decisamente mediocre, una pellicola che somiglia più che altro ad un cortometraggio amatoriale..
La sceneggiatura è banale ed anche la costruzione dei personaggi è superficiale: un esempio lampante della fragilità della messa in scena, il protagonista che viene dipinto per tutto il film in una maniera, nel finale senza alcuna giustificazione matura una caratterizzazione più maschia e latina. Balzano all'occhio palesi lacune nella gestione dei generi con un cambio non motivato da commedia a thriller con la morte "gotica" di Piera Degli Esposti (sottotono rispetto ai suoi standard).
Ecco forse ciò che si salva è il tono scuro di questa evoluzione della trama. Per il resto un lavoro sostanzialmente marginale e televisivo, assolutamente non da cinema, nonostante la bella e sprecata cornice piacentina.
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boria
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venerdì 8 maggio 2009
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una fiaba dei giorni nostri
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Il commento di Deleuze non mi trova assolutamente d'accordo. Ritengo che il film sia ben strutturato, abbia un buon ritmo e i passaggi commedia/"thriller(?)" siano ben funzionali allo sviluppo della pellicola. La storia è incentrata su una ragazza che vive ai giorni nostri, con le scelte (all'inizio) anche molto superficiali che l'attualita' impone. Il personaggio di Matilda si sviluppa nell'arco del film e ne ripercorre la maturità che si acquisisce solamente compiendo errori ed esperienze. Al termine del film la ragazza ha maturato un percorso fatto di malinconiche sofferenze e angoscie interiori. La scena finale, allo spettatore attento non sarà sfuggito, risulta quasi un ritorno all'innocenza puerile, persa a causa di una concatenazione di eventi che è la vita.
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Il commento di Deleuze non mi trova assolutamente d'accordo. Ritengo che il film sia ben strutturato, abbia un buon ritmo e i passaggi commedia/"thriller(?)" siano ben funzionali allo sviluppo della pellicola. La storia è incentrata su una ragazza che vive ai giorni nostri, con le scelte (all'inizio) anche molto superficiali che l'attualita' impone. Il personaggio di Matilda si sviluppa nell'arco del film e ne ripercorre la maturità che si acquisisce solamente compiendo errori ed esperienze. Al termine del film la ragazza ha maturato un percorso fatto di malinconiche sofferenze e angoscie interiori. La scena finale, allo spettatore attento non sarà sfuggito, risulta quasi un ritorno all'innocenza puerile, persa a causa di una concatenazione di eventi che è la vita. L'ambientazione fiabesca dei colli e castelli piacentini fa sicuramente la differenza ed è ottimamente fotografata nella pellicola. I personaggi maschili del film si contrappongono e si completano vicendevolmente, pur non venendo mai a contatto (grande idea secondo il mio parere).Piera degli Esposti fornisce un ottima prova di recitazione, ma questa non è una novita'.Una novità è sicuramente l'ottima interpretazione di Morena Salvino, secondo me piu' a suo agio in questo ruolo che in fiction.I difetti di questo film passano sicuramente attraverso l'interpretazione quasi scolastica di alcuni attori che fanno perdere spontaneità al film e la vicenda famigliare di Matilda, troppo in secondo piano.E' un film sicuramente "leggero", ma che, a differenza di tante pellicole del genere, lascia un messaggio importante e soprattutto confortante.
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boria
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venerdì 8 maggio 2009
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una fiaba dei giorni nostri
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boria [08/05/2009]Il commento di Deleuze non mi trova assolutamente d'accordo. Ritengo che il film sia ben strutturato, abbia un buon ritmo e i passaggi commedia/"thriller(?)" siano ben funzionali allo sviluppo della pellicola. La storia è incentrata su una ragazza che vive ai giorni nostri, con le scelte (all'inizio) anche molto superficiali che l'attualita' impone. Il personaggio di Matilda si sviluppa nell'arco del film e ne ripercorre la maturità che si acquisisce solamente compiendo errori ed esperienze. Al termine del film la ragazza ha maturato un percorso fatto di malinconiche sofferenze e angoscie interiori. La scena finale, allo spettatore attento non sarà sfuggito, risulta quasi un ritorno all'innocenza puerile, persa a causa di una concatenazione di eventi che è la vita.
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boria [08/05/2009]Il commento di Deleuze non mi trova assolutamente d'accordo. Ritengo che il film sia ben strutturato, abbia un buon ritmo e i passaggi commedia/"thriller(?)" siano ben funzionali allo sviluppo della pellicola. La storia è incentrata su una ragazza che vive ai giorni nostri, con le scelte (all'inizio) anche molto superficiali che l'attualita' impone. Il personaggio di Matilda si sviluppa nell'arco del film e ne ripercorre la maturità che si acquisisce solamente compiendo errori ed esperienze. Al termine del film la ragazza ha maturato un percorso fatto di malinconiche sofferenze e angoscie interiori. La scena finale, allo spettatore attento non sarà sfuggito, risulta quasi un ritorno all'innocenza puerile, persa a causa di una concatenazione di eventi che è la vita. L'ambientazione fiabesca dei colli e castelli piacentini fa sicuramente la differenza ed è ottimamente fotografata nella pellicola. I personaggi maschili del film si contrappongono e si completano vicendevolmente, pur non venendo mai a contatto (grande idea secondo il mio parere).Piera degli Esposti fornisce un ottima prova di recitazione, ma questa non è una novita'.Una novità è sicuramente l'ottima interpretazione di Morena Salvino, secondo me piu' a suo agio in questo ruolo che in fiction.Il regista ha mostrato tanti buoni spunti: la scena dello spremiagrumi,il bacio tra Matilda e Andrea, La scena della doccia e la scena finale.I difetti di questo film passano sicuramente attraverso l'interpretazione quasi scolastica di alcuni attori che fanno perdere spontaneità al film e la vicenda famigliare di Matilda, troppo in secondo piano.E' un film sicuramente "leggero", ma che, a differenza di tante pellicole del genere, lascia un messaggio importante e soprattutto confortante.
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