fabruss
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sabato 4 settembre 2010
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capolavoro
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un grande spettacolo per gli occhi e per la mente. poco da aggiungere alla vostra recensione, se non sottolineare la bravura degli interpreti, la bellezza della fotografia e l'abilità della regia. da non perdere per chi ama il cinema. certo riuscire a vederlo non è semplice. speriamo, alla fine è uscito pure "the road"...
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roberto simeoni
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lunedì 26 aprile 2010
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l'orrore che ci riguarda
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Film di guerra fra i più potenti degli ultimi anni, "City of life and death" centra il bersaglio grazie ad una regia che non fa sconti, coadiuvata da una bellissima fotografia in bianco e nero, ad una cura scenografica di primissimo ordine e ad un ottimo cast. Indovinata la scelta di raccontare le vicende anche attraverso gli occhi di un soldato giapponese, per meglio far sentire al pubblico quanto il senso di colpa per i massacri di tutte le guerre riguardi un po' ciascuno di noi. Diversi i riferimenti cinematografici chiamati in causa: primo fra tutti "Roma città aperta" di Rossellini, citato nella figura del collaboratore dell'ambasciatore tedesco, che anche fisicamente ricorda Aldo Fabrizi e la cui fucilazione ricorda la sequenza della fucilazione di Don Pietro, il parroco che aiutava i partigiani.
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Film di guerra fra i più potenti degli ultimi anni, "City of life and death" centra il bersaglio grazie ad una regia che non fa sconti, coadiuvata da una bellissima fotografia in bianco e nero, ad una cura scenografica di primissimo ordine e ad un ottimo cast. Indovinata la scelta di raccontare le vicende anche attraverso gli occhi di un soldato giapponese, per meglio far sentire al pubblico quanto il senso di colpa per i massacri di tutte le guerre riguardi un po' ciascuno di noi. Diversi i riferimenti cinematografici chiamati in causa: primo fra tutti "Roma città aperta" di Rossellini, citato nella figura del collaboratore dell'ambasciatore tedesco, che anche fisicamente ricorda Aldo Fabrizi e la cui fucilazione ricorda la sequenza della fucilazione di Don Pietro, il parroco che aiutava i partigiani. Impressionante la sequenza dei giapponesi che avanzano fra le macerie della città con i balli del loro folclore, al suono dei tamburi. Forse qualche leggera sbavatura nella parte centrale: a volte si ha l'impressione che il film manchi un po' di compattezza, ma sono dettagli. Un film da vedere e rivedere.
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