Lourdes |
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Un film di Jessica Hausner.
Con Sylvie Testud, Léa Seydoux, Bruno Todeschini, Elina Löwensohn, Irma Wagner.
continua»
Drammatico,
durata 99 min.
- Austria, Francia, Germania 2009.
- Cinecittà Luce
uscita giovedì 11 febbraio 2010.
MYMONETRO
Lourdes
valutazione media:
3,60
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Terribile, disturbante, perfettodi hollygoliFeedback: 1372 | altri commenti e recensioni di hollygoli |
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mercoledì 23 giugno 2010 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Conosco dall'interno la liturgia delle dinamiche sottese ai pellegrinaggi verso i santuari cattolici dei miracoli o, più in generale, ai raduni religiosi di massa e non, e posso dire che già le prime inquadrature di "Lourdes" mi hanno fatto sprofondare in una asfissiante sensazione di deja vù. Ogni dettaglio, nel film, è perfetto, e ricostruisce magistralmente l'atmosfera asettica ed opprimente che si respira in questi luoghi. Tutto è ordinato, in questi contesti, tirato a lucido, splendente, ed abbellito secondo i miserrimi canoni estetici standard e kitsch tipici; tutti parlano a voce bassa, come in ospedale, sono cortesi e tranquilli, e costantemente impegnati a seguire il programma di marcia e disporsi, e disporre i pellegrini, ordinatamente a tavola, in fila, al posto assegnato per la messa solenne. Dietro l'apparente bontà e disponibilità c'è però il vuoto, e, a causa di questo, l'incapacità di tollerare un minimo scarto nella gelida e immutabile ritualità codificata: chiunque esca, anche solo per un attimo, dalla massa-gregge affermando - anche involontariamente, come accade a Christine nella scena in chiesa, quando la sua carrozzina viene spostata e collocata in una fila che non è quella che le è stata destinata - la propria individualità, viene aspramente redarguito e ricondotto nei ranghi. La sensazione superficiale è quella di una calma rassicurante, quasi un linimento alle tante miserie e al tanto dolore che in questi posti alberga,ed è per questo illusorio conforto, soprattutto, che frotte di gente accorrono a questi luoghi, accettando di vivere per tre giorni o una settimana rigidamente regolati da norme inaccettabili ormai anche per gli asili d'infanzia. Permane, tuttavia, terribile e disturbante, il contrasto tra il dolore, fisico e morale, di persone, individui fatti di carne e sangue, devastati ed umiliati dalla malattia, e la mancanza di empatia di tutto l'apparato religioso, che non ha più a cuore - forse non l'ha mai avuto - l'individuo, la persona, ma l'evento. Così la gentilezza di cui viene fatto oggetto Christine è lampantemente dovuta ad un clichè, sia quando è tetraplegica, con le barelliere capaci di accarezzarla, disporle ordinatamente i capelli intorno al viso, imboccarla con delicatezza, senza che quei gesti perdano una sola volta la loro evidente meccanicità, sia quando è "miracolata", come, ad esempio, nella sarcastica scena in cui, mentre gusta felice un gelato al tavolino di un bar, tutti i camerieri le vengono davanti per applaudirla. Per la macchina di Lourdes Christine non conta come persona; a nessuno interessa veramente come si sente, nessuno riesce, o prova, a mettersi nei suoi panni, a cominciare dal prete, capace solo di ripetere disumane frasi stereotipate, quando (alla sera, quando i malati sono a letto e lui è sollevato dai suoi compiti) non di rasentare la blasfemia con barzellette che buttano tutto in burletta. Christine diventa interessante solo da miracolata, e solo perché a quel punto incarna la vivente dimostrazione dell'assunto su cui si regge tutta la macchina di Lourdes, e cioè che a Lourdes accadono i miracoli; e smette di esserlo per ritornare rapidamente, brutalmente, nell'ombra, quando la certezza del suo esser stata miracolata vacilla. A Lourdes, emblema di tutti i luoghi "miracolosi" come San Giovanni Rotondo o Medjugorje, non è concesso il dubbio, il tormento del cuore: non è concesso chiedere un umano, e legittimo "perché"; tutto dev'esser chiaro e di solare evidenza, come nel peggior fondamentalismo, o nel più rutilante reality show televisivo. Comprendo, conoscendo la mentalità degli organizzatori e dei frequentatori di questi posti, il motivo per cui il film è stato premiato dalle associazioni cattoliche: "Lourdes", narrando i fatti nel loro esatto svolgimento, è nella loro insensibilità percepito come una sorta di ottimo film propagandistico. Comprendo altresì, e mi associo convinta, il premio assegnato dall'Unione atei ed agnostici: a chi lo vuol vedere con altri occhi, Lourdes appare un film disturbante, che narra in modo perfetto una realtà terribile.
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