulla poltrona.
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audreyandgeorge
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martedì 27 luglio 2010
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soul kitchen, il cibo che fa ridere l'anima!
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Una commedia vincitrice del Premio Speciale della Giuria alla 66° edizione del Festival del Cinema di Venezia che sembra nata per questo blog: tutto gira intorno al cibo e non importa se siamo ad Amburgo e il cuoco di origine greca Zinos non è sicuramente Vissani, ma il risultato è simpatico, furbo, pulp, soul, anni 70 e molto divertente.
Se devo dirla tutta, i primi minuti la grande somiglianza del protagonista con l'ultimo vincitore del grande fratello mi tratteneva da un coinvolgimento totale, ma poco dopo il giovane regista turco-tedesco Fatih Akin (già autore di una grande prova nel 2004 con la Sposa Turca) convince e dimostra tutto il suo talento; si respira la cultura multi etnica di un regista ironico che non dimentica le sue origini.
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Una commedia vincitrice del Premio Speciale della Giuria alla 66° edizione del Festival del Cinema di Venezia che sembra nata per questo blog: tutto gira intorno al cibo e non importa se siamo ad Amburgo e il cuoco di origine greca Zinos non è sicuramente Vissani, ma il risultato è simpatico, furbo, pulp, soul, anni 70 e molto divertente.
Se devo dirla tutta, i primi minuti la grande somiglianza del protagonista con l'ultimo vincitore del grande fratello mi tratteneva da un coinvolgimento totale, ma poco dopo il giovane regista turco-tedesco Fatih Akin (già autore di una grande prova nel 2004 con la Sposa Turca) convince e dimostra tutto il suo talento; si respira la cultura multi etnica di un regista ironico che non dimentica le sue origini.
La storia conduce sempre al "Soul Kitchen", il vero protagonista, il ristorante di Zinos che ogni sera propone ai propri clienti abituali piatti per palati "coraggiosi".
La location è una ex fabbrica nei sobborghi di Amburgon e il protagonista si trova coinvolto in due eventi cruciali della sua vita: la crisi con la sua ragazza e il fratello appena uscito di galera... La svolta arriva con il nuovo chef, l'irresistibile Birol Uenel che nutre l'anima con i suoi piatti, che non cucina ma crea, che trasmette passione e anche troppa dedizione al suo lavoro..
La sensazione che si prova appena finito il film è un terribile dolore di schiena ma questo è un caso di pura immedesimazione... lo comprende solo chi segue Zinos per tutto il film.
Vale la pena soffermarsi sui dettagli grafici e la splendida musica soul anni '70....se volete un "assaggio" visitate www.nonsolopizzaecinema e scoprirete meglio la ricetta che ci consiglia il regista!
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reservoir dogs
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martedì 9 novembre 2010
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il cibo che nutre anima e corpo
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La vita di Zinos il proprietario del Soul Kitchen, un ristorante, non sembra aver preso la via giusta infatti la ragazza vuole partire per la Cina, il fratello gli chiede un lavoro fittizio per avere i domiciliari, il fisco lo cerca perchè ha evaso col ristorante, una vecchia conoscenza tenta di comprargli il ristorante e il terreno circostante per farci un centro commerciale e come se non bastasse gli è venuta fuori un ernia.
Attraverso il suo amore per il cibo e la musica e quindi in un certo senso anche per la vita, Zinos riuscirà a risolvere i suoi problemi uno alla volta.
Un film che abbraccia a pieno il culto del nutrire l'anima e il corpo attraverso il cibo, la vita di Zinos cambia, forse migliora quando prende coscenza di questo.
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La vita di Zinos il proprietario del Soul Kitchen, un ristorante, non sembra aver preso la via giusta infatti la ragazza vuole partire per la Cina, il fratello gli chiede un lavoro fittizio per avere i domiciliari, il fisco lo cerca perchè ha evaso col ristorante, una vecchia conoscenza tenta di comprargli il ristorante e il terreno circostante per farci un centro commerciale e come se non bastasse gli è venuta fuori un ernia.
Attraverso il suo amore per il cibo e la musica e quindi in un certo senso anche per la vita, Zinos riuscirà a risolvere i suoi problemi uno alla volta.
Un film che abbraccia a pieno il culto del nutrire l'anima e il corpo attraverso il cibo, la vita di Zinos cambia, forse migliora quando prende coscenza di questo.
Nella scena finale infatti, il protagonista prepara una cena con i fiocchi per la sua fisioterapista, la sua probabilmente futura fidanzata: il connubio tra "anima" e "corpo".
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nigel mansell
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giovedì 28 ottobre 2010
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poi potresti pensare che tutto è possibile
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Poi potresti pensare che tutto è possibile, uscito dal cinema vedi il mondo migliore, ti mette di buon umore. Ottima musica, fotografia sognante specialmente la vista dei canali, attori con visi e movenze azzeccatissimi. Se vogliamo c'è anche il classico vecchietto del west, solo che qui è un burbero marinaio greco, Socrates; ma le trovate sono moltissime e tutte divertenti come le personalità dei personaggi tratteggiate con cura. Una cura per il buonumore.
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notedo
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venerdì 3 dicembre 2010
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film simpaticamente trasgressivo
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Akin,giovane regista sicuramente da tenere d'occhio,ha girato un film diverso,un film vacanza che ci parla di lui (autobiografico),dei suoi vagabondaggi nelle realtà notturne di una Amburgo che immaginiamo grigia ma che viene magnificamente colorata dalla sua narrativa. Akin,forse il principale regista tedesco di oggi,magnifico frullatore di situazioni ,capace di porre in modo magistrale la macchina da presa,con questo film ha messo in opera,nella sua semplicità,una felice operazione cinematografica. A mio avviso,meritati gli applausi al festival del cinema di Venezia.
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jaky86
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mercoledì 23 febbraio 2011
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cucina a ritmo di soul
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Akin si conferma uno dei registi più interessanti del panorama del cinema tedesco, ambientando ad Amburgo la storia di uno squattrinato cuoco di origine greca che gestisce un ristorante (un capannone) servendo surgelati e birre.
L'incontro con un sofisticato e bizzarro cuoco rinnoverà totalmente il locale e l'uscita di prigione del fratello lo porterà a vivere una serie di avventure. Commedia tutta da vedere e da gustare con picchi di comicità irresistibili (la festa che si trasforma in orgia grazie al dolce afrodisiaco!). Colonna sonora trascinante, ovviamente soul!
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fedeleto
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martedì 11 settembre 2012
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il film cibo per l'anima..
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Mandare avanti il soul kitchen non e' cosa facile,questo lo sa bene Zinos,che con il problema della ragazza a Shangai diventa anche piu' difficile lavorare.Ma quando le cose e' destino che si complichino ,allora la valanga e' pronta a colpire,e il povero Zinos oltre a soffrire per l'assenza della sua ragazza,si prendera' una bella ernia del disco e come se non bastasse il fratello per debiti di gioco si giochera' il locale .Che fare?visto che anche la ragazza lo ha lasciato?magari pero' la massaggiatrice che lo ha portato dallo spaccaossa e' la sua donna ideale.Faith Akin dopo il trionfo della sposa turca dirige una buona commedia condita in salsa musica e divertimento.
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Mandare avanti il soul kitchen non e' cosa facile,questo lo sa bene Zinos,che con il problema della ragazza a Shangai diventa anche piu' difficile lavorare.Ma quando le cose e' destino che si complichino ,allora la valanga e' pronta a colpire,e il povero Zinos oltre a soffrire per l'assenza della sua ragazza,si prendera' una bella ernia del disco e come se non bastasse il fratello per debiti di gioco si giochera' il locale .Che fare?visto che anche la ragazza lo ha lasciato?magari pero' la massaggiatrice che lo ha portato dallo spaccaossa e' la sua donna ideale.Faith Akin dopo il trionfo della sposa turca dirige una buona commedia condita in salsa musica e divertimento.Ci si orienta con Zinos,che e' sempre impelacato in qualche problema,il fratello che ne crea altri come fosse un dovere,e il soul kitchen,dove tra l'altro ci lavora un irrascibile ma ottimo cameriere .Molti sono i punti interessanti,dal mangiare che inizialmente e' solo un atto che serve per soddifare la pancia,ad un'altra cucina che e' quella per l'anima con cui una sera ci si scatena in un orgia e in un altra ci si innamora tra Zinos e la sua fisioterapista.Si sorride(la scena del funerale,la cena con i genitori di Denise),ma allo stesso tempo si riflette sul problema dell'ipocrisia che serpeggia sempre con il volto sorridente(l'amico d'infanzia di Zinos che e' un avido compratore e vuole cacciare il medesimo per impossessarsi del terreno.Buone anche le inquadrature circolari che Akin dirige con bravura(la scena del ballo tra i due fratelli) .Tra gli ultimi buoni registi c'e' rimasto anche Faith Akin,che con poco ci fa' passare un'ora e mezza di evasione inteligente.Fossero tutti cosi i film di oggi.Questo film e' cibo per l'anima
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marco chiappetta
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sabato 29 settembre 2012
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commedia di cucina, sesso, musica e passione!
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Zinos gestisce un ristorante ad Amburgo di nome Soul Kitchen. La sua cucina è infima e le condizioni igieniche del locale sono pessime. Un nuovo cuoco di origine spagnola darà al ristorante un livello culinario più alto spaventando la vecchia clientela ma conquistando l'attenzione di molti giovani. Zinos finalmente ha il locale che desiderava ma tra una fidanzata pressante, un fratello galeotto, un vecchio amico che vuol rilevare l'attività ed un incessante mal di schiena troverà non poce difficoltà per preservare la sua creatura. Il film ci racconta la storia di un ragazzo della periferia europea che cerca di realizzare il suo sogno tra mille difficoltà, il tutto narrato in un tono leggero che regala a questa commedia una certa fluidità.
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Zinos gestisce un ristorante ad Amburgo di nome Soul Kitchen. La sua cucina è infima e le condizioni igieniche del locale sono pessime. Un nuovo cuoco di origine spagnola darà al ristorante un livello culinario più alto spaventando la vecchia clientela ma conquistando l'attenzione di molti giovani. Zinos finalmente ha il locale che desiderava ma tra una fidanzata pressante, un fratello galeotto, un vecchio amico che vuol rilevare l'attività ed un incessante mal di schiena troverà non poce difficoltà per preservare la sua creatura. Il film ci racconta la storia di un ragazzo della periferia europea che cerca di realizzare il suo sogno tra mille difficoltà, il tutto narrato in un tono leggero che regala a questa commedia una certa fluidità. Bravi gli attori, anche se pressocchè sconosciuti, almeno in Italia, e bene Akin che conferma di essere un regista di talento. Ben caratterizzati i personaggi, sopratutto quello della bella cameriera Lucia e dello Chef, e divertenti le gag che mischiate a qualche scena di sesso e musica fanno si che questo film risulti molto gradevole.
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eccome!
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domenica 11 marzo 2018
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resilienza: chi si rialza, sempre
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Film spassoso, originale, inaspettatamente tedesco, ma dal sapore tutto mediterraneo, in cui un trentenne che tenta di fare ristorazione di bassa qualità, in un capanno nemmeno ristrutturato, incrocia un cuoco di livello e gran talento, ma dal carattere imprevedibile, che gli offre un'opportunità di svolta, soprattutto umana.
Una sorta di "romanzo di formazione" per un trentenne con poco talento e assolutamente di medio calibro, ma che non molla mai e che è un esempio allegro e vivace di tenacia, resistenza, passione, sensualità, amore, in un contesto ambientale che è sempre avverso e ostile. Con risorse (non economiche, ma umane) apparentemente infinite, il giovane protagonista traccia il suo destino dando un colpo al cerchio e una botte, incassando colpi che sono tranvate e permettendosi qualche raro guizzo, con un'energia apparentemente inesauribile.
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Film spassoso, originale, inaspettatamente tedesco, ma dal sapore tutto mediterraneo, in cui un trentenne che tenta di fare ristorazione di bassa qualità, in un capanno nemmeno ristrutturato, incrocia un cuoco di livello e gran talento, ma dal carattere imprevedibile, che gli offre un'opportunità di svolta, soprattutto umana.
Una sorta di "romanzo di formazione" per un trentenne con poco talento e assolutamente di medio calibro, ma che non molla mai e che è un esempio allegro e vivace di tenacia, resistenza, passione, sensualità, amore, in un contesto ambientale che è sempre avverso e ostile. Con risorse (non economiche, ma umane) apparentemente infinite, il giovane protagonista traccia il suo destino dando un colpo al cerchio e una botte, incassando colpi che sono tranvate e permettendosi qualche raro guizzo, con un'energia apparentemente inesauribile. Esempio concreto di quello che oggi chiamano resislienza, inglesismo dell'espressione italiana: "capacità di ripresa". Consigliatissimo.
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