L'uomo che verrà

Un film che ha già una ragion d'essere nella sua ricostruzione dell'Italia negli ultimi anni della Seconda Guerra mondiale. Non si parla solo delle stragi compiute dai nazisti dopo l'armistizio del 1943, ma anche dell'Italia contadina che ormai abbiamo quasi dimenticato, e anche della lotta di liberazione compiuta dai partigiani. Un quadro dove la piccola Martina osserva tutto con occhi innocenti, senza giudicare nessuno, senza prendere le parti di nessuno: emerge la realtà cruda della guerra, dove i nazisti non sono solo gli occupanti spietati, ma anche persone che si lasciano intenerire dalla semplicità della gente locale, e dove i partigiani non sono solo eroi, ma anche freddi esecutori di omicidi a sangue freddo. Intanto, in questo contesto così difficile, Martina porta avanti la sua battaglia per la vita, per salvare quel fratellino che appena nato ha già perso sua madre, per dargli un futuro nella nuova Italia che nascerà dopo le durezze della dittatura e della guerra. A fianco della gente comune, una presenza importante è quella dei sacerdoti, che condividono la sorte della loro gente, e per proteggerla sanno rischiare anche la vita.